tag:blogger.com,1999:blog-90161210030902998922024-02-21T04:49:17.854-08:00Un'archeologa su Marte"La Bellezza salverà il mondo" (Dostoevskij)
Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.comBlogger17125tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-65712523023270811362016-06-06T03:37:00.000-07:002016-06-06T03:43:57.452-07:00 Il Santuario rupestre di Demetra in loc. Macchia delle Valli (Vetralla, Vt)<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<span style="color: yellow;">La Demetra ritrovata</span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: right;">
<span style="color: yellow;">L</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="color: yellow;">Dei templi
etruschi, soprattutto a causa della deperibilità delle strutture portanti,
possediamo purtroppo pochi resti, e per lo più limitati ai muri di fondazione e
alle terrecotte architettoniche che ne decoravano
la copertura. Per ricostruirne l’aspetto ci si è spesso avvalsi di modellini
votivi fittili, o della descrizione fatta da Vitruvio nel <i>De Architectura</i>. Questa documentazione, però,
può essere utilizzata quasi esclusivamente per gli imponenti complessi templari
urbani, mentre risulta molto meno applicabile ad una architettura sacra
“minore”, dai tratti più originali e autoctoni, che trovava una sua
applicazione e un suo utilizzo nei piccoli centri e soprattutto nelle campagne
d’Etruria. <span style="line-height: 150%;">Di recente però , una
scoperta sensazionale, quanto inaspettata, ha gettato nuova luce su questo
aspetto sicuramente non marginale e secondario della religione degli Etruschi.</span></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAXkfj-dt6es57go02fNkmVWI29G1zlfOODteSOykZJ0KTj-6nOCL94ACoPBqRIoz61jd0uf9P2snYeiC__cM49Ge8Gha9sNw6R8S0R7VJA4HSCCWmpwNFwZ7SZn3yyqwKXbdTaBRqVPpf/s1600/grotta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAXkfj-dt6es57go02fNkmVWI29G1zlfOODteSOykZJ0KTj-6nOCL94ACoPBqRIoz61jd0uf9P2snYeiC__cM49Ge8Gha9sNw6R8S0R7VJA4HSCCWmpwNFwZ7SZn3yyqwKXbdTaBRqVPpf/s640/grotta.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: red;">L'ingresso alla grotta come si presenta oggi</span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="color: yellow;">Nella primavera
del 2006, a seguito di una segnalazione da parte dei Carabinieri di scavi
clandestini, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale,
ha eseguito uno scavo di emergenza, diretto dall’Ispettrice M.G. Scapaticci, in
località Macchia delle Valli, nel territorio di Vetralla (VT), in prossimità di
una grotta naturale e di un’antica sorgente d’acqua, elementi, in antico, già
di per se qualificanti in senso sacro un’area, e spesso associati a culti di
divinità ctonie (sotterranee). La zona si presenta ancora oggi dal punto di vista ambientale molto
suggestiva. Si raggiunge percorrendo un sentiero costeggiato da un boschetto di cerri e querce, che rivela, con
le sue tagliate, l’antica origine etrusca.</span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBC5XiQAY_yrF_d6zLZF45CDRn-uGxVlZbQMtQ6DgDPPfekRyoj0HT2hakUaproOxbqXaI09uAqm9_5t8K8ieGPrGWDSkNNP0fN7vhXe7owyX1g7nLbOwue6yVRyhf8AglV6f8GCHkgn2R/s1600/P1010110.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBC5XiQAY_yrF_d6zLZF45CDRn-uGxVlZbQMtQ6DgDPPfekRyoj0HT2hakUaproOxbqXaI09uAqm9_5t8K8ieGPrGWDSkNNP0fN7vhXe7owyX1g7nLbOwue6yVRyhf8AglV6f8GCHkgn2R/s400/P1010110.jpg" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: red;">La via cava che conduce al santuario</span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="color: yellow;"><span style="line-height: 150%;">L'’area è stata utilizzata nel corso
dei secoli come cava di peperino, un’attività che ha interessato in passato
tutto il comprensorio, e da cui deriva il toponimo “Pietrara” dato alla piccola
frazione che si trova nelle vicinanze. Il luogo era noto agli archeologi soprattutto
per i resti di una cisterna romana, e ai locali per la presenza di un bel
fontanile, ormai prosciugato, conosciuto con il nome di Fontana Asciutta. </span><span style="line-height: 150%;">In questo
ambito, naturalmente predisposto ad un contatto con il divino, l’indagine della
Soprintendenza ha consentito di riportare alla luce i resti di un santuario, di
epoca etrusco-romana, dall’articolata planimetria. All’interno di una cavità
rupestre, chiusa in epoca moderna da un muro per essere trasformata in ricovero
agricolo, è stata individuata una piccola cella cultuale, lunga circa due metri
e larga poco più di un metro, costruita con grandi blocchi di peperino,
sfuggita miracolosamente all’attività di scavo clandestino. Il sacello ha
eccezionalmente restituito gli arredi di culto e la statua in terracotta di una
divinità femminile. Date le condizioni estreme dell’intervento, dovute
all’esiguità dello spazio in cui operare, si è proceduto con un metodo molto
singolare, ovvero smontando i lastroni della copertura a doppio spiovente della
cella, e rimuovendo l’interro dall’alto. </span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmdV-6cZfcPM9pnQ9xIxgl4AJTFZdj7goMJH5vAKU13YSuT748JAGYFLaHsPu8UVEMZt7DY06Bd9ySg581kIlE_sIV7YRwhUEk7HpLjnBdLwhWlevMTgUavz6KNar4nqt7k-pS8mWkme0A/s1600/P1010103.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmdV-6cZfcPM9pnQ9xIxgl4AJTFZdj7goMJH5vAKU13YSuT748JAGYFLaHsPu8UVEMZt7DY06Bd9ySg581kIlE_sIV7YRwhUEk7HpLjnBdLwhWlevMTgUavz6KNar4nqt7k-pS8mWkme0A/s640/P1010103.JPG" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: red;">Il tetto del tempietto</span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="color: yellow;"><span style="line-height: 150%;">Il piccolo edificio, che dal punto di
vista architettonico richiama i modelli votivi del tipo a </span><i style="line-height: 150%;">oikos </i><span style="line-height: 150%;">(casa)</span><i style="line-height: 150%;"> </i><span style="line-height: 150%;">, era stato
inserito in una fessura della roccia, come a costituire un tutt’uno con quella
cavità naturale, che probabilmente era stato la prima e più semplice dimora
della divinità. Non sono state rinvenute decorazioni pittoriche all’interno, ma
un sobrio intonaco color crema. Molto elaborata è risultata la struttura della
copertura, con un timpano al centro del soffitto, decorato su entrambe le facce
da un disco scolpito a rilievo, e un secondo timpano, con stesso motivo decorativo,
impostato sulla fronte del sacello. </span></span><span style="color: yellow;">A ridosso della parete di fondo della cella, sopra un banco monolitico di peperino, è stata trovata adagiata, ancora nella sua posizione originaria, la statua di culto, identificabile, per la sua iconografia, con la Demetra dei Greci, assimilata all’etrusca <i>Vei</i> e venerata poi dai Romani come Cerere. Il simulacro, datato al III secolo a.C., in terracotta, in origine dipinta, è di piccole dimensioni (alto circa 50 centimetri)), e rappresenta la dea in trono, che tiene nella mano destra una patera umbilicata, mentre nella sinistra, mancante di alcune dita, doveva sorreggere un mazzo di spighe, oggi disperso. Indossa un chitone con alta vita, tipicamente italico, e un mantello (<i>himation</i>) che dalla spalla destra sale verso la testa e la ricopre. Sullo stesso bancone è stata ritrovata una testina femminile fittile, forse attribuibile alla divinità che solitamente è collegata al mito di Demetra, vale a dire sua figlia <i>Kore</i> (Persefone o Proserpina). </span><span style="color: yellow;">L’aspetto dell’introduzione di elementi di culti greci sul sostrato indigeno etrusco è sempre stato al centro dell’interesse di molti studiosi. L’etrusca <i>Vei</i> , il cui culto è stato documentato in vari contesti d’Etruria, soprattutto centro-meridionale, si configura come una divinità fortemente autoctona, dai caratteri che in genere si pongono nella sfera femminile, come la riproduzione, e in quella dei passaggi di <i>status</i> , che si estendono anche al passaggio tra città e campagna, e a quello tra la vita e la morte. Demetra è nota in Etruria sin dal VI secolo a.C., come attestano i vasi greci con sue raffigurazioni, ma gli elementi di connotazione demetriaca del culto di <i>Vei</i> si fanno particolarmente evidenti a partire dai primi decenni del V secolo a.C., fino alla sostituzione del culto di Demetra a quello della divinità indigena, così come documentato dal santuario di Macchia delle Valli.</span><span style="color: yellow;"><span style="line-height: 150%;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNUk53EYborNcD5tWOuYk86iBtP_vTRXqRavyc4jdC3eGAPwigj9ejk-Yn_kTW-tImfXYrfjb8jyQ41fsgdyWCH2YjivlNme7Qlb07HSfgrVoBsoSynBHwRwMHgS_nK7iDq0TT0-7vZflj/s1600/20141129_113135.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNUk53EYborNcD5tWOuYk86iBtP_vTRXqRavyc4jdC3eGAPwigj9ejk-Yn_kTW-tImfXYrfjb8jyQ41fsgdyWCH2YjivlNme7Qlb07HSfgrVoBsoSynBHwRwMHgS_nK7iDq0TT0-7vZflj/s640/20141129_113135.jpg" width="542" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: red;">La statua della Demetra</span></td></tr>
</tbody></table>
</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="color: yellow;"><span style="line-height: 150%;"> </span></span><span style="color: yellow; line-height: 150%;">Lo scavo
all’interno del sacello, ha portato anche al rinvenimento, al centro della parete
destra, di un tavolino rituale, sotto il quale erano stati deposti, in
posizione rovesciata, forse proprio a sottolineare il carattere sotterraneo del
culto praticato, alcuni reperti di ceramica. Su un piccolo altare di peperino,
è stata infine recuperata una moneta di bronzo, un asse di Domiziano, emessa
dalla zecca di Roma nell’anno 86 a.C., ma che dall’usura rivela una lunga
circolazione. La moneta data perciò tra la fine del I e l’inizio del II secolo
d.C. l’ultima fase di frequentazione della cella. Tra questa e la grotta, un’
area all’aperto, costituiva una zona di passaggio (antecella) di grande importanza per il culto. Qui è stata
rinvenuta una base di peperino, usata come sostegno per un strano e suggestivo donario di argilla,
incompleto, a forma di torso umano, di modestissima fattura, rappresentante forse
un embrione umano, allusivo quindi alla fertilità che qui </span><span style="color: yellow; line-height: 150%;">si veniva a
propiziare.</span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRAlvYKQdvmMJ25Jm889yUexYKPJC4o5SR7LnJVEf4I6qWZfYtIqVuxrYB4vRjXkmeGQBbOHXiBD384W26ICKzJazuXs9kKj11G_ptClE7ChFfL1Y-kBaiRKGXo5Z7yF5h1PLXZ_83AAm3/s1600/20141129_113057.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRAlvYKQdvmMJ25Jm889yUexYKPJC4o5SR7LnJVEf4I6qWZfYtIqVuxrYB4vRjXkmeGQBbOHXiBD384W26ICKzJazuXs9kKj11G_ptClE7ChFfL1Y-kBaiRKGXo5Z7yF5h1PLXZ_83AAm3/s640/20141129_113057.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: red;">La sala del Museo Nazionale della Rocca Albornoz di Viterbo interamente dedicata al Santuario di Demetra</span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="color: yellow;"><br /></span></span>
<span style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="color: yellow;">Lo scavo eseguito in grotta ha consentito il recupero di ceramica e
votivi di epoca etrusca e romana. Un lastrone staccatosi dalla parete rocciosa,
e adagiatosi in posizione pressoché orizzontale sopra la cavità naturale, era
stato utilizzato in antico come “terrazza” di culto, con apprestamenti atti
alla celebrazione del rito: libagioni verso la cella, che si disperdevano poi
nella terra. Anche nell’anfratto sottostante questa terrazza e nell’area aperta
prospiciente è stato recuperato numeroso materiale votivo. </span></span><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjG_NSIujnoyRwylbOI_XpKN2eDBZfiDb0L6ndygTA3a7jdeDOZBYJuNeV62Okz7vGd9SAOUtU-CQ2Q73N46dCNJVIPXJlSyMxhF-QvM2QikvdR8LcQcCorQNeiQFLbTjEBrKmWHqKBYf3Y/s1600/P1010108.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjG_NSIujnoyRwylbOI_XpKN2eDBZfiDb0L6ndygTA3a7jdeDOZBYJuNeV62Okz7vGd9SAOUtU-CQ2Q73N46dCNJVIPXJlSyMxhF-QvM2QikvdR8LcQcCorQNeiQFLbTjEBrKmWHqKBYf3Y/s640/P1010108.JPG" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: red;">La "terrazza" cultuale del Santuraio</span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="color: yellow;"><br /></span></span>
<span style="color: yellow;"><span style="line-height: 150%; text-align: justify;">Le caratteristiche dei reperti rinvenuti in
tali depositi, con prevalenza di </span><i style="line-height: 150%; text-align: justify;">ex voto</i><span style="line-height: 150%; text-align: justify;">
anatomici, soprattutto uteri, ma anche piedi, teste, gambe, e l’associazione
con statuette di argilla rappresentati figure femminili (tanagrine), indirizzano
il culto qui praticato verso la sfera della fecondità e della guarigione (</span><i style="line-height: 150%; text-align: justify;">sanatio</i><span style="line-height: 150%; text-align: justify;">). Nei pressi della grotta si
sono inoltre raccolte importanti testimonianze dei riti svolti, legati alla
presenza dell’acqua, che veniva raccolta in una vasca monolitica in peperino e
poi riutilizzata in un </span><i style="line-height: 150%; text-align: justify;">labrum</i><span style="line-height: 150%; text-align: justify;">
(bacino) lapideo per cerimonie lustrali.</span></span><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuqqsu3TpCoWybC3Jjw0sBcyAbspk81_jRJMxhkel_SqpIcv4ggC0jX0xJ4PIoEniqXu_ZS1g5gBLK2Ih6byDs6j0756NKdvh5IH203fRZLRb9nNlnU7kBJ2EyxgD_3bQeFTmOvscc6nEA/s1600/20141129_113016.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuqqsu3TpCoWybC3Jjw0sBcyAbspk81_jRJMxhkel_SqpIcv4ggC0jX0xJ4PIoEniqXu_ZS1g5gBLK2Ih6byDs6j0756NKdvh5IH203fRZLRb9nNlnU7kBJ2EyxgD_3bQeFTmOvscc6nEA/s640/20141129_113016.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: red;">Reperti rinvenuti all'interno del Santuario (a destra "embrione umano" ? )</span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="color: yellow;"><br /></span></span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="color: yellow;">Per la sua
collocazione extraurbana, rispetto agli antichi insediamenti noti nel territorio
vetrallese, il complesso si configura sicuramente come un santuario di
campagna, connesso ad un contesto sociale rurale e frequentato prevalentemente
da un ceto contadino. In base alla datazione del materiale recuperato è
possibile datare la frequentazione dell’area tra la fine del IV secolo a.C e
gli inizi del II secolo. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="color: yellow;">Per quale motivo
il santuario rupestre di Macchia delle Valli venne abbandonato? Un evento
bellico? Un’epidemia? O forse il prosciugamento della sorgente d’acqua? Quel
che è certo è che l’abbandono fu voluto e intenzionale, infatti tutta l’area venne occultata e sigillata con
un consistente strato di residui di cava, lasciando intatte solo cella e
antecella, e spargendo in varie zone, le più significative del santuario, una
grande quantità di una sostanza all’apparenza liquida, rilevata da uno strato nel
terreno di colore più scuro. Un’ipotesi molto suggestiva vorrebbe riconoscere
in questo liquido del latte, o meglio ancora il famoso ciceone, la bevanda
composta da acqua, farina di orzo e menta, legata al mito e quindi al culto di
Demetra.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibLTefXFVwx7TT3JnryC3Ncc1eX0GqJWOLT-9o0QLnTwzyrlvLC8d6OC2XBRsCf_it8akNP8Q71DpzK2LXMGjGdJCp1n-DOyDwkQU7N3Pphc4YkHyu0TcjLmAviAGiXTg-zheCBcDP1ZET/s1600/tempio-demetra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibLTefXFVwx7TT3JnryC3Ncc1eX0GqJWOLT-9o0QLnTwzyrlvLC8d6OC2XBRsCf_it8akNP8Q71DpzK2LXMGjGdJCp1n-DOyDwkQU7N3Pphc4YkHyu0TcjLmAviAGiXTg-zheCBcDP1ZET/s640/tempio-demetra.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<b><span style="color: yellow;">I cavalli alati di Vetralla<o:p></o:p></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="color: yellow;">Nel 2002, in una
raccolta privata, conservata a Cura di Vetralla, in occasione della redazione
dell’elenco e schedatura dei reperti, venne effettuata una sorprendente
scoperta. Tra decine di pezzi di scarso valore scientifico venne individuato un
gruppo di frammenti pertinenti ad una lastra di terracotta architettonica, in
argilla rosa, con altorilievo, raffigurante una coppia di cavalli alati. Lo
stile e l’elaborazione di alcuni particolari, come la posizione delle zampe, la
resa degli zoccoli, delle bocche semiaperte, la ricca bardatura, la presenza di
piume sulle ali, non lasciavano spazio ad alcun dubbio: si trattava dell’unica
replica antica conosciuta della lastra architettonica con cavalli alati,
proveniente dall’Ara della Regina di Tarquinia, simbolo stesso della città e
del locale Museo Nazionale. Le dimensioni si presentano ridotte rispetto
all’originale, e anche la qualità dell’opera è di livello nettamente inferiore.
</span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggllgz9bIu27vqrtEAnRAFcOM4zPpA3j9vdItUj1ky7NEYqyJ6diXMuFIQuIUQWEalW6M0-pP7Ab_cQPvpQ2z4QCyCK6igQZA61AwAeKU__ilGNCfl8Dd-eFPg9E02Jb63Hd0E00ASQXJ8/s1600/cavalli+alati+Vetralla+024.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="612" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggllgz9bIu27vqrtEAnRAFcOM4zPpA3j9vdItUj1ky7NEYqyJ6diXMuFIQuIUQWEalW6M0-pP7Ab_cQPvpQ2z4QCyCK6igQZA61AwAeKU__ilGNCfl8Dd-eFPg9E02Jb63Hd0E00ASQXJ8/s640/cavalli+alati+Vetralla+024.JPG" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: red;">I "cavalli alati" della collezione privata</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: yellow;">Ma l’indubbio confronto con il modello tarquiniese fa dedurre l’esistenza di
cartoni di riferimento che dovevano circolare nell’ambito del territorio della
grande metropoli etrusca. Non bisogna dimenticare che il tempio dell’Ara della
Regina è il più grande tempio etrusco sinora scoperto, ed aveva una rilevanza
nazionale, risulta pertanto agevole ipotizzare che la magnifica opera che ne
decorava il frontone fosse molto nota e ammirata dai contemporanei, e che
esistessero nell’entroterra tarquiniese botteghe che si cimentavano in repliche,
certamente più scadenti e provinciali, del celeberrimo capolavoro fittile. </span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4L6EgOJOPa9Kdg_GXkg3Pp5nJMSfaw_A9jHNFTvgKIQREVsoB7LcosLozy1XIo7cEYGBfyFLolrar501zMTqP44rGIu3vodoW-wSVMoz6qV3ITJHCJcv17557hdSmh1Ka-qxCZXt2JgFk/s1600/20160423_143652.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4L6EgOJOPa9Kdg_GXkg3Pp5nJMSfaw_A9jHNFTvgKIQREVsoB7LcosLozy1XIo7cEYGBfyFLolrar501zMTqP44rGIu3vodoW-wSVMoz6qV3ITJHCJcv17557hdSmh1Ka-qxCZXt2JgFk/s400/20160423_143652.jpg" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: red;">I cavalli alati di Tarquinia<br />Museo Nazionale Etrusco, Tarquinia (vt)</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: yellow;">Da
dove poteva provenire la copia conservata a Vetralla? Sicuramente dall’Etruria
meridionale interna, dal momento che i possedimenti della famiglia che è ancora
proprietaria del reperto, ricadono in questo ambito territoriale. Forse da un
piccolo luogo di culto, afferente ad un centro minore del comprensorio. In
occasione dello scavo del santuario di Macchia delle Valli, sono stati notati tre
incassi su una parete rupestre che chiude a sud l’area cultuale, forse
pertinenti all’alloggiamento di tre travi, la cui disposizione disegna la forma
inclinata di un tetto. Non si può escludere che questa copertura a spiovente
potesse essere funzionale ad un edificio antico. Se così fosse, non solo gli
archeologi avrebbero per la prima volta la possibilità di misurare concretamente
l’altezza di un tempio etrusco, ma forse ci troveremmo anche di fronte
all’originaria collocazione dell’altorilievo con cavalli alati conservato a
Vetralla, che quindi non si sarebbe mai troppo allontanato dal luogo per cui
era stato commissionato e realizzato. </span></div>
Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-40828621776464533972015-08-05T05:29:00.000-07:002015-08-05T05:35:05.711-07:00Che odore aveva la pelle di Ramtha?!<div class="MsoNormal">
<h2 style="text-align: center;">
</h2>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTK5KQBNuO6qL21lzRehHG4WXks_swytZ-vk4uTT1RZ3W_xtjYEUkLZ8aufYlchTnjT6aJ9Wf69Naz3SMhaBnJqliLsOLgqYMiS01SXRjLcKmREHEL3T6jaac997CaxD_I5jeuzoMYxv2o/s1600/20141119_115954.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="background-color: black; color: white;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTK5KQBNuO6qL21lzRehHG4WXks_swytZ-vk4uTT1RZ3W_xtjYEUkLZ8aufYlchTnjT6aJ9Wf69Naz3SMhaBnJqliLsOLgqYMiS01SXRjLcKmREHEL3T6jaac997CaxD_I5jeuzoMYxv2o/s640/20141119_115954.jpg" width="640" /></span></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: white; font-size: large;"> Si chiama, in modo molto
poetico e suggestivo, “archeologia dell’evanescente” ed è la scienza umanistica
che si occupa del mondo dei profumi antichi. Io ne sono rimasta “folgorata”
alcuni anni fa, quando, insieme ad un gruppo di ricercatori sperimentali, siamo
stati incaricati dal CNR di ricostruire dei profumi, partendo da residui
organici, individuati all’interno di contenitori, scoperti a Cipro e datati al
1800 a.C.! </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="background-color: black; color: white;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6pv2a2vcVL29fQ-USVmPN5pPHPnBkRIoFT4xvQ2T9dkT_bv7VhQb_MISolWrFXcodLUbkAzyszrzYp7WdKfhOQagslf_-tN9BXMCk8JfbNeYdDDnZRAIzJh4c-enUTgIooNGcEkZEK8Cn/s1600/20150408_183438.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6pv2a2vcVL29fQ-USVmPN5pPHPnBkRIoFT4xvQ2T9dkT_bv7VhQb_MISolWrFXcodLUbkAzyszrzYp7WdKfhOQagslf_-tN9BXMCk8JfbNeYdDDnZRAIzJh4c-enUTgIooNGcEkZEK8Cn/s640/20150408_183438.jpg" width="640" /></a></span></div>
<span style="background-color: black; color: white;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: white;"><span style="font-size: large;">Da quel momento il mondo del “profumo archeologico” ha cominciato ad
esercitare su di me un fascino irresistibile, al punto che la mia attività di
studio e ricerca ha finito per orientarsi principalmente verso questo particolare
aspetto dell’antichità. Ovviamente l’esperienza sensoriale ne rappresenta un
momento imprescindibile. Come fai a non essere travolta dalla curiosità di
“annusare” la Storia?! Ricostruire antichi profumi è diventata una passione che
ormai mi si è cucita addosso, direttamente sulla pelle, è diventata parte di
me, è me!</span></span></div>
<span style="background-color: black; color: white;">
</span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="background-color: black; color: white;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2PkuRJBj8Sbpsihhyz-4h2DPKwpdPqIHoC1t7Ba0fTKo6XO202G1i4Jlct_IGP3J56iHNGj4IJ32377xGAzeUZeRaJpNsIElkLBrhG3HaxvCYKksT_5MuywPWNrHMo27HYOVBxWlZb35K/s1600/1456110_10201041635979609_1555717598_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="425" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2PkuRJBj8Sbpsihhyz-4h2DPKwpdPqIHoC1t7Ba0fTKo6XO202G1i4Jlct_IGP3J56iHNGj4IJ32377xGAzeUZeRaJpNsIElkLBrhG3HaxvCYKksT_5MuywPWNrHMo27HYOVBxWlZb35K/s640/1456110_10201041635979609_1555717598_n.jpg" width="640" /></a></span></div>
<span style="background-color: black; color: white;">
<br />
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="background-color: black; color: white;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwbIhrJeY6r-jb9_yMLGW9TagSukW33X_EB3wtNqtkX1U0Ub8dh7aRHCzh-Grhg6eVHxBu5EtffuRsmnWNRVLVsOeHdYzDvqjj9_oddi8KepLTI4zoQlOBtmK3hsyjJ3o1nZ3qKTm7i9uv/s1600/1488318_10201041636659626_1183812519_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="425" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwbIhrJeY6r-jb9_yMLGW9TagSukW33X_EB3wtNqtkX1U0Ub8dh7aRHCzh-Grhg6eVHxBu5EtffuRsmnWNRVLVsOeHdYzDvqjj9_oddi8KepLTI4zoQlOBtmK3hsyjJ3o1nZ3qKTm7i9uv/s640/1488318_10201041636659626_1183812519_n.jpg" width="640" /></a></span></div>
<span style="background-color: black; color: white;">
</span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="background-color: black; color: white;"><br /></span></div>
<span style="background-color: black; color: white;">
</span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="background-color: black; color: white;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWljlQ6i5-BlE3Rs5t9yzj2bpV_dj79T-KnyAzwwm8FxOZSFaXJTf-CLHpirylfdApMMWS6N5aScjL3aG85qz8MoYOwHXB6GjtTNatHLqodFDk6bGlLNWJeCE3qFEvta92ruSPoeYKC_yW/s1600/castello+Ruspoli+014.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWljlQ6i5-BlE3Rs5t9yzj2bpV_dj79T-KnyAzwwm8FxOZSFaXJTf-CLHpirylfdApMMWS6N5aScjL3aG85qz8MoYOwHXB6GjtTNatHLqodFDk6bGlLNWJeCE3qFEvta92ruSPoeYKC_yW/s640/castello+Ruspoli+014.JPG" width="640" /></a></span></div>
<span style="background-color: black; color: white;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<span style="font-size: 16pt;"><br /></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Manipolare fiori, piante, spezie, incensi, cere, “giocare” con
padelline e alambicchi vari, “assaggiare” con il naso, è qualcosa di
entusiasmante che ti coinvolge ad ogni livello, professione ed emotivo. E’
un’attività che ha risvolti legati più al mondo magico-esoterico che non a
quello storico-scientifico: “dissolve et coagula”! Quali sono le fonti da cui
partire per ricostruire una famosa “nota” olfattiva di duemila anni fa?!
