domenica 1 febbraio 2015

Tutti gli uomini di Giulia!

Ritratto di Augusto, Musei Capitolini, Roma

Nata dall'unione tra Augusto e Scribonia, Giulia Maggiore fu un personaggio chiave negli anni del nascente impero. Fu l'unica figlia di sangue di Augusto e della sua seconda moglie, ripudiata, secondo le fonti, proprio nel giorno della nascita della figlia. E se il buongiorno si vede dal mattino! Fin da giovanissima, Giulia divenne una pedina fondamentale nelle strategie matrimoniali del padre, con l'impero, infatti, all'elemento femminile della domus Augusta fu attribuito un essenziale ruolo dinastico. Racconta lo scrittore latino Macrobio che Augusto avrebbe confidato ad alcuni amici di avere due figlie delicatae, che amava molto e di cui si doveva occupare, la res publica e Giulia.
Ritratto di Marcello, Musei Capitolini, Roma
La poverina dovette assai presto iniziare la  sua interminabile serie di legami non proprio sentimentali. Nel 37 a.C., quando Antonio e Ottaviano si erano riavvicinati con l'accordo di Taranto, furono fidanzati i rispettivi figli, Marco Antonio Antillo e Giulia appunto, che aveva appena due anni! Con il tempo le cose non migliorarono. Il primo designato da Augusto alla propria successione fu il figlio di primo letto della sorella Ottavia, Marco Claudio Marcello. Tale scelta dinastica fu sottolineata e rafforzata anche dal matrimonio tra i due cugini, celebrato nel 25 a.C. A giudicare dai ritratti che ci sono giunti del giovane e aitante Marcello, questa volta a Giulia non era andata proprio male. Ma non durò a lungo. Marcello, morì, prematuramente nel 23 a.C., senza lasciare figli. Fu allora la volta di Marco Vipsanio Agrippa, che Giulia sposò alla fine del 21 a.C. Fedele collaboratore del padre, più anziano di lei, ma ancora molto "attivo": nei dieci anni scarsi di matrimonio con Agrippa nacquero ben cinque figli! Tre maschi, Caio Cesare, Lucio Cesare e Agrippa Postumo, e due femmine, Giulia Minore e Agrippina Maggiore. 
Roma, Ara Pacis. Particolare della scena di processione con al centro Agrippa ( velato capite) il piccolo Caio e Giulia
Dopo la morte di Agrippa, nel 12 a.C., Giulia fu costretta a sposare un riluttante Tiberio, a sua volta obbligato a divorziare dall'amata moglie Vipsania Agrippina, figlia di primo letto dello stesso Agrippa. Altro che Beautiful! Comunque in breve tempo i rapporti tra i due divennero a tal punto conflittuali che Tiberio decise di ritirasi a Rodi. 
Busto di Tiberio, Museo Archeologico, 
Ed ecco la ciliegina sulla torta: nel 2 a.C. Giulia viene incriminata per il suo stile di vita scandaloso, in un pubblico processo che si svolse in senato. Sostenne l'accusa nientepopodimenoché il suo stesso padre, con una dura lettera inviata al senato. Tra i capi di imputazione c'erano quelli di condurre una vita sregolata, sfrenata da un punto di vista sessuale e di avere incoronato con fiori la statua di Marsia nel Foro, simbolo delle libertà cittadine. Direi che oggi le avrebbero dato tutte le attenuanti! Sicuramente dietro queste infamanti accuse c'era il solito motivo politico. Pare che Giulia appoggiasse una rinata fazione antoniniana, che si ispirava alla politica di Cesare, decisa ad imprimere alla monarchia una svolta più autocratica, fondata sul modello ellenistico orientale, basata sul consenso del popolo e dei militari. Mentre Tiberio, sostenuto da Augusto, era visto come l'esponente filosenatorio e quindi conservatore e tradizionalista.
Giulia in esilio, Pavel Svedomsky
E' importante sottolineare che Giulia fu accusata di essere l'amante di Iullo Antonio, figlio di Fulvia e Antonio, allevato, dopo la morte del padre, da Ottavia, sorella di Augusto e vedova di Antonio. Questi antichi romani davvero non si annoiavano! Alla fine Giulia fu giudicata colpevole di adulterio, e relegata  in insulam ( fu mandata a Pandataria , oggi Ventotene) sulla base della legislazione fortemente voluta da Augusto in materia di diritto familiare, la lex Iulia de adulteriis coercendis, fatta approvare poco prima. Fu accompagnata dalla madre Scribonia, che volle condividerne l'esilio. Iullo Antonio venne giustiziato. Il nome di Giulia Maggiore fu cancellato dalle dediche poste a Roma, in Italia e in tutte le provincie dell'impero, cioè subì quella che viene definita damnatio memoriae, tanto che oggi abbiamo rarissime effigi che la ritraggono. Un documento eccezionale è rappresentato dai rilievi dell'Ara Pacis, dove nella processione di dedica dell'altare, alla quale partecipano i membri più importanti della famiglia imperiale, lei è rappresentata al seguito del marito Agrippa, e tra loro il piccolo Caio Cesare. Un ritratto dolce e sereno che stride con le vicende pubbliche e private della figlia del più grande imperatore della storia di Roma.

5 commenti:

  1. Quante analogie con un'altra Giulia di mio stretto interesse! L'augustea Giulia come Giulia Farnese! anche lei utilizzata dalla famiglia per gli interessi familiari e personali dei suoi più stretti congiunti! Servita su un piatto d'argento al lussurioso card. Borgia poi papa Alessandro VI che, grato, nominò cardinale il fratello maggiore di Giulia poi papa Paolo III! Anche lei vittima della damnatio memoriae tanto che della sua proverbiale bellezza (era chiamata Giulia la Bella) non ci rimane oggi alcun sicuro ritratto! La storia talvolta si compiace di ripetersi!

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  2. mi piace questo tuo parteggiare per le Giulie della storia! ;-)

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  3. Avvincente come sempre la prosa della nostra Paola :) ''altro che Beautiful!'' l'ho pensato ancor prima di giungere a quel rigo!

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  4. ahahah!...ne facevano davvero di tutti i colori Diane!

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