Innanzitutto quelle letterarie antiche. E tra queste spicca e domina su tutte
il trattato “Sugli Odori” del filosofo greco Teofrasto (IV sec.a.C). Da lui
deriveranno gran parte delle loro conoscenze anche gli autori latini, Plinio in
primis. Poi ci sono le documentazioni archeologiche, di scavo, a cui di recente
si affianca l’attività di chimici molecolari che, grazie alle moderne
tecnologie, sono in grado di individuare le componenti di antichi unguenti
anche solo analizzando le pareti porose dei contenitori.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSe9iTkQR5CHXm0S4tmE5rHYnCRuHE6ZZ0hDDH3MJLZ3LPTHLMrPyZrqVZa60nQ98tTJO7T8a6bG0s41_qoTq4rRwQRKdPwA-7MN3j0fIu9xhKtnr2XD_bgP6f3R2yBoyqWIWumXirKSRO/s1600/vasetti2+008.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSe9iTkQR5CHXm0S4tmE5rHYnCRuHE6ZZ0hDDH3MJLZ3LPTHLMrPyZrqVZa60nQ98tTJO7T8a6bG0s41_qoTq4rRwQRKdPwA-7MN3j0fIu9xhKtnr2XD_bgP6f3R2yBoyqWIWumXirKSRO/s640/vasetti2+008.JPG" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">E le belle donne
etrusche?! Sappiamo qualcosa in merito ai preziosi e sicuramente raffinati
unguenti con cui erano solite nutrire e profumare la loro pelle?! Assolutamente
si! A partire dalla metà del VII sec. a.C. e per gran parte di quello
successivo, vengono importati in Etruria quantità straordinarie di unguentari
prodotti nella città di Corinto. Le tombe etrusche arcaiche hanno restituito
decine e decine di aryballoi e alabastra, proto-corinzi e corinzi.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiKErHzjlDYC2g1six-cxrrWSTPOniU4CzdT62qiAznIjJtqCkgY9gP9hAzjzJMiUGT3Y7iH2VXyxWSa7HLIa8HFfTR2k7kpif5SgbsHv78hrgKXNRBJj3RuHzCVSwyIsh3KLgGKvq6_GJ/s1600/45D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="271" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiKErHzjlDYC2g1six-cxrrWSTPOniU4CzdT62qiAznIjJtqCkgY9gP9hAzjzJMiUGT3Y7iH2VXyxWSa7HLIa8HFfTR2k7kpif5SgbsHv78hrgKXNRBJj3RuHzCVSwyIsh3KLgGKvq6_GJ/s400/45D.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;">
L’affezione
verso questo tipo di prodotto era tale che presto anche in Etruria si avvierà
una produzione di ceramica etrusco-corinzia, commercializzata e distribuita in
tutto il Mediterraneo, che aveva proprio negli unguentari la sua punta di
diamante.</div>
</span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB6TsGTsf3MI3QEI3SUmvUh5duDqxsUJ86ZUGN6aXAINzkCpPUFAEJK8xXDGjNTJxJ8OjwW8-G2r7_tR3Kcnv8JHyhZ9BNMTdEpzqToazUs9sna2mMM7bnEWbPjn_kz4g-ZgJa8_LmknpH/s1600/81D.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB6TsGTsf3MI3QEI3SUmvUh5duDqxsUJ86ZUGN6aXAINzkCpPUFAEJK8xXDGjNTJxJ8OjwW8-G2r7_tR3Kcnv8JHyhZ9BNMTdEpzqToazUs9sna2mMM7bnEWbPjn_kz4g-ZgJa8_LmknpH/s320/81D.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Cosa contenevano queste deliziose, e perlopiù minute, ceramiche
prodotte a Corinto, che faceva letteralmente impazzire le ricche signore
dell’aristocrazia etrusca?! Ce lo dice Plinio, nella “Naturalis Historia”,
quando, parlando proprio dei profumi greci, ci informa che Corinto era
famosissima per il suo profumo a base di rizoma (radice) di iris. Come era
ottenuto questo profumo ce lo “spiffera” invece il caro Teofrasto: rizoma di
iris essiccato per cinque anni, lasciato macerare a freddo in olio.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgC6FKvBXX_Z4IKhQSI4z-pXeWjHl9FeuVjKxX6ZDeT7UCW79SRS1OkZ4KLv5aqiyr-D0aRwNnviljfcsXg3w6PZ_w3_P2yNNVWLOFlfuBn8I9S4JGuNUb3EjtEZkQmkAzAzgLis9wyOWZ4/s1600/iris-1-%25282%2529-kthD-U46010492675328dEH-1224x916%2540CorriereFiorentino-Web-Firenze-593x443.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="298" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgC6FKvBXX_Z4IKhQSI4z-pXeWjHl9FeuVjKxX6ZDeT7UCW79SRS1OkZ4KLv5aqiyr-D0aRwNnviljfcsXg3w6PZ_w3_P2yNNVWLOFlfuBn8I9S4JGuNUb3EjtEZkQmkAzAzgLis9wyOWZ4/s400/iris-1-%25282%2529-kthD-U46010492675328dEH-1224x916%2540CorriereFiorentino-Web-Firenze-593x443.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHCXv2hYajB0CTG8a1CY7N-_sH02V_jl1gPP9XBwgwtDBd_mHPAzT7TAE_7UzTW5wrB2CkE6HKMUc4x3D1Ee7-fGXLlqIxs8v6wNCc-FwssUVdDhlnWXTkTKSZJ4hRZv-tpXNMAPv9TD5z/s1600/iris-rizomi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHCXv2hYajB0CTG8a1CY7N-_sH02V_jl1gPP9XBwgwtDBd_mHPAzT7TAE_7UzTW5wrB2CkE6HKMUc4x3D1Ee7-fGXLlqIxs8v6wNCc-FwssUVdDhlnWXTkTKSZJ4hRZv-tpXNMAPv9TD5z/s400/iris-rizomi.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Eccezionale
è stata poi la scoperta, a conferma delle fonti scritte, di un unguentario
corinzio con scritto sopra proprio il nome del profumo: Irinon! E poiché gli
Etruschi erano un po’ i Cinesi del mondo antico, nel senso che “scopiazzavano”
di tutto, nessuno mi toglie dalla testa che anche loro, all’interno degli
unguentari etrusco-corinzi, distribuissero lo stesso tipo di essenza, ovviamente
a prezzi concorrenziali. Basti pensare all’antica tradizione della coltivazione
del giaggiolo in terra etrusca, soprattutto in Toscana, al punto che il
giaggiolo, o iris, o giglio fiorentino, è diventato non solo il simbolo di una
città, che vanta da sempre origini etrusche, ma anche quello di una nobile
casata “radicata” nello stesso contesto dove visse l’antico ethnos italico: i
Farnese.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHFyybFV8AsgTqPT5ocHtXqyCstTP7zZjyjTPKLZmPjzoqH-hXkjWlw7-weeqcGXLafgzXMqNwR2-pAaR0v1syPoTrbrKQLydaVyK1ZmNvOuv8YxdqHnN9Pr9qY1a8UJdccgQ3eO20EdxD/s1600/balbif46.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="394" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHFyybFV8AsgTqPT5ocHtXqyCstTP7zZjyjTPKLZmPjzoqH-hXkjWlw7-weeqcGXLafgzXMqNwR2-pAaR0v1syPoTrbrKQLydaVyK1ZmNvOuv8YxdqHnN9Pr9qY1a8UJdccgQ3eO20EdxD/s400/balbif46.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJ2BlaSpXb1f7Zz_VYJb2KVYq7NPdYW3EjE0A0pQrAUxmaHeYWEXprekt1JYpk0tK9SywzDZ2UIzvAkWpcvRM3Gbj5c9IjrQy8oLc5IlnXFMjp0_IZZaewF8bil6KG_YOxyPAbIErjNHCV/s1600/8610167250_0c2e562353_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJ2BlaSpXb1f7Zz_VYJb2KVYq7NPdYW3EjE0A0pQrAUxmaHeYWEXprekt1JYpk0tK9SywzDZ2UIzvAkWpcvRM3Gbj5c9IjrQy8oLc5IlnXFMjp0_IZZaewF8bil6KG_YOxyPAbIErjNHCV/s400/8610167250_0c2e562353_o.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Mi piacerebbe in un futuro approfondire anche questo interessante
aspetto, al momento buttato lì solo come invitante suggestione. L’Irinon è un
profumo dolce e gradevole. Essendo derivato da una radice ha la calda
sensualità della terra. Il fatto di essere un profumo in olio lo rende instabile
e perciò “vivo”. Niente a che vedere con i nostri alcolici profumi di sintesi!
Interagisce con la pelle con cui viene a contatto, e cambia di continuo le sue
caratteristiche pur mantenendo la sua “nota”. Chiudere gli occhi e immaginare
le movenze di una danzatrice etrusca che ci inebria con il suo odore
rappresenta un’esperienza “altra” del mondo antico, molto più reale e
coinvolgente. Adoro portare in giro questi profumi e farli “respirare” alla
gente (ovviamente non ho le capacità di una produzione industriale, ma se
qualcuno è curioso di “provare” questo profumo può contattarmi in privato). Mi
piace leggere lo stupore e la meraviglia sui loro volti, e quell’incanto che
solo ciò a cui diamo il nome di “magia” sa suscitare.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHJc4njo1pj38M5N0Fi0NTahi4Ni2ckGNBR0vfxvw9Mu7PKHo2Oh61QMNwKAQ4eDf7Q1a5wIvVjxx05TRNa08maRRBPIArjQxbR2tA6r2a1igpeEuei2vi9zFNbFAa5zjkeekRxnlhbRkH/s1600/al+21+05+2015+1177.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHJc4njo1pj38M5N0Fi0NTahi4Ni2ckGNBR0vfxvw9Mu7PKHo2Oh61QMNwKAQ4eDf7Q1a5wIvVjxx05TRNa08maRRBPIArjQxbR2tA6r2a1igpeEuei2vi9zFNbFAa5zjkeekRxnlhbRkH/s640/al+21+05+2015+1177.JPG" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitKFiSdRgHWgrTmub_iSxn6-jwF45WrxniF0k4tcMOiYrxzB2aBP2QgS0cJg_mCcyTvojkBUzLmvNzE-hF1z7WBDS8L2z8CK13JKYz-6L6eL811FPBTMvGpnf4otHA8XZwzGaOeyXi6D1Z/s1600/al+21+05+2015+986.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitKFiSdRgHWgrTmub_iSxn6-jwF45WrxniF0k4tcMOiYrxzB2aBP2QgS0cJg_mCcyTvojkBUzLmvNzE-hF1z7WBDS8L2z8CK13JKYz-6L6eL811FPBTMvGpnf4otHA8XZwzGaOeyXi6D1Z/s640/al+21+05+2015+986.JPG" width="640" /></a></div>
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: white;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWKa2-YHvB6lWJKBQi5SRCHLbskmrF3eivR1G2GsIKZhMQGgI8fsnDnLojCVLb5VkgIwqEmePrkCgjkw86pBNcIgg1mXsLCwKNMlTANICoW28QbD_SEeHCzkP4fDNEJ1w4P9fzl2SsZBry/s1600/1471806_10201041593138538_1383347411_n.jpg" imageanchor="1" style="font-size: 16pt; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWKa2-YHvB6lWJKBQi5SRCHLbskmrF3eivR1G2GsIKZhMQGgI8fsnDnLojCVLb5VkgIwqEmePrkCgjkw86pBNcIgg1mXsLCwKNMlTANICoW28QbD_SEeHCzkP4fDNEJ1w4P9fzl2SsZBry/s640/1471806_10201041593138538_1383347411_n.jpg" width="640" /></a></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 0cm;">
<span style="background-color: black; font-size: 16pt;"><span style="color: white;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8id5_MjPtukUpJl_oPs4dUj3K5Vh5izkzbv6FZaEaXhMLtX3tTKeXBmZnKDJ_14gw2CrfxUs8znI6VCsc2c6qajjriVksAggmsAsW1RhQTytbv_5KCMoNu37XVo8bfTsHZ0vZXbGpV46d/s1600/profumi8.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="background-color: black; color: white;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8id5_MjPtukUpJl_oPs4dUj3K5Vh5izkzbv6FZaEaXhMLtX3tTKeXBmZnKDJ_14gw2CrfxUs8znI6VCsc2c6qajjriVksAggmsAsW1RhQTytbv_5KCMoNu37XVo8bfTsHZ0vZXbGpV46d/s320/profumi8.jpg" width="223" /></span></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: white; font-size: large;">“Gli
uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore,
davanti alla bellezza, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole
seducenti. Ma non potevano sottrarsi al profumo. Poiché il profumo era fratello
del respiro.”<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="background-color: black; color: white;">(tratto
da “Il profumo” di P. Susk</span><span style="background-color: black; color: white;">ind)</span></span><span style="font-size: 16pt;"><o:p></o:p></span></div>
Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-23698280684329941962015-03-27T13:10:00.001-07:002015-03-27T13:32:02.799-07:00 La Centrale Montemartini di Roma: un viaggio fantastico tra macchine e dei!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqPUYBZWsWjE3k5JmfWIEFc1Pd5CvL-npvfauqGEuSI1vmbE2aMexr6-6965iTueksPtm5EY7tUlh2BrPipCNmziUUW1drkFgNyVdGPPtg6DeZLOvTtZ9-EGwjrvEcN8U1hkvMmUrR1IOq/s1600/20150211_113738.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; line-height: 15pt; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqPUYBZWsWjE3k5JmfWIEFc1Pd5CvL-npvfauqGEuSI1vmbE2aMexr6-6965iTueksPtm5EY7tUlh2BrPipCNmziUUW1drkFgNyVdGPPtg6DeZLOvTtZ9-EGwjrvEcN8U1hkvMmUrR1IOq/s1600/20150211_113738.jpg" height="480" width="640" /></a><br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 15.0pt; margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">E’ una splendida giornata di sole, anche
se siamo ancora a febbraio. La campagna
romana, in avvicinamento alla città, brilla di luce e scorre via rapida dal
finestrino del treno. I raggi mi baciano con il loro calore ed io regalo loro
un sorriso. Mi sembra il minimo. Oggi sarà una giornata speciale. Lo sono un
po’ tutte quelle che trascorro a Roma, ma la destinazione odierna mi riempie di
entusiasmo ed eccitazione. Ho un gruppo da accompagnare al quartiere Ostiense,
ai Musei Capitolini. Ai Musei Capitolini?!
Ma non stanno sul Campidoglio?! Non tutti! Sulla via Ostiense, poco
oltre la Piramide Cestia e la Porta San Paolo, si trova l’ex Centrale
Termoelettrica Giovanni Montemartini. E che c’entra?! Tempo al tempo. </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMCXcX-Vu-3m53GqDPKBxWBrcIZVAWpnVFs3ixm_piydSN3s7yRj_2KdwZHs32LVMoIP6T2TinSWOsD_YcqpUNdkTuVmTLLMvAIba3BjzVAf2ETux9RmSVDQ9im5tHNY6kUGOZ7f2adYCE/s1600/20150211_113207.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMCXcX-Vu-3m53GqDPKBxWBrcIZVAWpnVFs3ixm_piydSN3s7yRj_2KdwZHs32LVMoIP6T2TinSWOsD_YcqpUNdkTuVmTLLMvAIba3BjzVAf2ETux9RmSVDQ9im5tHNY6kUGOZ7f2adYCE/s1600/20150211_113207.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
<span style="background-color: black; color: orange;">La storia
che ci interessa ha inizio nel 1997, quando per consentire lavori di
ristrutturazione di ampi settori del complesso capitolino, numerose sculture e
molti altri reperti archeologici dovettero migrare dalle loro stanze e
saloni. Per non sottrarre al pubblico
queste meraviglie, venne allestita una grande mostra, che si decise di ospitare
all’interno del primo impianto pubblico di energia elettrica della Capitale: la
Centrale Montemartini, appunto. Il fascino esercitato da questa sede e dalla
maestosità dei suoi ambienti, così adatti ad accogliere opere monumentali e
ricostruzioni architettoniche di antichi edifici, fu più forte della preoccupazione di accostare tra loro due mondi così
diversi: l’archeologia e l’archeologia industriale. L’obiettivo era troppo
invitante. In un sol colpo si poteva ridare vita, anche se con una nuova
funzione, all’antica centrale e presentare al pubblico le sculture rimaste temporaneamente
senza fissa dimora. L’interesse dei visitatori e degli addetti ai lavori, attratti da questo
accostamento ardito, decretarono il grande successo del nuovo spazio
espositivo, che da esperimento passò così a sede permanente per le collezioni
di più recente acquisizione dei Musei Capitolini. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrLpFSEcXnzOFXZC99KzdcOYwfY31TD-IeV_yxkfGYtKuR3Z_ACfjSPtV4H4EKBKi5ZF60QCB8jTiv5WTMBnWqbfOQBziHZv2Xj2xWD7s5UV3AS8Ay2xnmYP5d2OK9ELawLxB8sW1VxMs1/s1600/20150211_111540.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrLpFSEcXnzOFXZC99KzdcOYwfY31TD-IeV_yxkfGYtKuR3Z_ACfjSPtV4H4EKBKi5ZF60QCB8jTiv5WTMBnWqbfOQBziHZv2Xj2xWD7s5UV3AS8Ay2xnmYP5d2OK9ELawLxB8sW1VxMs1/s1600/20150211_111540.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Mentre ripercorro nella mente
queste tappe storiche dell’allestimento, quasi una sorta di ripasso per quello
che dovrò poi raccontare ai miei uditori, ecco che lo speaker annuncia l’arrivo
del treno alla Stazione Ostiense, scusandosi per il solito ritardo. Guardo
l’orario. Il mio gruppo dovrebbe già essere fuori della Centrale ad aspettarmi.
Mi incammino con passo sostenuto. A molti non piace questa parte di Roma. Io la
trovo molto suggestiva. E’ un particolare paesaggio urbano, quasi sconosciuto
anche alla maggior parte dei romani, caratterizzato dalla maestosità dei
Gazometri e dal grande “cobra d’ acciaio”, il modernissimo ponte che unisce
Ostiense alla Garbatella. Pochi lo sanno ma l’ardito manufatto è stato
intitolato a Settimia Spizzichino, l’unica sopravvissuta ai rastrellamenti del
Ghetto e alla conseguente prigionia nel campo di Auschwitz. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxU_P8xeCGbk5_X4jxvO57QFxRvDQIpAX_WBzoBUJm_gf18Z8uP1cqtedqC9XQZ8tZcmc9H3Uv9niyvvB85VzJfJwAjXlq4GGKNwE2XjeOK5s-UQKsTQ-JNyowd8whdY0ZSqOqwEGwVpUU/s1600/spizzichini2.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxU_P8xeCGbk5_X4jxvO57QFxRvDQIpAX_WBzoBUJm_gf18Z8uP1cqtedqC9XQZ8tZcmc9H3Uv9niyvvB85VzJfJwAjXlq4GGKNwE2XjeOK5s-UQKsTQ-JNyowd8whdY0ZSqOqwEGwVpUU/s1600/spizzichini2.jpg" height="479" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Un vero “ponte” tra
passato e futuro, insomma. Con la mente impegnata in queste riflessioni giungo
alla mia destinazione, sorpresa di aver trovato la strada senza neppure
un’inversione di marcia o una strategica richiesta d’aiuto al primo passante.
Che io mi perda ovunque è tristemente noto. Credo che il mestiere di guida mi
sia toccato per la ben nota legge del contrappasso. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMnPk9iefT5ZA89xCxErbDm7pzWJBH5GVoNVPbPr8bvNfAu4GwcdD-xBPCVh9KWZVsGFYfg60xzJqf9f7sSkQ8X92t97chV3cxwpnIgvRBhFtLPMu19NgGv-uUJYDfOfIVKcZuya8xh4A1/s1600/spizzichino.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMnPk9iefT5ZA89xCxErbDm7pzWJBH5GVoNVPbPr8bvNfAu4GwcdD-xBPCVh9KWZVsGFYfg60xzJqf9f7sSkQ8X92t97chV3cxwpnIgvRBhFtLPMu19NgGv-uUJYDfOfIVKcZuya8xh4A1/s1600/spizzichino.jpg" height="360" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Ecco il mio gruppo. Alzo la
mano per un saluto. Mi rispondono. Ci siamo riconosciuti. Li raggiungo. Mi
presento. C’è un signore, con tanti ricci in testa ed un sorriso contagioso,
che scatta già foto a raffica. “E’ il mio uomo, non mi scappa!” – mi dico tra
me e me soddisfatta. “Buongiorno! Lei come si chiama?”. “Danilo” – mi risponde.
“Piacere, Danilo. Lei dovrebbe farmi un grande favore…". Spiego a Danilo
che da poco ho un mio blog, dove cerco di raccontare, a chi ha voglia di
ascoltarmi, le bellezze storico-artistiche in cui ho la fortuna di imbattermi esercitando
la mia professione. Il mio interlocutore ascolta interessato. Avrei bisogno che
ogni tanto lui mi scattasse qualche foto, perché l’idea di fondo sarebbe quella
di uscire da una spersonalizzata spiegazione dei siti per coinvolgere chi legge
nella “mia” personale esperienza di visita. Danilo ha capito e annuisce con un
sorriso. Bene, si parte!</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKsMYyPEjh4sHA_cepxMpUSXPWTiWFLojbriHzwLHSg5Isj8DyiRoiEtKqvLdSCXXPp5LtTxroWTuxTuBerw5LB2w2IgUJDdmnVnaILS_xY0rTK-3r3ea7rlHY7XHmQoOa4JCqoh-VQ8AP/s1600/20150211_113458.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKsMYyPEjh4sHA_cepxMpUSXPWTiWFLojbriHzwLHSg5Isj8DyiRoiEtKqvLdSCXXPp5LtTxroWTuxTuBerw5LB2w2IgUJDdmnVnaILS_xY0rTK-3r3ea7rlHY7XHmQoOa4JCqoh-VQ8AP/s1600/20150211_113458.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Entriamo nel
cortile della Centrale che ci appare all’improvviso con l’eleganza imponente
delle sua facciata liberty e le sue grandi vetrate che gli conferiscono una
certa leggerezza, se non altro per via di quel cielo azzurro che vi si riflette.
Non sembra una centrale termoelettrica, si direbbe piuttosto un bel palazzetto
residenziale degli inizi del Novecento. Mi piazzo sotto uno dei lampioni che
decorano lo spazio esterno e inizio la mia introduzione storica al contesto. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8Lm9FfZF0Ix5LX_WpPG3IVl7zEVKK9kFN_sDEBlBSwbg4WP2eiiUSRl-k0GaK1jtAUL9wQ6FERBaGDVIxFqrNY1pZdCmYX-gaislG1-yAlZjcUjW5iGQWPvig0h6FYVr5NJlcKrwMkJHz/s1600/11.02.2015+058.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8Lm9FfZF0Ix5LX_WpPG3IVl7zEVKK9kFN_sDEBlBSwbg4WP2eiiUSRl-k0GaK1jtAUL9wQ6FERBaGDVIxFqrNY1pZdCmYX-gaislG1-yAlZjcUjW5iGQWPvig0h6FYVr5NJlcKrwMkJHz/s1600/11.02.2015+058.JPG" height="640" width="480" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">La
Centrale Termoelettrica Giovanni Montemartini di Roma venne inaugurata il 30
giugno del 1912. Fin da quando era stata elaborata l’idea di creare un’azienda
municipale di produzione di energia elettrica, si era pensato alla costruzione
di una centrale che, come era solito allora, funzionasse con turbine a vapore e
relative caldaie. Alla fine però si decise per un sistema di produzione misto
diesel-vapore. Progettata fin dal principio come impianto di “riserva”, in
realtà poi fornì per un lungo periodo un servizio continuo, garantito dall’uso
delle turbine a vapore, più adatte a svolgere un lavoro continuato nel tempo,
mentre ai diesel venne affidata la produzione nelle ore di “punta”.
Bla…bla…bla… </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSsY4KR-sqy3uRiQ3JDUKH1G7A3RKVbIhHquELue7bt0PIp_m8MparF4wBH_STR4VoF5HBkloreXNRKCWfhQPeTMmSo5OCfErfqQWKOLn_s6f69Xegl6A5m5ehne32tI3R-ccuesIupNlT/s1600/20150211_113955.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSsY4KR-sqy3uRiQ3JDUKH1G7A3RKVbIhHquELue7bt0PIp_m8MparF4wBH_STR4VoF5HBkloreXNRKCWfhQPeTMmSo5OCfErfqQWKOLn_s6f69Xegl6A5m5ehne32tI3R-ccuesIupNlT/s1600/20150211_113955.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Questa parte annoia anche me e quindi taglio corto<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">. A una cosa ci
tengo però: i lampioni! Non mi sono mica piazzata lì sotto solo per sentire le
inevitabili e ironiche battutine del mio pubblico. Si tratta di due “fanali”
storici, ritrovati smontati nei depositi dell’Acea. Facevano parte di un gruppo
di sei, fusi alla fine dell’Ottocento, dalla illustre fonderia del Pignone di
Firenze. A cosa serve una guida se non a focalizzare l’attenzione dei
visitatori sui dettagli che altrimenti verrebbero trascurati?! </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-size: 14pt;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5MfJW_jPhjd0PlAaRfW2BQdtyPmVpscxGwOhM49QWwdVmVvrBll3cggN8nwrkQ03gKgGLYTlEybHKXfZwm6OPHhcmz3I4gNoVqkiYuUjFHX1yfiht3asoj2xL3-4w39F1EKWadBz9CxJY/s1600/20150211_113620.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5MfJW_jPhjd0PlAaRfW2BQdtyPmVpscxGwOhM49QWwdVmVvrBll3cggN8nwrkQ03gKgGLYTlEybHKXfZwm6OPHhcmz3I4gNoVqkiYuUjFHX1yfiht3asoj2xL3-4w39F1EKWadBz9CxJY/s1600/20150211_113620.jpg" height="480" width="640" /></a></span></div>
<span style="background: white;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: black; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: orange;">In origine erano
stati progettati per sostenere i cavi per l’alimentazione elettrica delle linee
del tram. In seguito furono utilizzati per l’illuminazione elettrica del centro
della città. Faccio notare la raffinata decorazione. Alla base ci sono quattro
teste di lupa che reggono festoni tra le fauci, sopra le quali viene messo in
scena il Trionfo dell’Elettricità. No, non sto scherzando! E’ rappresentato da
un giro di quattro fanciulle nude danzanti, i cui capelli terminano in acuminati
raggi elettrici. Dal mio gruppo di uditori, ormai perso nella danza di quelle “elettrizzate”
ninfe, si alza una voce: “Te la faccio una foto sotto il lampione?!” “Tu che
dici, Danì?!” Click!</span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><span style="color: orange;">
</span></span>
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKqtwW7OxeR8IU9JnsZWsTvtPTSAC_A9LMh7egmpquSNhqVHofIfLs6SQOjRUsn-8m1x9jbI0ceWd-LJ30xfDJ74xogd1uWLy8mhvSaS7HFEZt2QhZqEfsz7UXyHqtWuyrL3mkBlRhJ9GO/s1600/11.02.2015+060.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKqtwW7OxeR8IU9JnsZWsTvtPTSAC_A9LMh7egmpquSNhqVHofIfLs6SQOjRUsn-8m1x9jbI0ceWd-LJ30xfDJ74xogd1uWLy8mhvSaS7HFEZt2QhZqEfsz7UXyHqtWuyrL3mkBlRhJ9GO/s1600/11.02.2015+060.JPG" height="640" width="480" /></a></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">
</span>
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><span style="background-color: black; color: orange;">Finalmente stiamo
per entrare. Dalle grande vetrate volti di marmo sembrano sbirciare incuriositi
il nostro ingresso. Ogni volta che ne intravedo uno e i nostri sguardi si
incrociano un brivido mi attraversa. Ho
come l’impressione che mi riconoscano e immagino la loro domanda. “Si, sono
tornata…” – gli rispondo.</span></span></div>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><span style="background-color: black;">
</span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhyphenhyphengOpNMI1WyAepDEl_gMrm_8OXwM8xsecHCtrZo9tdKriF00hJlAmhWoGH_D49BiTmWcGPy_4bCggd61S_WcEWlIj8mMUoL-DGEWSpCIbPNbQwERW-Dgawbvijc7SLdGZYZsapi3VKL88/s1600/20150211_113729.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhyphenhyphengOpNMI1WyAepDEl_gMrm_8OXwM8xsecHCtrZo9tdKriF00hJlAmhWoGH_D49BiTmWcGPy_4bCggd61S_WcEWlIj8mMUoL-DGEWSpCIbPNbQwERW-Dgawbvijc7SLdGZYZsapi3VKL88/s1600/20150211_113729.jpg" height="480" width="640" /></a></span></div>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><span style="background-color: black; color: orange;">Il primo impatto con la centrale può essere
destabilizzante. La prima cosa che ti colpisce è quell’odore forte di ghisa e
di combustione, è un’esperienza olfattiva forte, molto evocativa. Si ha la
sensazione che da un momento all’altro tutto debba mettersi in moto e tornare a
funzionare. Anche l’ambiente è così diverso dai contesti museali a cui siamo
abituati. Ma so per esperienza che questo primo impatto frastornante lascerà il
posto allo stupore e alla meraviglia.</span></span></div>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">
</span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivnChwYoJ7_DE95anf-Uq4vW74nFEy8lWimbSm-sUyOnVGK17aV3egzbJQqwUr7F6R3RM4gHDUHH4SMYVMdbwxjSWTvlK6M8ghN0k9GduHLjTVsBuXWLBcmJJ7aCxDPEInAILqUbXqwi8-/s1600/11.02.2015+325.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivnChwYoJ7_DE95anf-Uq4vW74nFEy8lWimbSm-sUyOnVGK17aV3egzbJQqwUr7F6R3RM4gHDUHH4SMYVMdbwxjSWTvlK6M8ghN0k9GduHLjTVsBuXWLBcmJJ7aCxDPEInAILqUbXqwi8-/s1600/11.02.2015+325.JPG" height="480" width="640" /></a></span></div>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><span style="background-color: black; color: orange;">Le opere qui esposte sono le ultime
acquisite dai Musei Capitolini. Molte sono state recuperate a seguito dei
lavori edilizi per Roma Capitale, avviati subito dopo il 1870, effettuati in
quelle zone dove si andavano costruendo i quartieri residenziali riservati alla
classe di “ministeriali” che sarebbe di lì’ a poco affluita a Roma. Altrettanto numerosi furono i ritrovamenti
emersi durante i grandiosi lavori urbanistici degli anni trenta del Novecento,
che interessarono le zone più importanti del centro monumentale antico.
L’eccezionalità del museo, oltre i materiali, riguarda anche i criteri
espositivi.</span></span></div>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">
</span>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw_UUy9fux7gAC_yLUcLoyebkorgbUt25vGAOux1KFSEI0D58-fnHk3hJkHQCNRYfUWlBNnQBSC6qM9xydroR-p5Hffw5mdP84kHJPNkWb8LIxYz7sW0_z7MwnAUR3sQz2ZjCgQxDJGK4j/s1600/centrale2.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw_UUy9fux7gAC_yLUcLoyebkorgbUt25vGAOux1KFSEI0D58-fnHk3hJkHQCNRYfUWlBNnQBSC6qM9xydroR-p5Hffw5mdP84kHJPNkWb8LIxYz7sW0_z7MwnAUR3sQz2ZjCgQxDJGK4j/s1600/centrale2.jpg" height="640" width="480" /></a></span></div>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Si è preferito privilegiare
la ricostruzione dei contesti originari di rinvenimento, piuttosto che
fare un’esposizione per generi. Mi spiego meglio. Spesso, visitando un museo di
arte antica, ci si trova in mezzo ad un popolo di statue, disposto per “figure simili”.
Il criterio è quello dell’arca di Noè. Tutte le amazzoni ferite a destra, i
discoboli e sinistra, in lato i filosofi e a seguire gli imperatori. L’effetto generale è fuorviante, perché le
sculture non parlano la stessa lingua, sono state realizzate in epoche diverse,
funzionali alla decorazione di svariati monumenti e poi accostate tra loro nel
museo, avendo come elemento unificante il modello greco al quale si rifanno.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwwSYKAXpgOc7Paw5hV6MverERj288fSaWfKtCoC7NfrCKa4mO8Tg284NUcZzuSRNRMlQn6inlLTFGCgXfDqui7TjXhz8cYWrh5QXzFGtgceXgpVLttuwqGN-3-Mw0F9HwBQRIgPoA33PF/s1600/11.02.2015+065.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwwSYKAXpgOc7Paw5hV6MverERj288fSaWfKtCoC7NfrCKa4mO8Tg284NUcZzuSRNRMlQn6inlLTFGCgXfDqui7TjXhz8cYWrh5QXzFGtgceXgpVLttuwqGN-3-Mw0F9HwBQRIgPoA33PF/s1600/11.02.2015+065.JPG" height="640" width="480" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Non così alla Centrale, dove si è cercato di ricostruire i complessi perduti e
di ridare unità al molteplice. Ora entriamo nella prima sala del piano terra.
In origine serviva per raccogliere, attraverso una serie di tramogge poste sul
soffitto, i residui della combustione del carbone. I pilastri che servivano a
sostenere le caldaie, poste al piano superiore, sono stati inglobati in quinte
continue, per cui questo ambiente è quello che meno somiglia ad un impianto
industriale.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSvQH1kgLSF8mcYDFiL3PYGIAV6hiuLzf1-DbAog1_nu1AoBHGudTy-9bN8N4sayqIyY18DsBX5wWMy8bej7H1UbOVmxivGvOIcY8e7dscHe1fc5pl-visrchmo1EDjvLbPePRuYB7iRu6/s1600/20150211_114845.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSvQH1kgLSF8mcYDFiL3PYGIAV6hiuLzf1-DbAog1_nu1AoBHGudTy-9bN8N4sayqIyY18DsBX5wWMy8bej7H1UbOVmxivGvOIcY8e7dscHe1fc5pl-visrchmo1EDjvLbPePRuYB7iRu6/s1600/20150211_114845.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Nel primo settore è raccolta una preziosa documentazione afferente
la sfera religiosa e funeraria. La maggior parte dei reperti proviene
dall’Esquilino e, precisamente, dal più grande e antico sepolcreto della città,
con testimonianze già dalla fine del IX sec. a.C, e che continuò ad essere
utilizzato fino alla tarda età repubblicana. Sarcofagi, urne cinerarie, rilievi, dipinti provenienti
da vari monumenti sepolcrali si dispongono intorno a noi. Qua e là mi soffermo
per dare qualche spiegazione. Danilo cerca il mio sguardo per cogliere un mio
cenno di assenso e intervenire così con uno scatto. Gli faccio segno di
lasciare andare. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggdNjC9y5QTUU3svhL1mjOQC9dFIz7O-6FI0cb0eiUjjICBQSJcKvCEDo8Eq_ivb1Z1shhYlr8XuqKN06KKVQYtLliqPazNaJ6N8hEDuwbXSDexf1Nhv5YdfnZ2B7bfHMs33CMB6HgDy9m/s1600/centrale7.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggdNjC9y5QTUU3svhL1mjOQC9dFIz7O-6FI0cb0eiUjjICBQSJcKvCEDo8Eq_ivb1Z1shhYlr8XuqKN06KKVQYtLliqPazNaJ6N8hEDuwbXSDexf1Nhv5YdfnZ2B7bfHMs33CMB6HgDy9m/s1600/centrale7.jpg" height="640" width="480" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Entriamo ora in un ambiente che suscita sempre un certo
stupore, del resto gli arredi che contiene furono concepiti proprio per
generare questo tipo di reazione. Uno degli esemplari più belli qui esposti,
degno rappresentante di quella che i Romani definirono <i>luxuria</i>, è un letto,
ovviamente ricostruito nella sua parte lignea, scoperto in una tomba di
Amiterno in Abruzzo. Ha due spalliere, come si addice ad un letto da parata, ed
è rivestito da lamine di bronzo, che sul telaio sono decorate con la tecnica ad
agemina, una minuta connessione a intarsio di laminette di argento e di rame
sulla superficie di bronzo, che conferisce delicati effetti di luce e colore. Mentre
mi dedico alla spiegazione, sono distratta dalle contorsioni di Danilo, che sta
tentando non so quale straordinario effetto tra il vetro, il letto e me. Che
dio ce la mandi buona!</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUpPqIczWL-nUQlYxp6FdY4XpiZokk9tlM7MYaiojwWErIb6jJ0BhOnEKKUF768d1WIj_H2ONrLXYet6TANk057H4bS9k-BG-9Cndd61Ti9I-xYPY3a_7z0jxbEcx-FqoRuak1UijzP4uN/s1600/11.02.2015+208.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUpPqIczWL-nUQlYxp6FdY4XpiZokk9tlM7MYaiojwWErIb6jJ0BhOnEKKUF768d1WIj_H2ONrLXYet6TANk057H4bS9k-BG-9Cndd61Ti9I-xYPY3a_7z0jxbEcx-FqoRuak1UijzP4uN/s1600/11.02.2015+208.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Mentre mi attardo in pose suggestive, gli altri hanno
già raggiunto la “lettiga capitolina”. Mi dispiace sempre smorzare gli
entusiasmi, raccontando che si tratta in realtà di un <i>pastiche.</i> Così si chiama l’assemblaggio di vari manufatti non concepiti in origine per stare insieme. In questo
caso il montaggio ottocentesco di decorazioni, pertinenti ad un letto da
triclinio, ad un carro e ad una cassa, fu opera di uno dei più gradi antiquari
dell’epoca, Augusto Castellani. Già ripreso dalla delusione, il gruppo mi sta
tirando verso il meraviglioso mosaico che decora la parete di fondo.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZIUs90D1txmZxTZkfpzOzMqVz80HvMWgI6k19VpF5yARcOCdwWSBWN72vlC1L0BnNSUTg3_xLW7JtZQpQBctj0oHX9PwHahCTCXkOX-Z7xLrktOka980fXYnqB4VSERxa-GpTNI_TADP_/s1600/11.02.2015+237.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZIUs90D1txmZxTZkfpzOzMqVz80HvMWgI6k19VpF5yARcOCdwWSBWN72vlC1L0BnNSUTg3_xLW7JtZQpQBctj0oHX9PwHahCTCXkOX-Z7xLrktOka980fXYnqB4VSERxa-GpTNI_TADP_/s1600/11.02.2015+237.JPG" height="404" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Proviene
da una ricca casa, scoperta in via Panisperna, e in sintonia con l’ambiente in
cui è stato trovato, caratterizzato da una grande vasca centrale, raffigura un
variopinto paesaggio marino, riprodotto con impressionante fedeltà realistica,
degna di un grande conoscitore della fauna ittica. Entriamo ora nella galleria
dei ritratti e passiamo in mezzo ad una folla di volti che decoravano in
origine l’interno delle case o l’ingresso delle tombe. Schiavi affrancati,
orgogliosi della loro cittadinanza romana, esponenti della borghesia, che volevano
ostentare il loro prestigio sociale, si facevano ritrarre per desiderio di
autorappresentazione. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghQ5ntz3-RR6P6H_lfQ2kM4TushG48ScxrP1LJtorrD3j4n0bjGcd9hNOBUldeoHq-N5YHgF6e4qAWZ2ptI95SIuWgAFniR-jX71V4ogflbAeETubAejdlsrObwtXIjH9luWYEMjaincm4/s1600/20150211_121714.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghQ5ntz3-RR6P6H_lfQ2kM4TushG48ScxrP1LJtorrD3j4n0bjGcd9hNOBUldeoHq-N5YHgF6e4qAWZ2ptI95SIuWgAFniR-jX71V4ogflbAeETubAejdlsrObwtXIjH9luWYEMjaincm4/s1600/20150211_121714.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Ecco la “sciura”
del rilievo di Via Statilia, databile verso la metà del I sec. a.C., ricoperta
di gioielli e con il volto incorniciato da un’artificiosa acconciatura con i
riccioli che le scendono sulla fronte e sulle guance, a fianco del compassato
marito, piuttosto attempato, a giudicare dalle rughe che gli solcano il viso.
Seguono i ritratti di sei esponenti di una stessa famiglia, in un rilievo
funerario dell’inizio dell’età augustea. Faccio notare alle signore che
l’anziana donna è pettinata secondo la moda instaurata da Livia, moglie di
Augusto. Danilo sta scattando a raffica, azzardo anche qualche tentativo di
posa, avvicinandomi alle sculture.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgiGccmDsjWX1md9kiAcFDGeRYNEdCrJ451Gpqt3ibWY6XqFrWz56Nf7GnG_hqtYrDlp3sNoFrTMTBF8cqcsM55WlDTadbwAUJsmKf7DihReFlJhcw0Vk98mCXJ6oiLFLDzaC7y1TPB32b/s1600/11.02.2015+218.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgiGccmDsjWX1md9kiAcFDGeRYNEdCrJ451Gpqt3ibWY6XqFrWz56Nf7GnG_hqtYrDlp3sNoFrTMTBF8cqcsM55WlDTadbwAUJsmKf7DihReFlJhcw0Vk98mCXJ6oiLFLDzaC7y1TPB32b/s1600/11.02.2015+218.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">La custode ci ha puntato. Ormai hanno un
sesto senso per individuare i visitatori potenzialmente pericolosi.
All’improvviso parte l’allarme. Diana efesina, fa che non siamo stati noi!
Alcuni ragazzi di una scolaresca hanno inavvertitamente superato un cordone di
sicurezza nell’altra stanza. Il cerbero si allontana di corsa.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimQXSgjXLujgDMDuXbuOw569VVapbA-zb8vhJSj8JYJELG1zxtk6Q7ihEMjcxillyHVfm-KrpRS14WVf9XA0dpylEIzWvVl5CS5quhTnyAdgneJYwIhluVk6iVTwFqso0Jr5qVDD5hEmDw/s1600/20150211_121948.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimQXSgjXLujgDMDuXbuOw569VVapbA-zb8vhJSj8JYJELG1zxtk6Q7ihEMjcxillyHVfm-KrpRS14WVf9XA0dpylEIzWvVl5CS5quhTnyAdgneJYwIhluVk6iVTwFqso0Jr5qVDD5hEmDw/s1600/20150211_121948.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Quando ritorna
gli lancio uno sguardo di sufficienza: “Hai visto?! C’è di peggio!” Ormai posso anche compromettermi, basta con sorrisetti
e panegirici sulla professione del custode, tanto tra poco lasciamo il primo
piano. Mi trattengo giusto il tempo di presentare la star del corridoio, il
cosiddetto “Togato Barberini”.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHEx_SWY7i4a_8Dqgkhzj7uQtsLfTQl1QiVIoi6sojSwEoZ8j_54-iG0To-QFzOTelr2bzNPwq6OeP2YZhtNwDopdfCBve8SzpJJrEXSgGBqYjlz0tpYHZYM1f0uTPgBHjYSu0UQn2KuEP/s1600/20150211_122023.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHEx_SWY7i4a_8Dqgkhzj7uQtsLfTQl1QiVIoi6sojSwEoZ8j_54-iG0To-QFzOTelr2bzNPwq6OeP2YZhtNwDopdfCBve8SzpJJrEXSgGBqYjlz0tpYHZYM1f0uTPgBHjYSu0UQn2KuEP/s1600/20150211_122023.jpg" height="640" width="364" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">E’ fieramente ammantato dalla toga, simbolo della
cittadinanza romana, imposta da Augusto come “divisa” da indossare a teatro e
nelle occasioni ufficiali. Sostiene le immagini degli antenati, il padre a
sinistra e il nonno a destra. L’uso di far eseguire le immagini in cera degli
antenati (<i>mos maiorum</i>) era una
consuetudine riservata solo alle famiglie aristocratiche, che le conservavano
nell’atrio della casa e le “indossavano” in occasione di ricorrenze
particolari, sia pubbliche che private. Finalmente si ascende. Dal piano terra
una scala conduce alla Sala Macchine, indubbiamente la più bella e
scenografica, vero centro monumentale del complesso. Mentre salgo sento dietro
di me un annaspante fiato sul collo. Mi giro. E’ Danilo. “Danilo, anche mentre
salgo le scale?!” Non mi risponde, ma fa una faccetta birbantella, come a dire:
“ L’hai voluta la bicicletta?!”</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAtDyfUGMBI40tT1bCWKCU0weiuaBDjjnjN7EViwf15WnKtbXgETZHsOVWokxoaNEn7NCQHPawIfe13TOKoU8cN0v7Q1-1WdHl4bIFqw3I5Wd3HpHTIAZgyobzey6kMdbDS8HGflheH8wz/s1600/11.02.2015+356.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAtDyfUGMBI40tT1bCWKCU0weiuaBDjjnjN7EViwf15WnKtbXgETZHsOVWokxoaNEn7NCQHPawIfe13TOKoU8cN0v7Q1-1WdHl4bIFqw3I5Wd3HpHTIAZgyobzey6kMdbDS8HGflheH8wz/s1600/11.02.2015+356.JPG" height="640" width="608" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Siamo in cima alla scala. E’ sempre emozionante
sentire le esclamazioni di stupore di chi discopre per la prima volta questo
fantastico scenario ed i commenti eccitati ed entusiasti che seguono. Da quassù
si può ammirare la sala in tutto il suo splendore. Al centro è stata creata una
lunga navata che corre parallela alle macchine. Statue di un bianco candido si
stagliano contro il metallo scuro dei giganteschi motori diesel e della turbina
a vapore, in un gioco netto ed affascinante di contrasti.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsRcD5hxSe_FuZtRi3eEeErQsE8TvzHZDzB6MWRz_1s4QxPUWRZ_cmF4zHYlOBSVGy8gXXpTcVE-WGYOziKutfSgsmNf3OZxr8MNvTAi6DWIRznLoxvlwRU_83SJHgWRUFQ_AiPyGIMOaX/s1600/centrale+alto.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsRcD5hxSe_FuZtRi3eEeErQsE8TvzHZDzB6MWRz_1s4QxPUWRZ_cmF4zHYlOBSVGy8gXXpTcVE-WGYOziKutfSgsmNf3OZxr8MNvTAi6DWIRznLoxvlwRU_83SJHgWRUFQ_AiPyGIMOaX/s1600/centrale+alto.JPG" height="476" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="background-color: white; clear: both; font-size: 14pt; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Sui lati corti del
corridoio la grande statua della Minerva fronteggia i resti della decorazione
frontonale del tempio di Apollo Sosiano. Uno spettacolo straordinario di
macchine e dei. Dobbiamo ridiscendere qualche gradino per guadagnare il livello
della sala. Tutti si precipitano ammaliati da quello scenario che li attrae
ormai come una calamita. “Danì!” – apostrofo il mio fedele scudiero che sta
scendendo con gli altri – “Se non qui, dove?!” Torna indietro con l’aria di chi
è stato colto in fallo e per farsi perdonare, con aria ammiccante, butta lì un
complimento: “Certo che lo sfondo rovina
tutta la bellezza!” </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQUbzW25mLeTkVoLFKzGMnkn1VzMQ_2JElEO3RqxNwzwuKjuMgA-nEuV4y0OFvf-FOE-5GkCdgPsLYzxIv7sEGTodJ4K6ewoRm55dFKXKqQTI11IBMPhStXwBnGE-kM8etNBBs9DqMWlSH/s1600/11.02.2015+656.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQUbzW25mLeTkVoLFKzGMnkn1VzMQ_2JElEO3RqxNwzwuKjuMgA-nEuV4y0OFvf-FOE-5GkCdgPsLYzxIv7sEGTodJ4K6ewoRm55dFKXKqQTI11IBMPhStXwBnGE-kM8etNBBs9DqMWlSH/s1600/11.02.2015+656.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Scesi nella grande
sala, ci troviamo circondati su entrambi i lati da una galleria di statue,
ispirate ai più famosi originali dell’arte greca. L’attenzione è catturata </span> ora dalla scura parete delle
macchine, con i loro meccanismi di manovra, ora dalle sagome delicate delle
sculture antiche: l’essere e il divenire, l’immobilità ed il movimento,
l’antico e il moderno, il bianco e il nero, si contrappongono e si compenetrano.
Meraviglia degli opposti!</span></div>
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7W_5P5FgApl0y61ncIEVcjLuAdrwOcdEzhCV1rKld8NH4nsYLYkJrzHW9xht0kyaScW0P8RS7qRTCpoGlyTV9-k_jQJwboN93Ux49dVFF_ImhLc03wC3tm02EhQX021m2RvuO-f8F9-id/s1600/20150211_122820.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7W_5P5FgApl0y61ncIEVcjLuAdrwOcdEzhCV1rKld8NH4nsYLYkJrzHW9xht0kyaScW0P8RS7qRTCpoGlyTV9-k_jQJwboN93Ux49dVFF_ImhLc03wC3tm02EhQX021m2RvuO-f8F9-id/s1600/20150211_122820.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Dall’alto domina lo scenario l’immagine colossale di
Atena. Proveniente da un lungo porticato che fiancheggiava la Via Lata,
corrispondente all’attuale via del Corso, fu realizzata in un unico blocco di
marmo greco, proveniente dall’isola di Taso, usato di frequente per opere di
grandi dimensioni, grazie alla solidità conferita da rare venature di cava.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4TU-Xd4ZsDXIiTkvMxG8AeZXB5k0pRGomgifD7HbcyCORxB9NW4f_j1A6N9pS4x9gAfxkSd9MArzODZxVlVhGyhFu4PRgxgasoIoAA0nRKDEvP3ifdGTQWjqG1P6JHvt7b7HrD4FO9UZc/s1600/centrale+sala+macchine.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4TU-Xd4ZsDXIiTkvMxG8AeZXB5k0pRGomgifD7HbcyCORxB9NW4f_j1A6N9pS4x9gAfxkSd9MArzODZxVlVhGyhFu4PRgxgasoIoAA0nRKDEvP3ifdGTQWjqG1P6JHvt7b7HrD4FO9UZc/s1600/centrale+sala+macchine.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Passiamo
incantati tra uno stuolo di dei, li presento solo con il loro nome per non
rompere il silenzio e la magica atmosfera che si sono create: l’Atena Parthenos, l’Atena Lemnia, Eracle, Dioniso,
Afrodite, una statua colossale di Apollo che suona la cetra. E questa che ci fa
qui?! Oh, sempre in mezzo Cleopatra! </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRaUEK7Xmcz4QNVXjdcUKnzI0nI24Ive0RE-J4viiswRDldEanAimzi2R344z8VNAta1UTP7TTQ7buoJQquuHkTe0HrPCNnG5QQ9ASj6kzb5knlXGreyn1XIgZgLYeD8MArrHdKxku43Vh/s1600/20150211_123411.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRaUEK7Xmcz4QNVXjdcUKnzI0nI24Ive0RE-J4viiswRDldEanAimzi2R344z8VNAta1UTP7TTQ7buoJQquuHkTe0HrPCNnG5QQ9ASj6kzb5knlXGreyn1XIgZgLYeD8MArrHdKxku43Vh/s1600/20150211_123411.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Raffinata ed elegante la statua vestita di
peplo, rinvenuta sulla Via Labicana. Alla sua immagine candida ed eterea fa da
quinta scenografica uno dei possenti motori diesel, con un’invitante quadro di
manovra: non si può resistere, è una delle foto più inflazionate del
museo. “Paola, Paola!” - qualcuno mi
chiama. Le avanguardie hanno individuato qualcosa di eccezionale e vogliono
saperne di più. E te pareva?! Lo sapevo
che ce l’avevano con lei. “E’ nota come la statua dell’Orante” - esordisco – “è
realizzata in basanite, una strana e preziosa pietra di colore nero-verdastro,
proveniente dal deserto egiziano”.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0I1CsLKxGLU_tK8kQPJotLfDEgZWZVs9VkIfAj8nuDtijq4z0Y9bIrSud7t4EVY5x8Z07NGuS0aL6YRpkmCNEG-2VSKLDB5RBIxfVgp0JTFkhskhS1nI-Bqnp1GKcKGOftoDV2kchrEL0/s1600/11.02.2015+514.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0I1CsLKxGLU_tK8kQPJotLfDEgZWZVs9VkIfAj8nuDtijq4z0Y9bIrSud7t4EVY5x8Z07NGuS0aL6YRpkmCNEG-2VSKLDB5RBIxfVgp0JTFkhskhS1nI-Bqnp1GKcKGOftoDV2kchrEL0/s1600/11.02.2015+514.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">L’incipit piace molto, anche perché tutti
gli aggettivi che ho usato convalidano l’eccezionalità dell’opera. Gli
“scopritori” ora si guardano tra loro compiaciuti e soddisfatti. Questa
scultura di grande qualità artistica fu
scoperta sul Celio alla fine dell’Ottocento. Si data alla prima metà del I sec.
d.C. e si inserisce nell’ambito di una serie di sculture dedicate alle donne
della famiglia imperiale. L’opera, ridotta in frantumi, fu rinvenuta
all’interno di una muratura tardo-antica, dove era stata utilizzata come
materiale da costruzione, secondo una consuetudine frequentemente attestata a
Roma. Chi rappresenta questa figura? Guardo i volti che mi circondano, tanti
vispi occhietti brillano di curiosità. Anche Danilo, macchina fotografica ciondolante
al collo e mani in tasca, sembra interessato alla spiegazione. Nell’Orante,
spiego, è stato riconosciuto un ritratto di Agrippina Minore, moglie
dell’imperatore Claudio e madre di Nerone. La statua fu rinvenuta priva di
testa, ma grazie ad alcuni studi fu proposta la pertinenza alla figura di un
ritratto di Agrippina Minore conservato alla Gliptoteca di Copenaghen,
acquistato nel 1887 sul mercato antiquario romano, quindi più o meno negli
stessi anni in cui si realizzavano gli scavi per la costruzione dell’Ospedale
Militare del Celio. “Qualcuno se l’è rubata!” - commenta una voce che si leva
dal gruppo. Possibile. L’identificazione del personaggio sembrerebbe avvalorata
anche dal luogo del ritrovamento, il Celio, in una zona non molto lontana dal
Tempio del Divo Claudio, dove Agrippina aveva voluto quindi comparire in
atteggiamento assorto e mistico davanti al marito divinizzato, nel luogo di
culto che essa stessa aveva dedicato alla sua memoria. Curiosa la sua devozione
se si pensa che secondo gli scrittori di corte, sarebbe stata proprio lei ad
avvelenare il marito con un piatto di funghi!</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsXnvvPKTPVW-OI8pBLeOqMd3IKvaYcGfAZoLkt8X3W49Q5AoiqO0AAAINOFLDvU3IyH_5VUBjZj41h3weuNYge0-qzt6tOAfs-XryjxtDPltASl3kqoRcoIr2uHMcYDaBg0fsPWJCcMBn/s1600/3207531064_08f1d6a915_o.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsXnvvPKTPVW-OI8pBLeOqMd3IKvaYcGfAZoLkt8X3W49Q5AoiqO0AAAINOFLDvU3IyH_5VUBjZj41h3weuNYge0-qzt6tOAfs-XryjxtDPltASl3kqoRcoIr2uHMcYDaBg0fsPWJCcMBn/s1600/3207531064_08f1d6a915_o.jpg" height="640" width="382" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Insieme all’Orante, nello stesso
muro, e spezzata in 151 frammenti, fu rinvenuta un’altra splendida scultura di
bigio antico, nota come Vittoria dei Simmaci. Mi sto avvicinando a quest’opera
quando vengo apostrofata da una voce ormai familiare. “E qui, con la vedova
allegra, non la facciamo una bella foto?!”. Meno male che c’è Danilo! Dopo
qualche foto intorno ad Agrippina instrado il gruppo verso la cosiddetta
Vittoria dei Simmaci, già preannunciata. In realtà che si tratti proprio di una
Vittoria non è poi così scontato. Tutti ora hanno drizzato le orecchie.
L’argomento si fa interessante. Un elemento di non poca importanza per la sua identificazione
è l’impiego del marmo scuro per le vesti, con un intento che potrebbe non
essere solo coloristico e decorativo. Forse si voleva mettere anche in risalto
l’esoticità del materiale per sottolineare una caratteristica della divinità
raffigurata, per esempio la sua origine straniera, la sua diversità, che doveva
essere apprezzata a prima vista, per permetterne un riconoscimento immediato.
Forse non è così azzardato allora suggerire il nome di Iside, come è stato di
recente proposto, ricollegandosi ad un luogo di culto dedicato a questa
divinità e a Serapide, che si trovava proprio presso le pendici settentrionali
del Celio.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEfL3tXELwiFwYzm2rQLJW_C9ybtweCUx72qs7WacRr_27NzewFJ4VDIklzuyUNJkGVtUI6WwP6yFgbCzRtwcdlWwX7Sfxgka7h1RnZJc_OP1xwuNpqvXsJT4E9onJn6uFFKidKPWaflZD/s1600/4068290633_f59cef65ea_o.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEfL3tXELwiFwYzm2rQLJW_C9ybtweCUx72qs7WacRr_27NzewFJ4VDIklzuyUNJkGVtUI6WwP6yFgbCzRtwcdlWwX7Sfxgka7h1RnZJc_OP1xwuNpqvXsJT4E9onJn6uFFKidKPWaflZD/s1600/4068290633_f59cef65ea_o.jpg" height="442" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">A questo punto tutta l’attenzione dei presenti è rivolta al fondo
della sala, dove domina, con i suoi 18 metri di lunghezza, la ricostruzione del
frontone del tempio di Apollo Sosiano. Salgo in cima alla scala, che consente
una visione ravvicinata delle sculture ed inizio l’ennesimo racconto. In una
zona extraurbana, denominata <i>Prata
Flaminia, </i>dove successivamente verrà edificato il Circo Flaminio, sorgeva
fin dal 431 a.C. un tempio dedicato ad Apollo Medico, in adempimento al voto
fatto in seguito a una terribile pestilenza che aveva decimato la popolazione
di Roma. Il tempio subì in seguito vari rifacimenti, fino a che non fu
interamente ricostruito da Gaio Sosio, trionfatore sul popolo giudaico nel 34 a.C.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzXweX7VIYiMGM1m6ZQrM2w-O_xRW-aMBDVUFqcbk9NBkjD9rkO0gqbJXC-ef8iCkmdi6DtJb047oHI_0z8D_o0w5sOvyKFW5THv2MkaT_eb3W996LqfVgiA38DB0nsZIdiD2fAnyAfigP/s1600/centrale+montemartini2+016.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzXweX7VIYiMGM1m6ZQrM2w-O_xRW-aMBDVUFqcbk9NBkjD9rkO0gqbJXC-ef8iCkmdi6DtJb047oHI_0z8D_o0w5sOvyKFW5THv2MkaT_eb3W996LqfVgiA38DB0nsZIdiD2fAnyAfigP/s1600/centrale+montemartini2+016.JPG" height="454" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Gli scavi condotti tra il 1926 ed il 1932, per l’isolamento del teatro di
Marcello, portarono alla luce una parte dei monumentali resti del tempio. Sul
podio vennero in seguito rialzate le tre colonne crollate verso il teatro di
Marcello, la trabeazione e la cornice, ma si scelse, per motivi estetici, di
posizionarle all’angolo opposto rispetto alla loro originaria collocazione. Il
gruppo scultoreo che decorava il timpano del tempio è da considerasi tra le
maggiori acquisizioni nell’ambito della scultura greca del V sec. a.C. Tutte le
statue si sono infatti rivelate preziosi originali greci, trasportati a Roma in età augustea. Ovviamente
do alla notizia tutta l’enfasi che merita.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOrWZVynqg3d32fyo_dIdUlhEnYB6EjZBGgBL0QT1kVB5usKTVjTebr3KXm5mqjcR309M9Ay-84dnC2aRIh45QR7kxAcF4H-wsm0OgC_kWwCBA4tzHCbcizCdYK8voqVcJi3uAeksEGJhN/s1600/centrale+montemartini2+017.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOrWZVynqg3d32fyo_dIdUlhEnYB6EjZBGgBL0QT1kVB5usKTVjTebr3KXm5mqjcR309M9Ay-84dnC2aRIh45QR7kxAcF4H-wsm0OgC_kWwCBA4tzHCbcizCdYK8voqVcJi3uAeksEGJhN/s1600/centrale+montemartini2+017.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">La composizione, alla quale è stato
finora possibile attribuire nove sculture, rappresenta una Amazzonomachia,
ovvero una scena di battaglia tra Greci e Amazzoni. Al centro della scena
campeggia l’immagine di Atena, vestita di peplo attico, coperto sul petto
dall’egida.Tutte le sculture del gruppo frontonale erano in origine policrome.
Doveva contribuire inoltre all’ accentuazione dell’effetto coloristico
l’inserimento di elementi in bronzo, come le armi ed alcuni elementi decorativi
delle vesti e delle acconciature.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-vOlffGuWHCcqq0v22eidGdqNlimxm3X0eGtAkF7NWC9dekNgnVOlxUjrglcEpmIGHTWX5CL-gekq054qVtbct2H4-0kykQlUryW0OYLKcwWqO96So8fUQ8ItFL2tDqwEY2Lfq49TE139/s1600/centrale+montemartini2+020.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-vOlffGuWHCcqq0v22eidGdqNlimxm3X0eGtAkF7NWC9dekNgnVOlxUjrglcEpmIGHTWX5CL-gekq054qVtbct2H4-0kykQlUryW0OYLKcwWqO96So8fUQ8ItFL2tDqwEY2Lfq49TE139/s1600/centrale+montemartini2+020.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Danilo è ora troppo preso a fare scatti e
pure gli altri sono variamente affaccendati intorno alle sculture. Approfitto
di questa “ricreazione” per riposarmi un po’ e fare qualche bella foto anch’io.
Ma non possiamo perdere troppo tempo, siamo già in ritardo sulla tabella di
marcia. Mi sono ora posizionata in
prossimità di un singolare monumento circolare e chiamo tutti a raccolta. “Il
piccolo edificio circolare, che vedete alle mie spalle…” - esordisco con un timbro di voce alto e
impostato, per ottenere silenzio e attenzione - “..è databile alla prima età
Flavia, in base all’iscrizione con dedica di Vespasiano, leggibile su uno dei
frammenti”.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0LV9Bm7KJY1Vw3uLikQPDBtBMQ01tonhjSTxfiP0_vvmop7XXE3C4y2gH8YrJb4lkJ2wOIvoqswZ4nv1v-uALW0Zf24YdcLufbYGFQ2NqsR0Fht8JhS9fARTwkyrYmcLuhZp5kNbroHxT/s1600/centrale+tempio.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0LV9Bm7KJY1Vw3uLikQPDBtBMQ01tonhjSTxfiP0_vvmop7XXE3C4y2gH8YrJb4lkJ2wOIvoqswZ4nv1v-uALW0Zf24YdcLufbYGFQ2NqsR0Fht8JhS9fARTwkyrYmcLuhZp5kNbroHxT/s1600/centrale+tempio.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Ora che tutto il gruppo è di nuovo schierato di fronte a me posso
proseguire. Il monumento sorgeva
nell’esiguo spazio compreso tra il Tempio di Apollo Sosiano e il Teatro di
Marcello. La sua posizione, tangente all’anello esterno del teatro e in asse
con la fronte del Tempio di Apollo, era veramente singolare e può trovare una
giustificazione solo sulla base di un motivo religioso. Potrebbe trattarsi
della ricostruzione di un edificio di culto più antico, la cui sacralità era
tale da essere ritenuta inviolabile. Mi accorgo che mentre dico queste cose il tono
della mia voce si è fatto accattivante e suadente come quello di chi racconta
una favola. E mentre mi specchio in tutti quei volti che attendono il proseguo
della storia, sorrido dentro di me pensando a quanto sia delizioso quel piccolo
cerchio di bimbi incantati.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi23BeLtRF8-XBtJw-tu9hyphenhyphen5S2GxgdRT1LTX_nCcZMy4ifY6FsxLdOxFaERpmU3E-jgo6s5n1YHhPELuYTzxTKlVBBPPxjjOe5RBCFgc6S1o8ixVVIM6BPZ7eNVkZRZVlKtb-C4EbOrDOGF/s1600/centrale+montemartini2+024.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi23BeLtRF8-XBtJw-tu9hyphenhyphen5S2GxgdRT1LTX_nCcZMy4ifY6FsxLdOxFaERpmU3E-jgo6s5n1YHhPELuYTzxTKlVBBPPxjjOe5RBCFgc6S1o8ixVVIM6BPZ7eNVkZRZVlKtb-C4EbOrDOGF/s1600/centrale+montemartini2+024.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Mi interrompo per creare la giusta <i>suspence</i> e poi riprendo. Un’affascinante
ipotesi ne suggerisce l’identificazione con il celebre <i>perrirhanterion </i>, il bacino d’acqua lustrale posto davanti al
tempio di Apollo Medico dove, secondo le fonti letterarie, Catilina si lavò le
mani sporche di sangue dopo aver mostrato a Silla la testa di un avversario
politico, durante una riunione del Senato nel vicino Tempio di Bellona.
“Mettitici un po’ dentro!” Fulmino
Danilo con uno sguardo. Addio tensione drammatica! Prima di allontanarmi,
sottolineo come la strana posizione dell’edificio circolare sollevi un altro
ordine di problemi legato al percorso delle processioni trionfali che
prendevano avvio al Circo Flaminio. Si era ritenuto in passato che la via trionfale
procedesse lungo i templi di Apollo e di Bellona, ma la presenza di questo
piccolo monumento avrebbe ostruito totalmente il passaggio dell’imponente
corteo, affollato di truppe di legionari, prigionieri, animali delle specie più
svariate e carri colmi del bottino di guerra.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8Pg1xHdESo45sSCoLJR1ugRtSD31XGRvkZB4WVls_Zsl3lEwYG5kwQnM6WKpjrsKxRlyqEhza41vrrGggY9PgEDJArC_R4iGHOWD4oFSp9Zau-LGtV-0AQgO73A_iDXeFmtv8OdHOe4hy/s1600/4068037265_ceeae4ba3a_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8Pg1xHdESo45sSCoLJR1ugRtSD31XGRvkZB4WVls_Zsl3lEwYG5kwQnM6WKpjrsKxRlyqEhza41vrrGggY9PgEDJArC_R4iGHOWD4oFSp9Zau-LGtV-0AQgO73A_iDXeFmtv8OdHOe4hy/s1600/4068037265_ceeae4ba3a_o.jpg" height="424" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">I miei uditori bloccano la
diaspora e si fermano per ascoltare la soluzione di questo mistero. Si dovrebbe
quindi concludere che la processione trionfale passasse attraverso le <i>paradoi</i> , o ingressi , del Teatro, e che
lo attraversasse, consentendo così ad un grande pubblico di spettatori di
assistere al trionfo in un contesto scenografico e spettacolare. A questo punto
passiamo rapidamente in rassegna le opere provenienti dall’area del
Campidoglio, cuore religioso della città, dove, per tutta l’epoca repubblicana,
le più alte personalità dello stato fecero a gare per erigere monumenti
celebrativi a ricordo delle loro imprese.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSVtuFbJMjtLUhNacme5eBc8W_Tep7gaa28tTAN0L4drBNdcUvBMPBkYDcUTQBkiBJGr33ntEW2-L7EkoPYFT6oobq4bLzyV-5KjIaujWH9Ky3l_8Ha72X6ChLF0N_0d15-IeFFqkvAqEs/s1600/11.02.2015+755.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSVtuFbJMjtLUhNacme5eBc8W_Tep7gaa28tTAN0L4drBNdcUvBMPBkYDcUTQBkiBJGr33ntEW2-L7EkoPYFT6oobq4bLzyV-5KjIaujWH9Ky3l_8Ha72X6ChLF0N_0d15-IeFFqkvAqEs/s1600/11.02.2015+755.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="font-size: large;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Seguono le sculture recuperate nell’area
sacra di Largo Argentina e nell’adiacente teatro di Pompeo, da cui proviene una
splendida statua di Musa seduta, che probabilmente ne decorava la scena.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxZAUB5xvVfaE34Fe4iFB7YyTBI-A1HobNGPOp2ucs2wneeAGpT8RIZZk5n7pp_m4n_QcDN9n6QoYbdItd_q4PbhDWd6psTSiIlmMPa860pU7Xm-3_LS7Tl-RSsdhyRA0Cx28FeQBNqf2l/s1600/centrale+montemartini2+056.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxZAUB5xvVfaE34Fe4iFB7YyTBI-A1HobNGPOp2ucs2wneeAGpT8RIZZk5n7pp_m4n_QcDN9n6QoYbdItd_q4PbhDWd6psTSiIlmMPa860pU7Xm-3_LS7Tl-RSsdhyRA0Cx28FeQBNqf2l/s1600/centrale+montemartini2+056.JPG" height="640" width="480" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD-MI1A82OWdK9J_nBHVub11cbU1bIaq-7imHl90zaH-N4qdGY_78W4Zmb6ruSrEe3uqs5YLDxt9s3O3-vd0zUpPBZfqoWtlRQTPVIWhpuwZCoQNSly2XiY5oVTnOSpgRROrJDNnsds5z7/s1600/centrale+montemartini2+066.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD-MI1A82OWdK9J_nBHVub11cbU1bIaq-7imHl90zaH-N4qdGY_78W4Zmb6ruSrEe3uqs5YLDxt9s3O3-vd0zUpPBZfqoWtlRQTPVIWhpuwZCoQNSly2XiY5oVTnOSpgRROrJDNnsds5z7/s1600/centrale+montemartini2+066.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="font-size: large;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Raggiungiamo così lo spazio di fronte alle grande vetrate della facciata. Qui, colpiti
dalla luce e messi in ulteriore risalto dal fondo scuro dei macchinari, si
trovano esposti i ritratti imperiali di Villa Rivaldi. E’ uno dei miei spazi
preferiti.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE5rPFWatFf4Sqdhl7rF2NGATk4SJw1ytDGvFquDRjlh0_NpPQRfB1CbNXCfQLWPEbNBZdetdNlAV4qdmyO4oz9d96h0GIBtKeiEq6EdApV3L3_mHSszAJ0W6uys7QYDy54vKYXFwb53yF/s1600/5070878752_5f31091d11_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjE5rPFWatFf4Sqdhl7rF2NGATk4SJw1ytDGvFquDRjlh0_NpPQRfB1CbNXCfQLWPEbNBZdetdNlAV4qdmyO4oz9d96h0GIBtKeiEq6EdApV3L3_mHSszAJ0W6uys7QYDy54vKYXFwb53yF/s1600/5070878752_5f31091d11_o.jpg" height="424" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Ci sono un paio di “amici” che devo assolutamente salutare. Prima
presento il contesto di rinvenimento e la loro storia. Bisogna dare un’ anima
alle cose per farle amare. Tutto ebbe inizio con l’apertura di via dell’Impero,
che permise la scoperta di una grandiosa residenza che si pone ai confini tra
il pubblico ed il privato, situata proprio in corrispondenza del giardino di
Villa Rivaldi. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrKuHqwCcAZJBcsoqQjnIXJv2sQ6-bxrRHV6EFHPoCnrxyqZth5S5Rnu1oYW3DR253xZwDX98urn7BjQpWcMEnt17tXluflyepdoDvY8WSxdFRSVDaluFgPM5vvW9PeDVkvn9o0Plh5oM4/s1600/5070286475_550e1cfc6d_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrKuHqwCcAZJBcsoqQjnIXJv2sQ6-bxrRHV6EFHPoCnrxyqZth5S5Rnu1oYW3DR253xZwDX98urn7BjQpWcMEnt17tXluflyepdoDvY8WSxdFRSVDaluFgPM5vvW9PeDVkvn9o0Plh5oM4/s1600/5070286475_550e1cfc6d_o.jpg" height="424" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">L’impianto originario
della <i>domus</i> <i> </i>risale alla metà del I sec.
d.C., mentre ad una importante fase di vita dell’edificio, tra la metà del II e
la prima metà del III sec. d.C., si riferisce gran parte delle opere. Quelle
qui esposte erano state utilizzate come materiale da costruzione nei muretti
del giardino della villa. “Ma vi rendete conto?!” Tutti annuiscono. Chissà se mi stanno
ascoltando davvero. La bellezza di queste sculture è tale che sicuramente
distrae l’attenzione.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8umvl2EzcZNFIXz2aCiARB8zm68c8FWss6JG7JYIrSn6tLTidvUi3-v54GpMf1Bp0J1n3S0GiVtXqlMx5lan4y64SvCsxoFss1xRhrGi-rhpHJR2ovskUu9aYn5mYR-cdPpj1Pp4s9lUY/s1600/20150211_124415.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8umvl2EzcZNFIXz2aCiARB8zm68c8FWss6JG7JYIrSn6tLTidvUi3-v54GpMf1Bp0J1n3S0GiVtXqlMx5lan4y64SvCsxoFss1xRhrGi-rhpHJR2ovskUu9aYn5mYR-cdPpj1Pp4s9lUY/s1600/20150211_124415.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Scoperte in frammenti, negli anni trenta del
Novecento, finirono in Campidoglio. Un’intera galleria di illustri personaggi, imperatori
e consorti, sfila davanti a noi, a testimonianza del prestigio e del ruolo
politico del padrone di casa: Lucilla, Caracalla, Settimio Severo, Otacilia Severa. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOz0rVEhhBOGC8d9E4Q2LNwUZWeFrHYNhLCDWCNR_htS1Syaj9lxEhYzXjT_k2rbrTYEeRBkzlrCIv6_lrue9hqqMi6A61yAxKDvK0KxXvA68rUdDhf8p-yJgBcFjRCUg09K2FARUgIxoQ/s1600/5070281639_fca8003f85_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOz0rVEhhBOGC8d9E4Q2LNwUZWeFrHYNhLCDWCNR_htS1Syaj9lxEhYzXjT_k2rbrTYEeRBkzlrCIv6_lrue9hqqMi6A61yAxKDvK0KxXvA68rUdDhf8p-yJgBcFjRCUg09K2FARUgIxoQ/s1600/5070281639_fca8003f85_o.jpg" height="424" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Accanto a questi, come documento della
raffinata sensibilità artistica del committente, sono state rinvenute splendide
copie e rielaborazioni romane derivanti da famosi originali greci: la
bellissima testa di Apollo tipo Kassel, da un originale di Fidia, il giovane atleta
Kyniskos, da un originale di Policleto, la statua di Icaro, anch’essa ispirata
a modelli policletei e quella di Antinoo, il giovane favorito dell’imperatore
Adriano. A questi ultimi due va la mia indiscussa palma di più belli del reame!
Ma non tutti sembrano d’accordo. Ognuno sta individuando il proprio ideale di
bellezza, non c’è che l’imbarazzo della scelta.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6zvk61cM09kD3VLJrXhXxYqgGP_KMkTuOLb0W9-JX3M1JqolmVnundT7eik96zrKgrrth9lOCnBrIiy3pqRaJzp-VQ7d-tyTTNzHJU6tB0xOyp2qwK5VbDoRqKuCfBLHPEYxFHz_ywfw9/s1600/11.02.2015+539.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6zvk61cM09kD3VLJrXhXxYqgGP_KMkTuOLb0W9-JX3M1JqolmVnundT7eik96zrKgrrth9lOCnBrIiy3pqRaJzp-VQ7d-tyTTNzHJU6tB0xOyp2qwK5VbDoRqKuCfBLHPEYxFHz_ywfw9/s1600/11.02.2015+539.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1HfagVGDFlwq4T9cd6j2UCDrkk65pOw4wIexEhyAXj2BeEUqaAzR4li2cmwhiR-i0vi3FZuVUfc5XoNPUmn4sznQTGKshKwBVJaGm3MI2sDoOrpVQ9gUSVUxvTB4PsRrrCTY2OlQyeT6P/s1600/11.02.2015+548.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1HfagVGDFlwq4T9cd6j2UCDrkk65pOw4wIexEhyAXj2BeEUqaAzR4li2cmwhiR-i0vi3FZuVUfc5XoNPUmn4sznQTGKshKwBVJaGm3MI2sDoOrpVQ9gUSVUxvTB4PsRrrCTY2OlQyeT6P/s1600/11.02.2015+548.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="font-size: large;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvz9tQxGlbA2EW9ZD-_2AxVAso2E3iLnNwrzP1IY8kno4V3FO6HoDVeVzjHbAN8_Jwpw50chlRf2eREXU036q778Ve26JoRwuGiO3fs82qli8EKdGtBAS7Wnih7Wj13_4zvsLniN4YlK9v/s1600/11.02.2015+431.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvz9tQxGlbA2EW9ZD-_2AxVAso2E3iLnNwrzP1IY8kno4V3FO6HoDVeVzjHbAN8_Jwpw50chlRf2eREXU036q778Ve26JoRwuGiO3fs82qli8EKdGtBAS7Wnih7Wj13_4zvsLniN4YlK9v/s1600/11.02.2015+431.JPG" height="640" width="480" /></a></div>
<div style="font-size: large;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Danilo sembra in preda ad una
sorta di sindrome “scattoconvulsiva”. “Calma, mica ti scappano!” Ha capito che
ho una specie di venerazione per il giovane amante di Adriano. “Mettiti un po’ più vicina” - mi fa - “Guardalo con occhioni dolci e
ammicca”. A questo punto capisco che la
situazione mi sta drammaticamente sfuggendo di mano. “Vieni qua, davanti alla
finestra. Chi è questo?!” Legge il cartellino. “Ah, sei Icaro! Devi sta’ un po’
più attento quando prendi il sole!"</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA-bmMB4h_yWREECVEYKJsHJzLrBSDZsQ1XHMSGwiNlyaJj7cAZidsFyPIpQzra8JCwrvq_fw_0RRZL23CSXsZmtSCw7VOLk1Fbxpr4-JhQ-Ide6SlVIjXPRFI4GajVSW8oFC5mydsaq51/s1600/20150211_124253.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhA-bmMB4h_yWREECVEYKJsHJzLrBSDZsQ1XHMSGwiNlyaJj7cAZidsFyPIpQzra8JCwrvq_fw_0RRZL23CSXsZmtSCw7VOLk1Fbxpr4-JhQ-Ide6SlVIjXPRFI4GajVSW8oFC5mydsaq51/s1600/20150211_124253.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">"Qui di lato, Paola. Un controluce stupendo!”
E adesso come ne esco?! “Ma a che ora
avete prenotato il pranzo?” E’ una
specie di formula magica che funziona sempre. Tutti guardano l’orologio. “Tra
un’ora dobbiamo stare al ristorante” – mi risponde una gentile signora. Quelle parole sembrano aver riportato in sé
anche Danilo, che dopo un paio di altri scatti finalmente mi libera.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKl55vQEMA8eLvup_oXD109rEbNTkRCSvc3E2hzzuuKgdcKaRWpWsOIP2_gdgCeJgVqkDYkg2Ovu1KCYNFIzF4Kkd_hkBxniu5wcrQDzdhMzJ470WH__0FFi4dim7fawMCzG-moYbVpmrf/s1600/11.02.2015+585.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKl55vQEMA8eLvup_oXD109rEbNTkRCSvc3E2hzzuuKgdcKaRWpWsOIP2_gdgCeJgVqkDYkg2Ovu1KCYNFIzF4Kkd_hkBxniu5wcrQDzdhMzJ470WH__0FFi4dim7fawMCzG-moYbVpmrf/s1600/11.02.2015+585.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMU6wgsRn3vH8RH95sef5xBC0svJHgnH51PZj8s__LdHtFMMufrimzcES_qe0JCxPAZ3bUH6wpe5Bx09oPjz1drl_4wACik39tNsHcjOtQR6wcnAujukCpvhXfqQ-aFjU-e8Sk2dIqkUQ4/s1600/11.02.2015+563.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMU6wgsRn3vH8RH95sef5xBC0svJHgnH51PZj8s__LdHtFMMufrimzcES_qe0JCxPAZ3bUH6wpe5Bx09oPjz1drl_4wACik39tNsHcjOtQR6wcnAujukCpvhXfqQ-aFjU-e8Sk2dIqkUQ4/s1600/11.02.2015+563.JPG" height="640" width="480" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV004sv7-upSb0ixaxJ8_xMwOO6yh8l8rDH1KdYXjn-daXdY00kt8gylLR6flyTQppj1lKFlWY-R6aqEo6aqTZ-9hkPdgk988JCiAoQzr2x1PRP-roxwg3kJ-kcyxivIRe6Qc8DWqH12xj/s1600/20150211_124355.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV004sv7-upSb0ixaxJ8_xMwOO6yh8l8rDH1KdYXjn-daXdY00kt8gylLR6flyTQppj1lKFlWY-R6aqEo6aqTZ-9hkPdgk988JCiAoQzr2x1PRP-roxwg3kJ-kcyxivIRe6Qc8DWqH12xj/s1600/20150211_124355.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="font-size: large;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Lo spazio
dell’ultima sala è meno invaso dal volume delle macchine, anche se una caldaia
di circa quindici metri di altezza impone in modo vistoso la sua presenza. Ma
ormai, come previsto, tutti sono abituati all’anomala convivenza, e tutto
sembra naturale, esattamente come dovrebbe essere.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS2RtGpcrwYEfj_E_5JcAubfLEV8H5B2svQKS5M6hPzl_F1j7blGWYD4iZUzR8WHRwhyphenhyphenNhkSNN6W8B8E8h9aSLjVUly1Q1FKivdnsqjVjYppR-oq6EuKFveNHihFxGpGhA7zTChEL7RoYm/s1600/centrale5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS2RtGpcrwYEfj_E_5JcAubfLEV8H5B2svQKS5M6hPzl_F1j7blGWYD4iZUzR8WHRwhyphenhyphenNhkSNN6W8B8E8h9aSLjVUly1Q1FKivdnsqjVjYppR-oq6EuKFveNHihFxGpGhA7zTChEL7RoYm/s1600/centrale5.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Lo spazio più libero ha reso
possibile l’organizzazione di un allestimento più articolato e giocato intorno
all’enorme mosaico degli <i>horti</i>
Liciniani, che un ballatoio permette di osservare dall’alto in tutta la sua
estensione. Rappresenta la cattura di animali selvatici per le <i>venationes </i>dell’anfiteatro.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5-9Gt-q62sVGmq-lmXJ-Tk8Kf9wnyFGelP4kcIC0khc7Cr_OA3vMP-aYbUtethar4bON26tS863d73gcxU8qtbxobJwKzc9PUSqlS2PBNWrKvuyZyxlefo1GzZ0bYfQ5AWPbz1_8YfePX/s1600/centrale3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5-9Gt-q62sVGmq-lmXJ-Tk8Kf9wnyFGelP4kcIC0khc7Cr_OA3vMP-aYbUtethar4bON26tS863d73gcxU8qtbxobJwKzc9PUSqlS2PBNWrKvuyZyxlefo1GzZ0bYfQ5AWPbz1_8YfePX/s1600/centrale3.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="font-size: large;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAC5hW78IutIOfw1Z2qVFF1JtXm12R8BBwBW12pHNRITQ6MWNQpyBuaKFVX21IdQBy3S_imDKah9Qj7T-R-bXYqUSCl0kT1RjI6-Kiygt8Zh5dgk_4lbttg4S0eV5Qz4l3OPaa9EOGRefw/s1600/centrale+montemartini2+119.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAC5hW78IutIOfw1Z2qVFF1JtXm12R8BBwBW12pHNRITQ6MWNQpyBuaKFVX21IdQBy3S_imDKah9Qj7T-R-bXYqUSCl0kT1RjI6-Kiygt8Zh5dgk_4lbttg4S0eV5Qz4l3OPaa9EOGRefw/s1600/centrale+montemartini2+119.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="font-size: large;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieOcBBAJ2DCuN2naTthLQ4MFCni6eiqG4XNwr3XgfW0QKbH3lpGVJYrY4djk8k7fwijxO6rp3cAArRID8T1Sksax10Ut0nIZ4qCk18qlAdxDtW6S039BHQNvyLlmfuaIqVC16sZ0f_Xt_4/s1600/centrale+montemartini2+120.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieOcBBAJ2DCuN2naTthLQ4MFCni6eiqG4XNwr3XgfW0QKbH3lpGVJYrY4djk8k7fwijxO6rp3cAArRID8T1Sksax10Ut0nIZ4qCk18qlAdxDtW6S039BHQNvyLlmfuaIqVC16sZ0f_Xt_4/s1600/centrale+montemartini2+120.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div>
<span style="background-color: black; color: orange;"><span style="text-align: justify;">Attorno ad
esso l’allestimento dispone gli elementi
tipici della villa romana: il porticato, l’esedra e le numerose nicchie che accolgono le statue e
segnano il percorso espositivo. In questo grande spazio si è tentato, con successo,
di restituire ai visitatori gli aspetti connessi alla vita privata, attraverso
la ricostruzione dell’apparato decorativo di grandi residenze gentilizie, poi
passate nella proprietà privata dell’imperatore, come gli </span><i style="text-align: justify;">horti</i><span style="text-align: justify;"> Sallustiani sul Quirinale e i Liciniani sull’Esquilino.</span></span></div>
<span style="color: orange;"><i></i></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf2Prp1hPHD-3xMBpc8nJlBA2rrvVbH42bUdccfJ78QIQrX7tvJVktLhlNz1R_cUnSlsmwmrQGmpFVMYjmPKQexHTDQQVPQ5XhEHAvA3Yck13EhFZJE4zwBa0MySqMBy6O4j-DtMLeqTdq/s1600/centrale+montemartini2+184.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf2Prp1hPHD-3xMBpc8nJlBA2rrvVbH42bUdccfJ78QIQrX7tvJVktLhlNz1R_cUnSlsmwmrQGmpFVMYjmPKQexHTDQQVPQ5XhEHAvA3Yck13EhFZJE4zwBa0MySqMBy6O4j-DtMLeqTdq/s1600/centrale+montemartini2+184.JPG" height="480" width="640" /></a></i></div>
<i>
</i>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Non meno interessanti sono le sculture
che decoravano alcune <i>domus</i> private di
età imperiale e che riflettono il gusto del padrone di casa, spesso un fine
conoscitore dell’arte antica. All’ingresso ci accoglie un raffinatissimo pezzo
di arredo da giardino. Si tratta di una
grande tazza marmorea, decorata con un prezioso intaglio di girali di acanto
accostati a tralci di vite e grappoli di
uva, chiari riferimenti al mondo dionisiaco, eseguita da un abilissimo
scultore, probabilmente di origine greca.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyeWUxs9Y02ZMzLCCQL8_GpbKDB6-OcibUCIhfP4x4rRsBv1econ7Nrk_XRqINNJKs_1uNIlhG7FYFxdn_RhTNLp12s3gpdZ2Kcsgbp8aCwZdSvf7pzExvyCnbXcupaIK2YwUs1ZGoQVYq/s1600/centrale+montemartini2+126.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyeWUxs9Y02ZMzLCCQL8_GpbKDB6-OcibUCIhfP4x4rRsBv1econ7Nrk_XRqINNJKs_1uNIlhG7FYFxdn_RhTNLp12s3gpdZ2Kcsgbp8aCwZdSvf7pzExvyCnbXcupaIK2YwUs1ZGoQVYq/s1600/centrale+montemartini2+126.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Anche se comincia ad essere un po’
stanco, il mio fedele scudiero non si sottrae al suo ruolo, e, impugnata la
macchina fotografica: “Paola, un sorriso!”. Poco di lato ecco la splendida
figura di Polimnia, la delicata fanciulla che con aria sognante contempla un
lontano orizzonte, fatto di vagheggiamenti poetici che la portano al di fuori della realtà. Come la capisco! La
statua era stata scolpita per gli <i>Horti
Spei Veteris</i>. “Gli orti di che?!” –chiede qualcuno. “Horti della Speranza Antica” –spiego. Si
estendevano dalla zona corrispondente all’odierno piazzale di Porta
Maggiore,fino all’estremità sud-orientale della città.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdkhXN3nFtfzZDqo0-7B8MyAmb_Z3xxxcNwKwJi6UpReGBA92i_ABWh3WsOmCrM58Ada1m8X5pwAdis7lObJOoLNz4GLj6whhijyU-KuzB13ET1UWSllc4NT-QtOc3Je2tkENC087o1xCu/s1600/centrale+montemartini2+082.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdkhXN3nFtfzZDqo0-7B8MyAmb_Z3xxxcNwKwJi6UpReGBA92i_ABWh3WsOmCrM58Ada1m8X5pwAdis7lObJOoLNz4GLj6whhijyU-KuzB13ET1UWSllc4NT-QtOc3Je2tkENC087o1xCu/s1600/centrale+montemartini2+082.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Un ampio possedimento
che l’imperatore Settimio Severo trasformò in giardino, quando progettò il suo palazzo
residenziale con annesso anfiteatro di corte e circo. Elagabalo completò i
lavori e sotto di lui la nuova residenza imperiale assunse un lusso ed uno sfarzo
inusitati, sicuramente la cornice più appropriata per la natura capricciosa di
questo imperatore. Nel 270 d.C. la residenza perse il suo originario splendore a causa della
costruzione delle Mura Aureliane che divisero a metà il complesso, lasciando
fuori il circo e trasformando l’anfiteatro in struttura difensiva. Agli inizi del
Novecento, durante i lavori per la costruzione di alcuni edifici residenziali, in
questo contesto, fu rinvenuto un vero e proprio “tesoro”.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj62Hqp8mJw4EVh8cSgki6M9CiqvgFNDDG4wBZHQPTqYfCTZB1QhMaKHPZUTEno33AIreRKJ2f_kNSuPE8qOSExHlnMn_jeIJ5Ki86hT2U2ycVZ6Ok6nbOc_O2SBxe7T9N8D_SjgpE71s9N/s1600/centrale+montemartini2+086.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj62Hqp8mJw4EVh8cSgki6M9CiqvgFNDDG4wBZHQPTqYfCTZB1QhMaKHPZUTEno33AIreRKJ2f_kNSuPE8qOSExHlnMn_jeIJ5Ki86hT2U2ycVZ6Ok6nbOc_O2SBxe7T9N8D_SjgpE71s9N/s1600/centrale+montemartini2+086.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Si scoprì che in un
cunicolo sotterraneo, erano stati nascosti un gruzzolo di monete ed alcune
sculture, tra cui la suggestiva Polimnia. Straordinaria la conservazione della patina
originaria del marmo, che rende la pietra calda e quasi viva. Danilo gli sta girando
intorno, manco si trattasse di una modella a cui fare un book! “Bèh?! Devo
essere gelosa?!” – gli faccio con espressione risentita.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg6yRd1rNWZ_ADR9Udiy5oq6DqRFakX31OSMHwiTZlAiVhG29LWv3w1-7mc3YliqkjIghsNOqHwH9wIdw81SB00rlFl_j9k5QCsUjSAh6mBX3aCh3AqA1iFYQPmUwUdlTBf2ViY7j_PMmN/s1600/centrale+montemartini2+088.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg6yRd1rNWZ_ADR9Udiy5oq6DqRFakX31OSMHwiTZlAiVhG29LWv3w1-7mc3YliqkjIghsNOqHwH9wIdw81SB00rlFl_j9k5QCsUjSAh6mBX3aCh3AqA1iFYQPmUwUdlTBf2ViY7j_PMmN/s1600/centrale+montemartini2+088.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="font-size: large;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnXQ0w8PAVm7KEqy6CnXTVEPKsE00ne9bdaLvX__t1ZCuvgOqym_Y8zfBogcNpPKXlKzJljnBF7_mlXbHxR_FVqyb2QEt_VILE3q1XGjeU2N9tYath4NxjJCbB_nN1NekMoFWa7Ox4rqZu/s1600/centrale+montemartini2+095.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnXQ0w8PAVm7KEqy6CnXTVEPKsE00ne9bdaLvX__t1ZCuvgOqym_Y8zfBogcNpPKXlKzJljnBF7_mlXbHxR_FVqyb2QEt_VILE3q1XGjeU2N9tYath4NxjJCbB_nN1NekMoFWa7Ox4rqZu/s1600/centrale+montemartini2+095.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="font-size: large;">
<span style="font-size: medium;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Intanto mi avvicino ad
un altro momento artistico straordinario, di quelli che ti lasciano senza
parole, ma dovrò trovarle. La prendo alla lontana, tanto stanno tutti lì a
bocca aperta, impietriti da quella sinuosa pietra. Intorno alla metà del III
secolo d.C. l’imperatore Licinio Gallieno fece costruire una sontuosa residenza
sull’Esquilino,dove era uso recarsi con tutta la sua corte. Là ,dove sorgeva
la villa, si trova ancora oggi uno
straordinario monumento, dalla complessa pianta polilobata, impropriamente conosciuto
come Tempio di Minerva Medica. Probabilmente si tratta invece di un ninfeo
monumentale appartenente alla villa stessa , all’interno del quale, durante gli
scavi ottocenteschi, fu rinvenuto un notevole gruppo di sculture fatte a pezzi
e riutilizzate per la costruzione di un muro più tardo.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMO-xbhWRPLoAIDS0zHn7TSd4VA1_3-TYwCCVprGUeVkyR5Sz2LTV5LVn3w8eE6eGysmRm_PKUlTFLJDh0SM29S0tsG1hYAbaQ9C2BMO8XLcu2GDYVnZADDlFT5fJ3JCDuWSmkPml5CpDY/s1600/centrale+montemartini2+101.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMO-xbhWRPLoAIDS0zHn7TSd4VA1_3-TYwCCVprGUeVkyR5Sz2LTV5LVn3w8eE6eGysmRm_PKUlTFLJDh0SM29S0tsG1hYAbaQ9C2BMO8XLcu2GDYVnZADDlFT5fJ3JCDuWSmkPml5CpDY/s1600/centrale+montemartini2+101.JPG" height="640" width="480" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Proprio qui fu
ritrovata la splendida fanciulla, che, mentre parlo, ci sta incantando con la
sua bellezza. E’ seduta su uno sgabello dalle zampe tornite, l’aspetto
pensieroso, poco più che una bambina, come denunciano i tratti sottili ben
disegnati e le guance paffute. La figura è raccolta su se stessa, il busto
inclinato in avanti, il braccio destro appoggiato all’orlo del sedile, il
sinistro piegato, con il gomito puntato sulla gamba e la mano posata sul petto,
le gambe accavallate, con il piede
destro su un leggero rialzo della base, mentre il sinistro è libero, come se la
ragazza lo dondolasse per cullare i suoi giovani pensieri.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEja5cwGTyOjbzWmTS2tg72L-YOgF7wPKkoPnLp-5W_99gI22qtEX22jLWnSjEUZhzLtdp6Q_XQhcVglWyL9AqTt0mLzcZ65ZBKrhRG6Nluw1y4IgXIQS3o5Gdp7WgJbPu1_ie_ma6SxhfGa/s1600/centrale+montemartini2+108.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEja5cwGTyOjbzWmTS2tg72L-YOgF7wPKkoPnLp-5W_99gI22qtEX22jLWnSjEUZhzLtdp6Q_XQhcVglWyL9AqTt0mLzcZ65ZBKrhRG6Nluw1y4IgXIQS3o5Gdp7WgJbPu1_ie_ma6SxhfGa/s1600/centrale+montemartini2+108.JPG" height="640" width="480" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">La costruzione della
scultura è tale che girandogli intorno si ha sempre una visione diversa, il che
suggerisce che anche in antico fosse stata concepita per una visone a 360
gradi. Il modello dal quale viene fatta dipendere è stato riconosciuto nella <i>Tyche</i> di Antiochia, vale a dire la
personificazione stessa della città, realizzata da Eutychides, allievo di
Lisippo, all’inizio del III secolo a.C. Ma sicuramente qui siamo di fronte ad
una evoluzione del modello: intimismo, fragilità, grazia, sono probabilmente
caratteristiche aggiunte dall’abile copista romano, e sono proprio quelle a
conferire alla scultura una modernità straordinaria.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc52GEgNvFpfTpQPMa1gFSBm3LeQdA-tK0sYAeCRmE0L80GygnQRCr5q7kxqTzi-tDKYa1HJaLdy-sJc9sNH0bXlHEusEUiYPfCSsnv97mK0hirM9zosIDYmcNm3ePiqXyTlMVdbG5H_sf/s1600/centrale+montemartini2+098.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc52GEgNvFpfTpQPMa1gFSBm3LeQdA-tK0sYAeCRmE0L80GygnQRCr5q7kxqTzi-tDKYa1HJaLdy-sJc9sNH0bXlHEusEUiYPfCSsnv97mK0hirM9zosIDYmcNm3ePiqXyTlMVdbG5H_sf/s1600/centrale+montemartini2+098.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Difficile staccarsi da questa
immagine, si ha come la sensazione che sia piacevole per l’animo stare lì a
guardarla. Ma cerco in qualche modo di sottrarre alla malìa di quella sirena di
marmo i miei compagni. Provo a dire che, in realtà, la scoperta più notevole,
fatta nello stesso contesto, è quella di due figure di magistrati. Faccio
notare che uno dei due tiene in mano un lembo di stoffa, la<i> mappa</i>, e quindi è rappresentato nel momento in cui sta dando l’avvio
alle gare nel circo, uno degli incarichi di maggiore visibilità per un politico
dell’epoca.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUitttOxggnweRbPUDOj5rdc3fykqZyUkqVertptp-sjtvfAgQUyPMFy2EqZr7CPydXUdzif-lBSGmG7ZYpqRZG5BwNgUFgm1UUKSeM46pgMNQD4Ud5mQerq68YcrIhJZTfcR35K6QaM84/s1600/centrale+magistrato.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUitttOxggnweRbPUDOj5rdc3fykqZyUkqVertptp-sjtvfAgQUyPMFy2EqZr7CPydXUdzif-lBSGmG7ZYpqRZG5BwNgUFgm1UUKSeM46pgMNQD4Ud5mQerq68YcrIhJZTfcR35K6QaM84/s1600/centrale+magistrato.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">I ritratti sono di altissimo livello artistico e rivelano anche un
attento studio fisiognomico. Stilisticamente le statue rimandano ad un periodo
a cavallo tra IV e V secolo d.C., e nei due personaggi raffigurati si sono
voluti riconoscere padre e figlio. Queste indicazioni hanno portato a suggerire
i nomi di Q. Aurelio Symmachus, prefetto della città nel 384-385, e di suo
figlio, famosissimi rappresentanti dell’aristocrazia senatoria romana, di
stretta osservanza pagana, raffigurati entrambi all’apice della loro carriera
senatoria. Danilo mi guarda. E’ incredulo e sfinito. Le emozioni lo hanno
strapazzato per bene. Si è fatto anche tardi. Lo stomaco con i suoi borbottii
ci informa che sarebbe anche ora di riempirlo. E’ sempre così. L’ultima parte
del museo si fa a passo di bersaglieri.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmUtNqhRwJkcecZ1I_P2IfLwBR82KDpQZip-QyRs49Q179blFPUDmNVTS8MPNq0XPq5bjrqIM3Gpxk0ptZrD0IplJdLEbMnyczNZI2E4RzRoMRn-IwlfkBB3LVqKap5XLLXVBKrtBpTG0S/s1600/centrale+montemartini2+129.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmUtNqhRwJkcecZ1I_P2IfLwBR82KDpQZip-QyRs49Q179blFPUDmNVTS8MPNq0XPq5bjrqIM3Gpxk0ptZrD0IplJdLEbMnyczNZI2E4RzRoMRn-IwlfkBB3LVqKap5XLLXVBKrtBpTG0S/s1600/centrale+montemartini2+129.JPG" height="640" width="480" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Sfilano davanti a noi le due statue di
Pothos, personificazione del rimpianto e del senso di nostalgia che si prova
quando una persona amata è lontana. Rinvenute in via Cavour, sono entrambe copie
dello stesso originale creato da Skopas per un gruppo in cui figuravano con
mamma Afrodite ed altri divini fratelli.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGslazI-cuoA3KXZwrFnO_n6WLT290Ra2tOk-t0oj-gwGAKr0XMzENF-XhUwm3CMIULgIOb9CnYBWo4_Iz5Yz9J7QJtWjnZjJLolxcOzENzvvDj9nvccAm0D2i4-2k6nEfENG7u5bYfi_p/s1600/centrale+montemartini2+134.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGslazI-cuoA3KXZwrFnO_n6WLT290Ra2tOk-t0oj-gwGAKr0XMzENF-XhUwm3CMIULgIOb9CnYBWo4_Iz5Yz9J7QJtWjnZjJLolxcOzENzvvDj9nvccAm0D2i4-2k6nEfENG7u5bYfi_p/s1600/centrale+montemartini2+134.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Insieme ad esse fu rinvenuta la statua
del Satiro in riposo, copia di un originale di Prassitele, e quella di un
generale romano, purtroppo acefala, rappresentato in nudità eroica. I Romani
facevano così: per esaltare le virtù del personaggio raffigurato, prendevano in
prestito dall’arte greca le forme atletiche degli antichi eroi del mito e sopra
quei corpi scolpiti piazzavano i ritratti dei duri soldati romani. Una sorta di
“photoshop” nel marmo! Drammatico il Satiro della <i>domus </i> di Porta San Lorenzo.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcmFqnnvAaf-5ja30B9thPfY_16iHW7pyg3QMl7ghcvetkJTHpy9TcpxapPU3NmO9m9AzwO3zRstay75lyvx3qfpUDnR6lbsGy_LYpovEtegNYnyQJnB3xcjKbUlVsEDBXH2Pd25v_UPVe/s1600/4112384397_85f53ff3a4_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcmFqnnvAaf-5ja30B9thPfY_16iHW7pyg3QMl7ghcvetkJTHpy9TcpxapPU3NmO9m9AzwO3zRstay75lyvx3qfpUDnR6lbsGy_LYpovEtegNYnyQJnB3xcjKbUlVsEDBXH2Pd25v_UPVe/s1600/4112384397_85f53ff3a4_o.jpg" height="362" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Faceva parte di un pregevole gruppo di ispirazione pergamena, rappresentante Satiri
in lotta contro i Giganti. Reso con una straordinaria forza espressiva, è
rappresentato nel momento in cui sta per essere sopraffatto dalle spire
serpentine di un gigante che si trova alle sue spalle. Improvvisa e inaspettata,
come una folgore a ciel sereno, una voce stridula e divertita interrompe la mia
spiegazione: “Oh, guardate questo!” Immagino
che qualcuno sia arrivato alle sculture della <i>domus </i> di Fulvio Plauziano,
prefetto del pretorio di Settimio Severo, ucciso da Caracalla nel 205 d.C. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBDqPpy_Rq5HIORXk6BLG9bHaLf_hA9O07lewfeaLJznC0Zoq6v1JJPwmWPFoEWbXopwD3Ln_8_wIvdhXaJXh5k2UNIVjRPg-EAL86WDIFHr5XuMqODtXB8Q8n4LI5O8KHazVgBWgMmK8R/s1600/centrale+montemartini2+192.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBDqPpy_Rq5HIORXk6BLG9bHaLf_hA9O07lewfeaLJznC0Zoq6v1JJPwmWPFoEWbXopwD3Ln_8_wIvdhXaJXh5k2UNIVjRPg-EAL86WDIFHr5XuMqODtXB8Q8n4LI5O8KHazVgBWgMmK8R/s1600/centrale+montemartini2+192.JPG" height="640" width="480" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">La proprietà della casa fu attribuita grazie
alle iscrizioni leggibili sulle <i>fistulae
acquariae</i>, rinvenute insieme ad altre strutture durante i lavori per il
traforo del Quirinale, nei primissimi anni del Novecento. In uno dei suoi ambienti,
fu recuperata una suggestiva statua di Priapo,databile all’età augustea. Era questa
l’attrazione per la quale poco prima eravamo stati chiamati a raccolta. Priapo non
è rappresentato nella sua iconografia tradizionale, itifallico, come si suol
dire. La sua ben nota ed esplosiva virilità viene però lasciata intuire. L’artista
lo ha infatti coperto con una lunga tunica, che presenta però, proprio all’altezza
del bacino, una cospicua sporgenza, dalla forma inequivocabile. Eccoli lì,
tutti intorno a quell’anomalo drappeggio, con le loro faccine maliziose, a
scattar foto. E purtroppo so che non finisce qui. Di sicuro, infatti, non può
passare inosservato il gruppo con Satiro e Ninfa, che decorava una residenza
privata scoperta a Trastevere, nei pressi della Chiesa di San Crisogono.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv9yGw0P2FD3wKDbyEAbJKGUnU_XqVWAuNUxZ_o4Wxi79ooq98LczDSR8QvoNCYqbQpZjIZtflClGMUoe2h9JQfXFWS6J5iatJiOramoWwMszYi6FftPIQZu6-_FU6QftLUNXqKB5uAusF/s1600/centrale+montemartini2+148.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv9yGw0P2FD3wKDbyEAbJKGUnU_XqVWAuNUxZ_o4Wxi79ooq98LczDSR8QvoNCYqbQpZjIZtflClGMUoe2h9JQfXFWS6J5iatJiOramoWwMszYi6FftPIQZu6-_FU6QftLUNXqKB5uAusF/s1600/centrale+montemartini2+148.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Il
Satiro ha braccato la ninfa. Con una mano le blocca la spalla, con l’altra le
cinge la vita. Lei cerca di difendersi: con il braccio destro allontana la
testa del satiro mentre gli tira i capelli. “Oh , questa non ce vo’ proprio sta!’”
– sentenzia con un sorrisetto Danilo, che intanto sta girando pericolosamente
intorno alla scultura, per cogliere la prospettiva migliore. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoCm4EWBDDW8l3ktULEpXsrpone7dYybt0w4W6DKra7l7d4ywNZ8mYeLpZGhO1ZYnbxnzpX3iLJdwwQB2MbNDIhoAKI_EP-RTwjsPeQ3NSnb-fsM9lELtb2WPH2mFAoG_vXX3Kb1ZX5Q-3/s1600/centrale+montemartini2+149.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoCm4EWBDDW8l3ktULEpXsrpone7dYybt0w4W6DKra7l7d4ywNZ8mYeLpZGhO1ZYnbxnzpX3iLJdwwQB2MbNDIhoAKI_EP-RTwjsPeQ3NSnb-fsM9lELtb2WPH2mFAoG_vXX3Kb1ZX5Q-3/s1600/centrale+montemartini2+149.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">“Fa che non se ne accorga…” – sussurro con un
filo di voce. “Oh, ma qui c’è la sorpresa!”. Se n’è accorto! I satiri, si sa,
hanno un’insaziabile libido e sono sempre pronti ad accoppiarsi, in maniera più
o meno ortodossa. Anche il nostro satirello mostra tutta la sua eccitazione e
anche la voglia di percorrere inusitate
vie del piacere. C’ha ragione la ninfa a voler scappar via!</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_d8K1fetthEz7QbmwRfur_SvKvzEaGIVnagKHkMJBUvsrryNTO7FtAswNumD0N5lPPEy52FQTgZdW7CICz1gxu8zsD_X5pkmg8_Q4M89oVLOBCvcbz7ZB5xzfyCLd6Uekj5IqrXNtBljn/s1600/centrale+montemartini2+157.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_d8K1fetthEz7QbmwRfur_SvKvzEaGIVnagKHkMJBUvsrryNTO7FtAswNumD0N5lPPEy52FQTgZdW7CICz1gxu8zsD_X5pkmg8_Q4M89oVLOBCvcbz7ZB5xzfyCLd6Uekj5IqrXNtBljn/s1600/centrale+montemartini2+157.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Dopo che tutti
hanno “scannerizzato” la scultura , al suono di battute e sorrisetti, si
riprende lo schieramento “a fanfara” per sfilare di corsa di fronte alle ultime
opere che ancora mancano all’appello. Sono quelle rinvenute in ambito
funerario, testimoni degli ideali di vita del defunto e della <i>pietas </i>dei familiari. Are, cippi
sepolcrali, urne di marmo per le ceneri, ritratti. C’è il calzolaio che si è
fatto ritrarre in un busto nudo, sormontato dalla raffigurazione di due forme
per calzature, simbolo “parlante” della sua attività lavorativa.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHFglaGIkbiXI-GPHYz0kzjyf20hIvdedVn2l6NpXkstCQdlcxxb0BXdVcuWsiEnvpuvsVUhyyPNCe8szqCTtUJlk58-_pQn6PDXMN5JooJlInY0PqS3DnfHskxMv1EsdJVj-9tI67mZJO/s1600/centrale+montemartini2+167.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHFglaGIkbiXI-GPHYz0kzjyf20hIvdedVn2l6NpXkstCQdlcxxb0BXdVcuWsiEnvpuvsVUhyyPNCe8szqCTtUJlk58-_pQn6PDXMN5JooJlInY0PqS3DnfHskxMv1EsdJVj-9tI67mZJO/s1600/centrale+montemartini2+167.JPG" height="640" width="480" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">C’è la
commovente ara funeraria di un giovanissimo poeta, morto a soli 11 anni, dopo
avere vinto il <i>certamen </i>capitolino,
con un poemetto greco in esametri, ispirato al mito di Fetonte. I genitori
hanno voluto che il testo dell’intero componimento poetico fosse trascritto sul
monumento funebre, ai lati della nicchia centrale che contiene la statua del
giovane e talentuoso figlio.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWaCzGv6C9-yDI5KpEdYKRENGcLu590JJBERPi3hHwUBaWX1QJASgZP0Cu0UtFWnEDxw6xxUFIX7maNK3z3SioB87nf-GxRe0a55XUYnPgSkJ3nCGhnnXOplFiryLMcsX-jmFQ6dRGjMj5/s1600/centrale+fanciullo.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWaCzGv6C9-yDI5KpEdYKRENGcLu590JJBERPi3hHwUBaWX1QJASgZP0Cu0UtFWnEDxw6xxUFIX7maNK3z3SioB87nf-GxRe0a55XUYnPgSkJ3nCGhnnXOplFiryLMcsX-jmFQ6dRGjMj5/s1600/centrale+fanciullo.jpg" height="400" width="283" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">“Che ora s’è fatta?!” – domando. Non è necessario
attendere la risposta, basta l’incrocio dei nostri sguardi. Tutti a Pranzo! Di
corsa a ritroso ripercorriamo il cammino già fatto, passando di nuovo in rapida
rassegna tutti quei volti di marmo che ormai ci sono familiari. Fuori un’aria
gradevole, che sa già di primavera, ci accoglie. Dal piazzale mi volto un’ultima
volta verso la facciata della Centrale. Al di là delle vetrate del secondo
piano, scorgo il volto perfetto di Antinoo e, di fronte a lui, in penombra, la
sagoma di Icaro, che sembrano proprio avercela con me: “Ma torni vero?!”. Ci
potete giurare su tutti gli dei dell’Olimpo!</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: large; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDLXhjU7vXUS5wvQKHT8OUpzESAAx1WyEl4Kkip8VNGH7XO-iWDOVzJTgNSfrW1IEEvdJad_1ZCPP_-okGsK0cn-WPkyuzsQwjFeLF7rOYt0yj2SEBHETt-Y8JZQ-tLcrT9bmyiJWTj_kY/s1600/11.02.2015+415.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDLXhjU7vXUS5wvQKHT8OUpzESAAx1WyEl4Kkip8VNGH7XO-iWDOVzJTgNSfrW1IEEvdJad_1ZCPP_-okGsK0cn-WPkyuzsQwjFeLF7rOYt0yj2SEBHETt-Y8JZQ-tLcrT9bmyiJWTj_kY/s1600/11.02.2015+415.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
</div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 15.0pt; margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: black; font-size: 14pt;"><br /></span>
<span style="font-size: 14.0pt;"><br /></span>
<span style="background-color: black; color: orange; font-size: 14pt;">Epilogo<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 15.0pt; margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Giunti al ristorante scopro, con
rammarico, di aver perso uno dei miei orecchini. Non era di grande valore ma c’ero
legata per motivi affettivi. Chissà dove mi era caduto. Avevamo fatto un bel
tratto di strada. Impossibile ritornare a cercarlo. Due giorni dopo mi arriva
una email di Danilo. Mi scrive che sta selezionando le mie foto e che a breve
mi manderà tutto il servizio. Al messaggio allega uno scatto. Ritrae me in una
sala del museo, tra due altari di tufo. Nel commento Danilo mi dice di guardare
bene sul pavimento, vicino al mio piede destro. </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgizElrImduboTgnsbv6xYQ8Jb7g9IeNAVRu_u2f5WIsXF3iUv2agTfSnvf5VZC3knubhQL5DyjIg38HKFOxiUamr9-wRq6VAWTHiawwe3Yfb9TlJkLq636HEsAHG1BOmoEBsXNBuBN6Er9/s1600/11.02.2015+140.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgizElrImduboTgnsbv6xYQ8Jb7g9IeNAVRu_u2f5WIsXF3iUv2agTfSnvf5VZC3knubhQL5DyjIg38HKFOxiUamr9-wRq6VAWTHiawwe3Yfb9TlJkLq636HEsAHG1BOmoEBsXNBuBN6Er9/s1600/11.02.2015+140.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<span style="background-color: black; color: orange;">NO!...non è possibile! Ma è il
mio orecchino quello! Chiamo subito il Museo. Mi risponde la ragazza della
biglietteria, gentilissima. Gli spiego la situazione e le chiedo se può informarsi
se durante le pulizie qualcuno lo ha ritrovato. Le lascio il mio numero di
telefono. Dopo cinque minuti ecco che squilla. E’ lei: “Il suo orecchino è qui,
quando vuole passi a riprenderlo”. Le cose che veramente ci appartengono, non
si perdono mai.</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtZ5PJMalL-Q1m9SwSFdoH0O1fZDqIsmaIdmhXt_eABbpPggXPZyhxEssa-lc-u-qIe76i8x5tqttGJBfJBxt6JPbsUpmyRc-STjFwYKlHNc0y0LHTsRh_BGZWI9X-_nri3jvIiSffWRWI/s1600/Picture0236.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtZ5PJMalL-Q1m9SwSFdoH0O1fZDqIsmaIdmhXt_eABbpPggXPZyhxEssa-lc-u-qIe76i8x5tqttGJBfJBxt6JPbsUpmyRc-STjFwYKlHNc0y0LHTsRh_BGZWI9X-_nri3jvIiSffWRWI/s1600/Picture0236.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
<span style="font-size: medium;"><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-73651574531535493032015-03-07T10:34:00.000-08:002015-03-07T10:34:55.095-08:00Diavolo di un'etrusca!<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLOiMJYVah-tFZDIfIg1Xkp5fTTFtEi1Jjfsf1yRKT3uhpnOX4x5AeVfPyA3zLtg3nnyPSR2blImPh-bb4aD2znG-Ze_LpGFkRAtkRM3_TFeLK69Rmfpv6ZfGusmlnZhllV6yDEVEy9ufL/s1600/tomba_triclivio_800x600.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLOiMJYVah-tFZDIfIg1Xkp5fTTFtEi1Jjfsf1yRKT3uhpnOX4x5AeVfPyA3zLtg3nnyPSR2blImPh-bb4aD2znG-Ze_LpGFkRAtkRM3_TFeLK69Rmfpv6ZfGusmlnZhllV6yDEVEy9ufL/s1600/tomba_triclivio_800x600.jpg" height="480" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black; color: orange;">Tomba del Triclinio, Tarquinia</span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Belle,
misteriose, potenti e consapevoli. Così erano le donne etrusche. Per
incontrarle basta andare a Tarquinia, scendere i gradini di una delle tante
tombe della grande necropoli e sgranare gli occhi. Esse ci appaiono dipinte a
freschi colori, riemergendo dalla notte dei tempi, con i loro volti assorti, i
capelli raccolti sulla nuca o ricadenti a boccoli e trecce. Indossano abiti di
sottilissimo lino ricamato e trapunto, mantelli di lana dai bordi ben rifiniti,
calzature fantasiose, le più fantasiose che si possano immaginare, con punte
rivolte all’insù, come era di moda, seguendo il gusto orientale.I bracciali,
di pietre e metallo, sembrano tintinnare ancora; gli orecchini, le ghirlande di
foglie d’oro e le collane di ambra trasparente incorniciano ed esaltano quei volti,
resi ancora più femminili e sensuali dalla sottolineatura dei tratti ottenuta
con terre colorate. Molte si presentano danzando: alcune si muovono con passi
accorti, consapevoli dei simboli e sensibili al tocco dei misteri; altre,
eccitate, si lasciano andare ad impeti selvaggi, gettano indietro la testa,
piegano le lunghe mani, scuotono le nacchere in ritmi folli che si propagano
ovunque e si trasmettono alla natura circostante. Spesso sono adagiate su letti
coperti di stoffe e cuscini preziosi, tra ghirlande multicolori, circondate da
ospiti pieni di vita, da danzatori e giocolieri che riempiono l’aria di magica
gioia e dai servi che, vestiti di una sola coroncina di mirto, attendono
silenziosamente ai loro compiti. </span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3fUnQv_iekFAKNP8oXgN4pR2a2HWJlkuwhSSXcqcar1MyltziOH7B5D6Eg6FVHV_G4oWCuf3lV7ZPTbJ3zcYTWVDDTC6Owi2ir_ioYIUpSot3irzZQWCeEcoAoxZbKjkObU8CrEQwZGGW/s1600/tomba+degli+scudi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3fUnQv_iekFAKNP8oXgN4pR2a2HWJlkuwhSSXcqcar1MyltziOH7B5D6Eg6FVHV_G4oWCuf3lV7ZPTbJ3zcYTWVDDTC6Owi2ir_ioYIUpSot3irzZQWCeEcoAoxZbKjkObU8CrEQwZGGW/s1600/tomba+degli+scudi.jpg" height="640" width="608" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Tomba degli Scudi, Tarquinia</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; font-size: 14pt; text-align: center;">
<span style="background-color: black; color: orange;"></span></div>
<span style="background-color: black; color: orange;"><div style="text-align: justify;">
Gli uomini le guardano con rispetto e le
sfiorano con delicatezza, offrendo con un sorriso l’uovo, simbolo di feconda
immortalità. Ecco le potenti donne etrusche che, disprezzate dai greci e dai
romani ma tenute in pregio dalle grandi famiglie di cui erano il fulcro,
tiravano i fili della politica, e solleticavano le ambizioni dei loro uomini. Tra
queste signore, pervase di cultura e raffinatezza, alcune sono passate alla
storia per esserne state delle vere protagoniste. E’ il caso di Tanaquilla,
vissuta nella splendida Tarquinia del
VII sec. a.C. Nobile, ricchissima, ambiziosa, era circondata da una sacralità
speciale. Nessuna come lei era esperta nelle dottrine che Tagete, dèmone
etrusco, un giorno, affiorando da un solco del terreno, aveva rivelato al
popolo della sua città.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuvN0zeGWkLqiT0dzO1dvgARW3aeExgipcb9utnpcSPljxyLzrKIqIea2Nu1drL8SaLMJm-0RYtJ2z7dg_eagVrDGKwO7sWnOAt5O7zfdAnkEaVEC7h1ZdIhQ0ajmmLLLZ4uzoWzyoDRQI/s1600/Domenico_Beccafumi_-_Tanaquil_-_WGA1539+1519.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuvN0zeGWkLqiT0dzO1dvgARW3aeExgipcb9utnpcSPljxyLzrKIqIea2Nu1drL8SaLMJm-0RYtJ2z7dg_eagVrDGKwO7sWnOAt5O7zfdAnkEaVEC7h1ZdIhQ0ajmmLLLZ4uzoWzyoDRQI/s1600/Domenico_Beccafumi_-_Tanaquil_-_WGA1539+1519.jpg" height="640" width="355" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tanaquil, Domenico Beccafumi, 1519</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Sapeva leggere i
segni attraverso i quali si manifestavano gli dei e , come toccata dal divino,
aveva il dono di interpretarli e di allontanare ogni significato che
ostacolasse i suoi progetti e la sua volontà, trasformando così il suo fascino
divinatorio in potere personale, al quale tutti finivano per piegarsi. Sposò
Luchmon, figlio di una tarquiniese e del greco Demarato che, fuggito da Corinto
con un seguito di ceramisti eccellenti e di pittori squisiti, si era trasferito
a Tarquinia, inondandola di bellezza e ricchezza. Ma a Luchmon, proprio perché
figlio di uno straniero, sia pure così eminente, non era permesso, dalle
rigorose tradizioni etrusche, di percorrere la carriera politica fino ai
massimi livelli. L’esclusione dai giochi del potere sembrò intollerabile a
Tanaquilla, che convinse il suo uomo a trasferirsi a Roma, città ancora giovane
e in cerca di una propria identità, dove tutto poteva accadere a chi era
intelligente, intraprendente e ricco. Orgogliosa e impavida, fu proprio lei a
prendere personalmente le redini del <i>pilentum</i>
a quattro ruote, carico di vasi dipinti e di preziosità di ogni genere, con il
quale, lasciando Tarquinia insieme al suo compagno, affrontò un destino che
avrebbe cambiato la storia. Sul Gianicolo, il primo colle di Roma che si
incontra giungendo dall’Etruria, accadde un evento prodigioso: un’aquila
piombando dal cielo ad ali spiegate, ghermì il cappello di Luchmon e dopo aver
volato con alti stridi, glielo ripose in capo, come se solo per questo fosse
venuta. Infine si rialzò in volo e sparì nel cielo altissimo. Luchmon ritenne
infausto il presagio e ne rimase sopraffatto. Tanaquilla, invece, abbracciò con
riverenza il marito e vaticinò la gloria che lo attendeva: l’aquila scesa da
altezze così grandi era un messaggio dei Numi e aveva tolto e rimesso il
berretto etrusco sulla sua testa per significare che con lui stava entrando in
città un vero capo che, voluto dagli dei, avrebbe reso Roma più grande e più
potente. Infatti Luchmon, che era saggio e generoso, divenne re con il nome di
Lucio (Luchmon) Tarquinio (proveniente da Tarquinia) Prisco, il primo dei re
etruschi. In quel tempo Roma non era una vera città, sui colli tiberini
esistevano solo sparuti gruppi di villaggi e nei luoghi pianeggianti regnava
ancora la palude. Tarquinio la drenò, trasformò il terreno prosciugato in
mercato, il futuro Foro Romano e di qui fece partire un reticolo di strade
lastricate tra le quali la Via Sacra.</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAjoto2qM6z9N0CSzBSRNY07PiX3zKDZ9fI370A2CnQRvg8C8qNsTNPSvTDhMuFRaUx3cr0nfb4_YzlqQP3NByGg5iMlqoXhi0VSjZoTjc7loKcqKaW2JUYFwME-8XO8iEmYEyVfhYwG62/s1600/tomba+tempio+giove+capitolino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAjoto2qM6z9N0CSzBSRNY07PiX3zKDZ9fI370A2CnQRvg8C8qNsTNPSvTDhMuFRaUx3cr0nfb4_YzlqQP3NByGg5iMlqoXhi0VSjZoTjc7loKcqKaW2JUYFwME-8XO8iEmYEyVfhYwG62/s1600/tomba+tempio+giove+capitolino.jpg" height="426" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Campidoglio, Tempio di Giove Capitolino</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Poi costruì gli edifici che sarebbero
rimasti per sempre il nucleo monumentale dell’Urbe, e gettò le fondamenta del
tempio di Giove Capitolino. Infine, trasmise ai romani tutti i cerimoniali e i
simboli che a Tarquinia significavano l’autorità:
i littori con i fasci di verghe e la scure, le porpore ricamate, le corone d’oro,
i troni e gli scettri d’avorio sormontati dall’aquila e l’uso di trionfare sul
carro aureo a quattro cavalli. Musici, danzatori, atleti, artisti invasero la
città e riuscirono ad incantarla. Da allora Roma incominciò a rincorrere un
sogno. Il suo esercito l’ avrebbe messa a capo di un impero, uno dei più grandi
della storia. Ma furono gli etruschi, all’inizio, a darle un cuore.</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH02ohYcDB25xS75X7hUUMo2z2kPcSCAbwkfXT28NLFNB8aatG50Rr8QYx_gRTjRSrrbh6ZbK7LEtjhj6ANI8r-QwbxQemdkuBbFZn4Dfn4hukqMrNCNDHyFRLYvx7HGDt9GiIk9LM_2Yd/s1600/paola+tomba2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH02ohYcDB25xS75X7hUUMo2z2kPcSCAbwkfXT28NLFNB8aatG50Rr8QYx_gRTjRSrrbh6ZbK7LEtjhj6ANI8r-QwbxQemdkuBbFZn4Dfn4hukqMrNCNDHyFRLYvx7HGDt9GiIk9LM_2Yd/s1600/paola+tomba2.jpg" height="480" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tomba etrusca (VI sec. a.C), Necropoli del Martarello, Blera (VT)<br /></td></tr>
</tbody></table>
</span><span style="font-size: medium;"><o:p></o:p></span>Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-31838207257515681342015-02-21T09:30:00.000-08:002015-02-21T17:21:40.042-08:00Nude...ma solo per l'Arte!<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjezKv_y27cPgK9nUJM72nmQm7CxMerFKty0_rOddooXhEZZToQmSEbo0XrT8Ncsv90boSkQzONkw0SUZvXvHGHiN45mES1xPPmxTOgbuoW228sL8X50PiDh0bNEB5BUiLeMtFTjQ9kXO77/s1600/via+margutta.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjezKv_y27cPgK9nUJM72nmQm7CxMerFKty0_rOddooXhEZZToQmSEbo0XrT8Ncsv90boSkQzONkw0SUZvXvHGHiN45mES1xPPmxTOgbuoW228sL8X50PiDh0bNEB5BUiLeMtFTjQ9kXO77/s1600/via+margutta.jpg" height="265" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: orange;">Via Margutta, la via degli artisti (Roma)</span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="ds30" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin: 0cm 0cm 12pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;">Roma è stata per secoli la culla dell’arte. Chissà
quanti modelli e modelle sono passati negli studi dei grandi pittori e scultori
che hanno animato il panorama artistico di questa città. Per tanto tempo un
elemento del folklore locale era rappresentato proprio dalle giovani donne che posavano
per loro, talvolta per denaro, ma più spesso per partecipare alla riuscita di
un capolavoro. Aderivano per amore dell’arte, sapendo e comprendendo l’alta
missione che si celava nell’eccitamento del talento dell’artista. </span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlhT_sA9ev-gaip7shLlc2ExKe1jRJBVImuBMlCQA8ZesbSMlbq8AJbuOeIayC5wlkYy4xb2YBKptBFeUpIyR3pFu80DwoJpw-WFb3OgWUfSVdfLndD3dAnNGkNzbfS4m27KuQ5jY4HpQs/s1600/wilhelm+Marstrand+osteria+romana+1847+copenaghen+Museo+ny+Carlsberg+glyptotek.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlhT_sA9ev-gaip7shLlc2ExKe1jRJBVImuBMlCQA8ZesbSMlbq8AJbuOeIayC5wlkYy4xb2YBKptBFeUpIyR3pFu80DwoJpw-WFb3OgWUfSVdfLndD3dAnNGkNzbfS4m27KuQ5jY4HpQs/s1600/wilhelm+Marstrand+osteria+romana+1847+copenaghen+Museo+ny+Carlsberg+glyptotek.jpg" height="482" width="640" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif; font-size: small;">Wilhelm Marstrand, Osteria romana, 1847</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;">Le donne
romane erano bellissime. “Tante sono le stelle in cielo, tante sono le belle
donne di Roma”, lasciò scritto Théophile Gautier. Egli pensava che occorressero busti rinforzati
con stecche di ferro per tenere a freno certi seni. “Oltraggiosamente belle!”,
esclamava. E Stendhal: “ Che cosa non darei per poter far comprendere che cosa
sia l’aspetto impassibile d’una bella romana. Essa considera la faccia dell’uomo
che la guarda ammirato, come voi guardereste di mattina una montagna. Ed è
proprio questa impassibilità che rende poi così affascinante un minimo segno di
interessamento da parte loro”.</span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJqu9i1em1X_cZ94AkCgcq6G5prtkkRdMjKp2OfCfxzJsUObASRn1r-XyRNP5NL1MF-AY06jB8Pt6XTI1M_6zfu0KQEDc1dS3E1b4q6NW8tVJ4P2BFfqZjqoEghMd5vE_Y-jNwwoAne5ZF/s1600/carl+bloch+osteria+romana+1866+copenaghen+museo+reale+delle+belle+arti.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJqu9i1em1X_cZ94AkCgcq6G5prtkkRdMjKp2OfCfxzJsUObASRn1r-XyRNP5NL1MF-AY06jB8Pt6XTI1M_6zfu0KQEDc1dS3E1b4q6NW8tVJ4P2BFfqZjqoEghMd5vE_Y-jNwwoAne5ZF/s1600/carl+bloch+osteria+romana+1866+copenaghen+museo+reale+delle+belle+arti.jpg" height="512" width="640" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif; font-size: small;">Carl Bloch, Osteria romana,1866</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs8IRUl_6-hSp95uXtaxhWK8ZLPwT0B1TsjIA-j4hPxWubWjR_0fWXyrcct5Frgn_k_j8h_uqA_URa7peWrZxVITVSBeGi1kj6L5aBrlCNAgoSicUSIJdQIB5Piuy7WMGgF_RoUuKtZU-7/s1600/Pinelli_Vera_Trasteverina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs8IRUl_6-hSp95uXtaxhWK8ZLPwT0B1TsjIA-j4hPxWubWjR_0fWXyrcct5Frgn_k_j8h_uqA_URa7peWrZxVITVSBeGi1kj6L5aBrlCNAgoSicUSIJdQIB5Piuy7WMGgF_RoUuKtZU-7/s1600/Pinelli_Vera_Trasteverina.jpg" height="400" width="267" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: orange;">B. Pinelli, Trasteverina</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange; font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Fino a cent’anni fa pare che le trasteverine
fossero riuscite a conservare un “tipo” proprio, un’ originalità di caratteri attraverso
i secoli, malgrado le vicende e la varietà dei contatti. </span><span style="background-color: black; color: orange; font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Tenacissime, per un
istinto di boria retrospettiva, superbe nell’aspetto, negli usi e nei costumi, se la tiravano alla grande! Lo scultore Duprè, nuovo di Roma, per aver ronzato
un po’ troppo intorno ad una fiera ragazza “con le trecce nere” se la vide
venire addosso con lo spillone tolto dai capelli, dicendo: “A giovanotto, che
ve puzza de campà?!” .</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange; font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Comunque, nel nobile convincimento di essere parte
determinante di un’opera d’arte, non poche dame del patriziato romano, e perfino
alcune “altezze” non esitarono a posare completamente nude dinanzi gli artisti.</span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzPt8lVSkLH1WiPrNygh-m-6hGDa9BKIJKpIZiZv48Pg34hreGkZbC_dfGJigHtjdCQ5bzyRzEMJOSkZtKOP50gQXLgWulkUUPKa1-pxP-ZZL87qC3ydPFQia6c3WVZPnoOI7mnZHk6hg6/s1600/canova+paolina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzPt8lVSkLH1WiPrNygh-m-6hGDa9BKIJKpIZiZv48Pg34hreGkZbC_dfGJigHtjdCQ5bzyRzEMJOSkZtKOP50gQXLgWulkUUPKa1-pxP-ZZL87qC3ydPFQia6c3WVZPnoOI7mnZHk6hg6/s1600/canova+paolina.jpg" height="516" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: orange;">A. Canova, Paolina Borghese (1805-1808) , Galleria Borghese, Roma</span></td></tr>
</tbody></table>
</span></span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">A tutti è nota la “sovrana” disinvoltura con la quale Paolina Borghese, l’avvenente
sorella di Napoleone, posò, svestita, dinanzi ad Antonio Canova. Avendole un’amica
domandato, curiosamente: “Possibile?!...Completamente nuda?!”. “Oh! – rispose lei
– ma…c’era anche la stufa!”. Si racconta poi, che un vecchio principe romano
conservasse in una stanza riservata, lontano da occhi indiscreti, il ritratto
della moglie “svestita” da Eva. Quella tela aveva una storia. Un artista
bizzarro e un po’ malignetto, s’era preso il gusto di dipingere, sopra un
bellissimo nudo femminile, la testa della principessa. Poi aveva esposto il
ritratto in vetrina. Il principe, passando per caso, riconobbe la propria
consorte, comprò il quadro e lo fece subito trasportare a palazzo.</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_eTjfLrkD3L740zoD52hAn9YdOMBHzFJDKcCKig7mtSm0RTkVbvcUU7T5aTHl9vnNEhxxrhj30cW-ESY7V1jMKuwo90LtPIdUFIf_4IykUH0qilYFNWJQWWsYe7Al5r5O9gXgzr7183oT/s1600/63+Raffaello-la+fornarina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_eTjfLrkD3L740zoD52hAn9YdOMBHzFJDKcCKig7mtSm0RTkVbvcUU7T5aTHl9vnNEhxxrhj30cW-ESY7V1jMKuwo90LtPIdUFIf_4IykUH0qilYFNWJQWWsYe7Al5r5O9gXgzr7183oT/s1600/63+Raffaello-la+fornarina.jpg" height="400" width="276" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: orange;">Raffaello, La Fornarina (1518-1519), Galleria Nazionale d'Arte Antica, Palazzo Barberini (Roma)</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Tra le più celebri modelle romane vi fu senza
ombra di dubbio la Fornarina, l’ispiratrice di Raffaello. Prevale tuttora la
sua identificazione con Margherita Luti, figlia di un fornaio di Trastevere,
che sarebbe stata in quegli anni la donna amata da Raffaello. Non è sicuramente
documentabile, ma somiglianze nei lineamenti del volto, hanno accreditato l’ipotesi
che l’artista abbia usato la stessa modella in varie opere, quali “ La Velata”
e la “Madonna Sistina”.<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Si è ipotizzato che
Raffaello e Margherita si fossero sposati segretamente e che lei, morto il
marito, avesse per questo deciso di ritirarsi a vita monastica</span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">.</span></div>
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAWqtEpjhqo10ScVBmlGZBE_yKN6q6OJ9ku3syBCKrEaFrxGTciwsYr25nRBG1ElQZQu2pGaYPchRm18cyO2mWfeDmSRT98KCvsuYV6Pzaqy_DhHTH4tPjlpDeRpKKQlqGww1gxbIBbv9f/s1600/Madonna_Pellegrini_Viso.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAWqtEpjhqo10ScVBmlGZBE_yKN6q6OJ9ku3syBCKrEaFrxGTciwsYr25nRBG1ElQZQu2pGaYPchRm18cyO2mWfeDmSRT98KCvsuYV6Pzaqy_DhHTH4tPjlpDeRpKKQlqGww1gxbIBbv9f/s1600/Madonna_Pellegrini_Viso.jpg" height="400" width="286" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: orange;">Caravaggio, Madonna dei Pellegrini (!604-1606)<br />Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio, Roma</span></td></tr>
</tbody></table>
</span><div style="text-align: justify;">
E che dire della bella “Lena” del Caravaggio?!. All’anagrafe
Maddalena Antognetti, nota cortigiana dell’epoca.<span class="apple-converted-space"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"> Lena, giovanissima,
era stata l’amante prima del Cardinal Montalto, poi di monsignor Malchiorre
Crescenzi e infine del Cardinal Peretti, nipote di Sisto V. Faceva parte di un
gruppo di prostitute d’alto bordo.</span></span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"> Fare di Lena la “Madonna dei Pellegrini” , nella chiesa di
Sant’Agostino a Roma, era stata una mossa davvero rischiosa, dato che la
giovane era un volto conosciutissimo in città. Il Baglioni racconta che non
appena il quadro fu messo sul’altare “<i>ne
fu fatto dai preti e da’ i popolani estremo schiamazzo”</i>. Il concilio di
Trento aveva specificatamente bandito “<i>tutte
le lascivie di sfacciata bellezza nelle figure” . </i>Un volto così noto,
vieppiù di prostituta, costituiva un pericolo, specie quando si avevano molti
nemici. Ma stiamo parlando del Caravaggio! Che infatti la utilizzò come modella
sia per la “Madonna dei Palafrenieri” </span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">( Galleria Borghese, Roma) che , forse,
per la “Maddalena in estasi” (Collezione Privata, Roma).</span><span class="MsoHyperlink"> </span></div>
<span class="MsoHyperlink"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWtzKnB-Ucs10PkmR4vAcKpW4MgY6F5gd9ArvKPJc6tXCPv47hirOje5oe766c1Ut9PfVbeDnmCKaVdHYf0DZYskjUY4UBDG4QjNrAnOZ3bL9XpuIrbEIrWfuDNrXD0N8MmSiQ-vxWSkfJ/s1600/Madonna+dei+Palafrenieri+dett_G.Borghese+Roma.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWtzKnB-Ucs10PkmR4vAcKpW4MgY6F5gd9ArvKPJc6tXCPv47hirOje5oe766c1Ut9PfVbeDnmCKaVdHYf0DZYskjUY4UBDG4QjNrAnOZ3bL9XpuIrbEIrWfuDNrXD0N8MmSiQ-vxWSkfJ/s1600/Madonna+dei+Palafrenieri+dett_G.Borghese+Roma.jpg" height="400" width="327" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: orange;">Caravaggio, Madonna dei Palafrenieri (1605), <br />Galleria Borghese, Roma</span></td></tr>
</tbody></table>
</span><span class="ds108"><div style="text-align: justify;">
<span class="ds108">Ma quello tra
Lena e Caravaggio era un rapporto sessuale ?</span><span class="apple-converted-space"> </span><span class="ds144">Giambattista
Passeri</span><span class="apple-converted-space"> </span><span class="ds108">(1772) che scrive delle vite degli
artisti di quel periodo pensava che non ci fosse niente di erotico.</span><span class="apple-converted-space"> </span><span class="ds108">I fatti, secondo
i registri giudiziari, erano questi: una sera d'estate del 1605, esattamente
venerdì 29 luglio, un giovane notaio di nome </span><span class="ds144">Mariano
Pasqualone</span><span class="apple-converted-space"> </span><span class="ds108">si presentò al tribunale criminale
mostrando una ferita fresca sul lato sinistro della testa</span><span class="apple-converted-space"> </span><span class="ds144"><i>«cum magna
sanguinis effusione»</i></span><span class="ds108">. Dichiarò che mentre passeggiava in piazza
Navona:</span><span class="apple-converted-space"> </span><span class="ds144"><i>«son stato assassinato da Michelangelo
da Caravaggio pittore. Mi sono sentito dare una botta in testa dalla banda di
dietro, che io sono subbito cascato a terra et sono restato ferito in testa,
che credo sia stato un colpo di spada»</i></span><span class="ds108">. Non aveva visto l'aggressore,</span><span class="apple-converted-space"> </span><span class="ds144"><i>«ma io non ho da
fare con altri che con detto Michelangelo, perché a queste sere passate
havessimo parole sul Corso lui et io per causa d'una donna chiamata Lena che
sta in piedi a piazza Navona, che è donna di Michelangelo. E di gratia vostra
signoria mi spedischi presto acciò me possa medicare»</i></span><span class="ds108">.</span><span class="apple-converted-space"> Il nostro
Mariano Pasqualone </span><span class="ds108">lavorava in uno degli uffici legali del cardinale vicario
di Roma.</span></div>
</span><span class="ds108"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjuA0VJhpkkwFzhHoBiEEfumszaRSD6jskm6Ntbncg-c1X32u52Z_vyglC5wZVhM1Eu9I1OCLXnHn0Hupz7MYj3DneYe7u7w98mlXbtbTD6FlFiOwn3zrdZfCT4uLuZOEatyQjDN3c8NP9/s1600/maddalena-in-estasi-caravaggio-p1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjuA0VJhpkkwFzhHoBiEEfumszaRSD6jskm6Ntbncg-c1X32u52Z_vyglC5wZVhM1Eu9I1OCLXnHn0Hupz7MYj3DneYe7u7w98mlXbtbTD6FlFiOwn3zrdZfCT4uLuZOEatyQjDN3c8NP9/s1600/maddalena-in-estasi-caravaggio-p1.jpg" height="448" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: orange;">Caravaggio, Maddalena in estasi (1606), Collezione privata, Roma</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span class="ds108">Tra i suoi compiti c'era quello di consegnare gli ordini del tribunale
che vietavano a persone coinvolte in relazioni scandalose di continuare a
vedersi. Forse fu detto al Merisi di diffidare di chi conduceva una vita
privata irregolare, ma Caravaggio reagì furiosamente. Un conto, però, era fare
a botte con dei pittori per strada, un altro ferire un funzionario legale dello
Stato ecclesiastico. Questa volta l'aveva combinata grossa. La cosa migliore
era lasciare la città e aspettare che le acque si calmassero, aspettare che il
suo protettore, il cardinal Del Monte, vedesse come limitare i danni. E fu
questo che </span><span class="ds108">fece</span><span class="ds99">.</span><span class="apple-converted-space"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"> </span></span><span class="ds121"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">Lena morì ancora prima di Caravaggio</span></span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">. <span class="ds121">L'anno dopo la fuga dell'artista
da Roma, tornò a vivere con la madre e la sorella in via dei Greci, dove spirò
nel 1610. Aveva solo ventotto'</span><span class="apple-converted-space"> </span></span><span class="ds121">anni. </span></div>
</span><span class="ds121"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcEmZDAoDqKake3d56a3eXlp1RfpBhysCzmcfR4aJ-vAeAlndvitXurLhyphenhyphen5LywY5I522QL8R_VvmNcVD2x2_Vq-QvltqfXxJDw5-nb1IAqWCVPoOfUW-ozNEgXkQsy0l2xgJnv7aYCB0qp/s1600/ricordi.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcEmZDAoDqKake3d56a3eXlp1RfpBhysCzmcfR4aJ-vAeAlndvitXurLhyphenhyphen5LywY5I522QL8R_VvmNcVD2x2_Vq-QvltqfXxJDw5-nb1IAqWCVPoOfUW-ozNEgXkQsy0l2xgJnv7aYCB0qp/s1600/ricordi.JPG" height="400" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: orange;">"Ricordi autobiografici" di Adamo Tadolini</span></td></tr>
</tbody></table>
</span></span><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un’altra storia molto intrigante e meritevole di essere
riportata è quella raccontata dallo scultore Adamo Tadolini, nei suoi "Ricordi autobiografici".
Nato a Bologna, nel 1788, venne a Roma nel 1814 e presto si alloggiò nello
studio del Canova, del quale divenne aiutante scrupoloso e fedele, tanto da
meritare la considerazione e la stima del Maestro. La storia risale all’anno
1816, quando il Canova era all’apice della sua gloria, ed ha per protagonista
una bellissima ragazza, di nome Rosina. Un racconto all’apparenza di poco
conto, ma che ci consente uno sguardo furtivo su certi aspetti dell’ambiente
artistico romano del tempo. Stiamo sul finire dell’inverno e Adamo Tadolini
aveva cominciato a lavorare in uno studio offertogli dal Canova, all’Orto di
Napoli, la stradina che collega via del Babbuino con via Margutta. Il principe Hercolani, gentiluomo bolognese, gli
aveva da poco commissiona una statua di
marmo, di qualsiasi soggetto. Il Tadolini abbozzò subito un gruppo di “Venere
distesa che scherza con Amore”.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibrf9QcDSbPbkN48Elh-aMLoyas3trm2e93j5SLgymBPwEia-vOWoI5naLzCgZlcyTVcHvIcFyNci-4RALe30NoxQWZostM84MstbaIrrkwrzlLp1ipmP0Q5CUmt6ExuNPOBarQbtebPNy/s1600/adamo+tadolini+venere+e+amore.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibrf9QcDSbPbkN48Elh-aMLoyas3trm2e93j5SLgymBPwEia-vOWoI5naLzCgZlcyTVcHvIcFyNci-4RALe30NoxQWZostM84MstbaIrrkwrzlLp1ipmP0Q5CUmt6ExuNPOBarQbtebPNy/s1600/adamo+tadolini+venere+e+amore.jpg" height="432" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: orange;">Venere e Adone, Adamo Tadolini</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Poiché il bozzetto piacque molto al principe,
lo scultore si accinse ad eseguirlo a grandezza naturale. Smanioso di vedere l’opera
compiuta, a tutte le ore del giorno, senza farsi annunciare, il principe
mecenate si presentava allo studio, per vedere come procedeva il lavoro. Una
volta vi trovò la modella, che era bella, ma a suo giudizio di carnagione
troppo bruna. Allora rivolgendosi all’artista, gli fece: “ Io conosco una
giovane veramente perfetta. Se vi sembrasse adatta per la statua che mi fate,
ve la manderei volentieri. Venite questa sera a pranzo da me e dopo vi condurrò
a vederla”. Puntuale, lo scultore andò a pranzo dal principe che poi lo fece
salire nella sua carrozza e lo portò in un ricco appartamento. Un servitore in
livrea li annunciò e pochi minuti dopo furono ricevuti da due signore. Era
inverno, abbiamo detto, e le ospiti e i visitatori si sedettero intorno al
camino acceso. </div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjWBJdc9rWB9gB0_rydx4e7U3ZYqwKAn1sQm0KF9rjBIOU8ZIRwBxaZPvs3CT-7Vz8152_Ifas4euQmJCFPOzC6CkkSAvDrL98A_FhliYeg21rmCDpUcTOJ47HyOuvpGo_wkVs4DS739Ci/s1600/adamo+tadolini+san+paolo.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjWBJdc9rWB9gB0_rydx4e7U3ZYqwKAn1sQm0KF9rjBIOU8ZIRwBxaZPvs3CT-7Vz8152_Ifas4euQmJCFPOzC6CkkSAvDrL98A_FhliYeg21rmCDpUcTOJ47HyOuvpGo_wkVs4DS739Ci/s1600/adamo+tadolini+san+paolo.JPG" height="400" width="298" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: orange;">Adamo Tadolini, San Paolo, Piazza San Pietro</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il Tadolini guardava in silenzio, con occhio di artista,la donna
più giovane; il principe parlava del più e del meno, galantemente. Dopo una
breve conversazione, gli uomini si alzarono e si congedarono, senza fare
riferimento alcuno alla statua. Ma, non appena di nuovo in carrozza, l’Hercolani
domandò bruscamente al Tadolini: “Ebbene, non mi dite nulla? Che cosa ve ne
pare di quella ragazza? Sarebbe buona per modella della vostra Venere?”. “La
giovane è bellissima e di giuste proporzioni
- rispose lo scultore - ma bisogna
vederla spogliata”. “Domani ve la
manderò e giudicherete” – concluse il principe. Il giorno dopo, nella tarda
mattinata, una carrozza si fermò nella stradetta all’Orto di Napoli. Un
servitore scese e bussò allo studio. Venne all’uscio lo stesso Tadolini, che
riconobbe il cameriere della sera prima. Questi fece scendere dalla carrozza la
giovane e domandò allo scultore a che ora dovesse tornare a riprenderla. “Per
questa mattina basta un’ora o poco più” – rispose l’artista. Nello studio, la giovane cominciò a togliersi
lentamente l’abito di seta nera.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
</span></span></span><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgknVDVN3PVpdLVWKyKmbW89G3GczDx-kxGNUHp46dneYxTEgXwAAtztesFTigbs5Ip1dzhvNjf6TXL3MKnC7d0T6oR0hu5Z6vyrznRPYck0dL8SUeEIZb69fa8d5aEbt0yHsnf-Jit8Wt1/s1600/canova+le+tre+grazie.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgknVDVN3PVpdLVWKyKmbW89G3GczDx-kxGNUHp46dneYxTEgXwAAtztesFTigbs5Ip1dzhvNjf6TXL3MKnC7d0T6oR0hu5Z6vyrznRPYck0dL8SUeEIZb69fa8d5aEbt0yHsnf-Jit8Wt1/s1600/canova+le+tre+grazie.jpg" height="480" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: orange;">A. Canova, Le tre Grazie, Hermitage</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;">Poi, dopo qualche difficoltà, si liberò anche di una leggera sottoveste e d’una fascetta che aveva per busto. Finalmente lasciò cadere anche due finissime camicie che portava una dentro l’altra. Spogliata, era stupenda. Così le pose cominciarono. Ma un giorno, inaspettatamente, arrivò il Canova, che era proprietario dello studio. La giovane che stava in posa, sentendo aprire la porta, balzò in piedi e di colpo si infilò la camicia. Entrato nella stanza, il maestro salutò pacatamente come soleva fare e non poté non restare ammirato dalle forme della giovane; ma prudentemente, e sempre da artista, le diede un’occhiata ed uscì. </span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAc7vFXFhtnT6D0RxFRnfELj7AzUSXfC6JWAwSxmUKhWLVR18Y_KQCToBGm1lpCrabwCTMPdFl-Q-DgX2BRNYGd90dqyOFji3D-qLGiW94sn_yp_00XkyMlipT9iIiwNfk-WO4nZDC0Ahh/s1600/adamo+tadolini+re+davide+colonna+dell'immacolata%2Bpiazza%2Bdi%2Bspagna.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAc7vFXFhtnT6D0RxFRnfELj7AzUSXfC6JWAwSxmUKhWLVR18Y_KQCToBGm1lpCrabwCTMPdFl-Q-DgX2BRNYGd90dqyOFji3D-qLGiW94sn_yp_00XkyMlipT9iIiwNfk-WO4nZDC0Ahh/s1600/adamo+tadolini+re+davide+colonna+dell'immacolata%2Bpiazza%2Bdi%2Bspagna.jpg" height="400" width="300" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif; font-size: small;">Adamo Tadolini, Re Davide, Colonna dell'Immacolata<br />Piazza di Spagna, Roma</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;">La giovane si rimise in posa, e così rimase fin quando non venne la carrozza a riprenderla. Il giorno seguente, mentre pranzavano insieme ,come di consueto, il Canova domandò al Tadolini chi fosse quella bella ragazza. “A quel poco che ho visto di collo e di spalle - disse – mi servirebbe per Le tre Grazie, che sto terminando in marmo per il principe di Beauharnais”. “Lo dirò al principe” – disse il Tadolini. E la sera stessa, infatti, si recò dall’Hercolani e gli riferì il desiderio del Canova. Il principe non mostrò alcuna difficoltà, soltanto pregò il Tadolini di volerlo dire lui stesso alla giovane, quando fosse nel suo studio. E così avvenne. Il Tadolini fece la proposta direttamente alla modella, e la bella donna gli rispose “E perché no?!”. Il lunedì, nella carrozza del principe, il Tadolini e la ragazza arrivarono allo studio del Canova, in via delle Colonnette, dove una lapide, postavi nel 1871, recita: “ Da questo studio la scultura uscì rinnovellata per opera di Antonio Canova”. Il Tadolini aprì la porta e introdusse la donna nella stanza. “Lei come si chiama?” – le domandò il Canova. “Rosina” – rispose. “Bene la prego di spogliarsi. </span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxEcx4LERgzgMgSCaT1JlvnEkODfE31UbcBNvPJ9tT3vAdjnrD2ndh5O-wTaeXiORSJHB17vpbNJ0ezlNFCQYdEw453rZVClRNUO_mA3US6ARbsyBOuSr6wztWJfsriI4KK2wtys_Ka2cP/s1600/hartmannGEMMA+HARTMANN+da+via+margutta+via+dell'orto%2Bdi%2Bnapoli.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxEcx4LERgzgMgSCaT1JlvnEkODfE31UbcBNvPJ9tT3vAdjnrD2ndh5O-wTaeXiORSJHB17vpbNJ0ezlNFCQYdEw453rZVClRNUO_mA3US6ARbsyBOuSr6wztWJfsriI4KK2wtys_Ka2cP/s1600/hartmannGEMMA+HARTMANN+da+via+margutta+via+dell'orto%2Bdi%2Bnapoli.jpg" height="400" width="296" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif; font-size: small;">Via dell'Orto di Napoli da Via Margutta</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="text-align: justify;">Quel giorno</span><span style="text-align: justify;"> che la
trovai all’Orto di Napoli non vidi che il collo e un poco di spalle”. Una
proposta legittima, trattandosi di uno scultore. Ma la ragazza si rifiutò. Non
era certo ad infastidirla la presenza del Tadolini, né quella dell’anziano e illustrissimo
Canova, bensì quella del suo segretario, l’abate Missirini, che non comprese
che era di troppo o forse non volle comprenderlo. Fatto sta che la Rosina, per
la presenza di quell’estraneo, non artista, non volle assolutamente mostrare la
bellezza delle sue forme. Ma il Canova insistette ancora nella sua richiesta,
fin quando la bella Rosina non si decise a togliersi “la veste e la sottana,
non la camicia, la quale anzi, calatale dalle spalle, essa riprese con le mani
sul petto e non fu possibile rimuoverla da quell’azione”. “Ferma un momento! –
gridò il Canova , e subito, in un impeto d’ entusiasmo, ne fece un appunto a matita
su un foglio</span><b style="text-align: justify;">, </b><span style="text-align: justify;">che ancora oggi si
ritrova tra le carte del museo di Possagno e può essere messo in rapporto con
la “Venere” che il maestro scolpì, tra il 1818 ed il 1820, per sir Thoms Hope e
per la famosa statua che ora è a Palazzo Pitti: “La Venere che esce dal bagno”.</span></span></span><span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvrWCJ9Md_3-2UDdySNp6qUD8evzEcp38calt_gp0NSSUsjrCAVZJUaRjhAA4FiMnJzke1OGvILlR5DeqrPnInnmftXlFZmprJJvEt7Cpu2lfq4gbtl2XQ1odroRhyyOCzq8DGKzQ5RK3X/s1600/Canova-Venere-che-es1F8A62.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvrWCJ9Md_3-2UDdySNp6qUD8evzEcp38calt_gp0NSSUsjrCAVZJUaRjhAA4FiMnJzke1OGvILlR5DeqrPnInnmftXlFZmprJJvEt7Cpu2lfq4gbtl2XQ1odroRhyyOCzq8DGKzQ5RK3X/s1600/Canova-Venere-che-es1F8A62.jpg" height="640" width="424" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange; font-size: small;">A.Canova, Venere che esce dal bagno, Palazzo Pitti, Firenze</span></span></td></tr>
</tbody></table>
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Quel giorno, molto seccato con il troppo fedele segretario, il Canova licenziò
la ragazza dicendole: “Se può venga domani o qualsiasi altro giorno. Le
prometto che non vi sarà nessuno”. Ma due giorni dopo un colpo di scena. Si
seppe che gli sbirri del Bargello, erano piombati nel palazzetto di via Poli,
avevano preso la povera Rosina e l’avevano trasportata in una carrozza chiusa,
fino al “Buon Pastore” alla Lungara, dove si rinchiudevano le donne di
malaffare. E ciò a quanto riportato nel suo racconto dal Tadolini “in seguito a
ricorso di una certa persona che non occorre mentovare”, cioè di qualcuno a cui
non faceva piacere che “ la immaginazione tranquilla e riposata” del Canova
fosse turbata e scossa da entusiasmi per una bella ragazza. <table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgj0RRloDzvC87AOPLh7F5wQcbZUBShArZvQjDUk9Q8aDQeBvcKiwo5qAUs6Yl9VpLyfv0I7MTU7JhiWY-7Ykxrx9WQ9eP5glDBVJTLThuXDbYHRFJu9GRH-eikZX2PmoL2gaRvppZmgUWK/s1600/via+delle+colonnette.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgj0RRloDzvC87AOPLh7F5wQcbZUBShArZvQjDUk9Q8aDQeBvcKiwo5qAUs6Yl9VpLyfv0I7MTU7JhiWY-7Ykxrx9WQ9eP5glDBVJTLThuXDbYHRFJu9GRH-eikZX2PmoL2gaRvppZmgUWK/s1600/via+delle+colonnette.jpg" height="400" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: orange;">Studio del Canova in Via delle Colonnette, Roma</span></td></tr>
</tbody></table>
</span></span></span></div>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Così la bella
Rosina non fu più veduta né dal principe Hercolani, né dal Tadolini, che però,
come commenta nel suo racconto, non ne aveva più bisogno giacché era ormai al
termine della sua opera. Mentre “il
dispiacere che ebbe il Canova di non averla potuta vedere spogliata neppure una
volta fu tale che ne fece al segretario una forte lagnanza perché non li aveva
lasciati soli”. Ma che cosa ne fu della bella Rosina? Tranquilli, la romanesca
avventura ebbe il più lieto dei finali. Un ricco mercante di campagna, prosegue
il Tadolini, invaghitosi della bella Rosina, la trasse fuori da quel luogo
infame e in venti giorni la sposò. Un finalino, dunque, in rosa, dove, se non
proprio la virtù, almeno la bellezza venne giustamente premiata. </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYdwtLnyPgbDtD33s_lcp9Wf_geutttRS6LLZhGjOAgENPEcbnQmrNPVaFixEElg0ecDhosS7YQrSEk-NYsOQ72kEW293Ve2m2ND1UCr07vbJ36O5nc7IrYrbMsWZH4rZ663suImTu0XmZ/s1600/Canova-Tadolini.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="-webkit-font-smoothing: antialiased; clip: rect(0px 0px 0px 0px); height: 1px; left: -999999px; line-height: 20px; overflow: hidden; position: absolute; text-align: left; top: auto; width: 1px;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="-webkit-font-smoothing: antialiased; clip: rect(0px 0px 0px 0px); height: 1px; left: -999999px; line-height: 20px; overflow: hidden; position: absolute; text-align: left; top: auto; width: 1px;"><b style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: black;"><span style="color: orange;">Ristorante Canova Tadolini</span></b></span></div>
<span style="-webkit-font-smoothing: antialiased; clip: rect(0px 0px 0px 0px); height: 1px; left: -999999px; line-height: 20px; overflow: hidden; position: absolute; text-align: left; top: auto; width: 1px;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">„</span></span></div>
</span><span style="background-color: black; line-height: 20px; text-align: left;"><span style="color: orange;"><div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 20px; text-align: left;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per chi volesse ritrovare le atmosfere appena descritte, nella Roma di oggi, consiglio una visita in uno dei locali più suggestivi della Capitale. Al civico 150 di Via del Babbuino si trova Il Ristorante-Museo "Canova Tadolini".Questo locale è stato l'atelier di Canova e del suo allievo Tadolini, qui sono state create molte grandi sculture dei due artisti. Un tempo era un ritrovo adatto per un aperitivo o un cocktail ma adesso si è trasformato in un vero e proprio ristorante aperto a pranzo e a cena. Gli ambienti, anche dopo il restauro, hanno mantenuto volutamente tutti i colori gli arredi e i materiali che già prima caratterizzavano questo luogo. Così adesso ti puoi sedere circondato da opere scultoree varie, anche accostate casualmente, proprio come quando qui il Canova lavorava alle sue opere.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYdwtLnyPgbDtD33s_lcp9Wf_geutttRS6LLZhGjOAgENPEcbnQmrNPVaFixEElg0ecDhosS7YQrSEk-NYsOQ72kEW293Ve2m2ND1UCr07vbJ36O5nc7IrYrbMsWZH4rZ663suImTu0XmZ/s1600/Canova-Tadolini.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYdwtLnyPgbDtD33s_lcp9Wf_geutttRS6LLZhGjOAgENPEcbnQmrNPVaFixEElg0ecDhosS7YQrSEk-NYsOQ72kEW293Ve2m2ND1UCr07vbJ36O5nc7IrYrbMsWZH4rZ663suImTu0XmZ/s1600/Canova-Tadolini.jpg" height="480" width="640" /></a></div>
</div>
</span></span><span style="-webkit-font-smoothing: antialiased; background-color: white; clip: rect(0px 0px 0px 0px); font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, 'Lucida Grande', sans-serif; font-size: 13px; height: 1px; left: -999999px; line-height: 20px; overflow: hidden; position: absolute; text-align: left; top: auto; width: 1px;">“<br /><br /><address style="font-style: normal; margin-bottom: 20px;">
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</span><img alt="" border="0" src="http://ctrl-c.cc/?2kgLeM6jyHqIYG5hQIUHMIMMQH3MTkzjFKILcLtGYH3IPi0Ixk8H7LdHSJCGZGyHYGYG4ghmBiBKGGtlukNl8MZM7iCjpgKILhEk2jZleiEkwjCl8I2IJhthZK6I4HLIkm3gXkbHNkxMammjkkILlK4igiHi6h5gul0j1M5JaKvGyKFgyK2gwhWI5GZgCgvLPlsHOkEh0I1i0L1JoJLhHhipU1115KnK30" height="1" style="background-color: white; border: 0px; clip: rect(0px 0px 0px 0px); font-family: 'Helvetica Neue', Helvetica, Arial, 'Lucida Grande', sans-serif; font-size: 13px; height: 1px; left: -999999px; line-height: 20px; max-width: 100%; overflow: hidden; position: absolute; text-align: left; top: auto; vertical-align: middle; width: 1px;" width="1" /></div>
</span>Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-85396104695403975722015-02-20T10:39:00.000-08:002015-02-20T12:57:50.835-08:00Cosa nasconde lo "Spirito Divino" di Trastevere?!<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdNVQ9unF6hJS5fUbVmm4VnLXEPZE4Sa3V6vssLBM2fCJFxJzImiAzA1R18XYuaciTEdAXxwgXNl9BXZvAme2DO0uxzd7JZP62On2PwQCc-YRvTnmMnhEw7ynb6dX-l4aIn_qilQkemYEA/s1600/al+29+01+2015+410.JPG" height="640" width="480" /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><span style="background-color: black;">Non tutti sanno che la comunità ebraica di Roma è
la più antica d’Europa. Si hanno notizie di ebrei che abitavano in città già
nel II sec. a.C. Come per i greci e i fenici, erano perlopiù mercanti o schiavi
liberati. Il nucleo originario si accrebbe con l’arrivo dei prigionieri portati
a Roma, dopo il 63 a.C, a seguito delle campagne di guerra condotte da Pompeo
contro la Giudea. Quindi si può ben dire che gli Ebrei siano a Roma da prima
del Papa! </span><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="background-color: black; float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjr6flbeewEDn1CABZBTdpGdojKs4bplU8ds6ESpLfZXgxtg_6_QA9emSCvVqNHUqNpxxdx7oY8JI7M-PT_Nlni7dJtJQKidYPooAC8p9OMmukpAzc6TXLvpN35ktXrWlmnUVaMGNqAKKC5/s1600/menorah.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjr6flbeewEDn1CABZBTdpGdojKs4bplU8ds6ESpLfZXgxtg_6_QA9emSCvVqNHUqNpxxdx7oY8JI7M-PT_Nlni7dJtJQKidYPooAC8p9OMmukpAzc6TXLvpN35ktXrWlmnUVaMGNqAKKC5/s1600/menorah.png" height="222" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rilievo, Arco di Tito</td></tr>
</tbody></table>
<span style="background-color: black;">I bassorilievi dell’Arco di Tito, che raffigurano il corteo trionfale
dell’imperatore, con il candelabro a sette braccia (menorah) e gli arredi depredati dal
Tempio, tramandano la memoria della conquista di Gerusalemme, avvenuta nel 70
d.C. e l’inizio della dispersione degli Ebrei. Una moltitudine di loro giunse a
Roma, a più riprese, concentrandosi in alcune zone della città. Molti si
stanziarono nell’antico rione di Trastevere, dove restano ancora le tracce più antiche dell’insediamento della
comunità , prima del suo trasferimento nel Ghetto. Intorno all’anno Mille, l’area
antistante il Tevere, tra la Basilica di Santa Cecilia e la chiesa di San
Francesco a Ripa, si qualificava come una vera e propria Giudecca, denominazione
medievale dei quartieri abitati dagli ebrei in tante città italiane ed europee.
Ne è testimonianza la stessa toponomastica trasteverina del tempo, con la </span><i style="background-color: black;">rua Juadearum</i><span style="background-color: black;"> in prossimità di Santa
Cecilia, la via </span><i style="background-color: black;">de corte Judei</i><span style="background-color: black;"> e il </span><i style="background-color: black;">pons judaeorum,</i><span style="background-color: black;"> il ponte Fabricio.
Sappiamo che in quest’epoca a Trastevere furono costruite ben sette sinagoghe.
Ma oggi ne rimane solo una. Dove?!</span></span></span></div>
<div class="separator" style="background-color: black; clear: both; text-align: center;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOOvucG3qzSs1QY1oFHztsp8iOWCV-NvgI-JLpGnKZ7XQiSbBsALSNR-jOENtfO-CVbaFR5tWPzUFe_qh8XLaDvucSPQ8vbMgoFw6ITgAh-CfSIOhKovPYgzt6HzLvkjGCXfAIk2liQNpg/s1600/al+29+01+2015+394.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOOvucG3qzSs1QY1oFHztsp8iOWCV-NvgI-JLpGnKZ7XQiSbBsALSNR-jOENtfO-CVbaFR5tWPzUFe_qh8XLaDvucSPQ8vbMgoFw6ITgAh-CfSIOhKovPYgzt6HzLvkjGCXfAIk2liQNpg/s1600/al+29+01+2015+394.JPG" height="400" width="300" /></a></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: black; text-align: justify;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: black; text-align: justify;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: black; text-align: justify;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-color: black; text-align: justify;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: black;">Si trova al civico 14 di Vicolo dell’Atleta,
stradina dal fascino straordinario e di stampo ancora medievale. Si chiamava
in origine Via delle Palme, forse proprio per la presenza di questi alberi,
simboli della Giudea. Il nome fu
cambiato, in quello attuale, dopo il 1849, a seguito di un eccezionale
ritrovamento archeologico. Nel sottosuolo fu infatti rinvenuta una bellissima
scultura, rappresentante un atleta, in cui si è in seguito riconosciuta una copia
marmorea, di età Claudia (I sec. d.C.), dell’ </span><i style="background-color: black;">Apoxyòmenos </i><span style="background-color: black;">di Lisippo, scultore e bronzista greco del IV sec. a.C. L’</span><i style="background-color: black;">Apoxyòmenos</i><span style="background-color: black;"> , </span><span style="background-color: black;">termine che in lingua
greca designa “colui che si sta
detergendo”, era considerata la sua opera più famosa e rappresenta un atleta
colto nell’atto di pulirsi dopo la gara. </span><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsyrXfixSUoJ9_j4uy5kTWY5IiCGQ_52S6h98hyphenhyphenQlWdtmnfRBja_jb07Hi1OuVCLW7C9w4_vnoE5FpXnlUe0Frli4_u5pLoyRgaf8dYguxp5DkORy_T6redOfKdr29nzYIog2fh-BBc8_d/s1600/sina9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsyrXfixSUoJ9_j4uy5kTWY5IiCGQ_52S6h98hyphenhyphenQlWdtmnfRBja_jb07Hi1OuVCLW7C9w4_vnoE5FpXnlUe0Frli4_u5pLoyRgaf8dYguxp5DkORy_T6redOfKdr29nzYIog2fh-BBc8_d/s1600/sina9.jpg" height="400" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Copia romana dell'Apoxyòmenos (I sec. d.C.), Musei vaticani</td></tr>
</tbody></table>
<span style="background-color: black;">Gli atleti greci, infatti, si cospargevano
il corpo di olio per rendere i muscoli più elastici e per proteggere la pelle
dal sole e al termine della gara toglievano lo strato di unto, reso sporco
anche dalla polvere e dal sudore, con un apposito raschiatoio, chiamato
strigile. L’originale bronzeo, realizzato intorno al 320 a.C., è andato
perduto, sappiamo però che abbelliva le Terme di Agrippa ( di fronte al
Pantheon). L’imperatore Tiberio si era letteralmente invaghito di questo bronzo
e Plinio il Vecchio ci racconta che se l’era portato in un cubicolo della
propria abitazione sul Palatino, salvo poi doverlo restituire poco dopo per l’insistenza
del popolo, che ad ogni sua apparizione glielo rinfacciava a gran voce. O
tempora, o mores! <table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIS8d8GBnbHBAhk6TPN3MRHMrjgHx6hGRVKkoupMEVwBfr7cdKyAYeuCebN-kYQ24N0pQvFBUrXDNYC3QqDLelrLLK1RpLjI9IkG_u4_1meljsTqorGnHd8VRDurLoIKDrFMCm9UZKQGS9/s1600/sina8.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIS8d8GBnbHBAhk6TPN3MRHMrjgHx6hGRVKkoupMEVwBfr7cdKyAYeuCebN-kYQ24N0pQvFBUrXDNYC3QqDLelrLLK1RpLjI9IkG_u4_1meljsTqorGnHd8VRDurLoIKDrFMCm9UZKQGS9/s1600/sina8.jpg" height="424" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Copia romana dell'Apoxyomenos di Lisippo, rinvenuto a Vicolo dell'Atleta (Musei Vaticani)</span></span></td></tr>
</tbody></table>
</span><span style="background-color: black;">La copia ritrovata in Vicolo dell’Atleta è attualmente conservata
presso i Musei Vaticani. Contestualmente fu rinvenuto un altro capolavoro dell’arte
classica. Si tratta del celebre Cavallo di Bronzo, oggi conservato presso i
Musei Capitolini, considerato un originale greco del V-IV sec. a.C.</span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="background-color: black; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpgGypXGy_MTtwI9dXfDS7xQz9YVXmFjHAFcvgSqpTNUBp14q-Sy7LP6qlfT5TCaDPTP64U-vresIEjIQX57ukRgjCnUrXdSIJQcx2zdCWOK111TfnlIZHhyphenhyphenonHTnVf_gLaoRMKBBiPcry/s1600/sina5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpgGypXGy_MTtwI9dXfDS7xQz9YVXmFjHAFcvgSqpTNUBp14q-Sy7LP6qlfT5TCaDPTP64U-vresIEjIQX57ukRgjCnUrXdSIJQcx2zdCWOK111TfnlIZHhyphenhyphenonHTnVf_gLaoRMKBBiPcry/s1600/sina5.jpg" height="446" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cavallo di Bronzo, V sec. a.C. Musei Capitolini</td></tr>
</tbody></table>
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="background-color: black;">Ma torniamo
al civico 14 di Vicolo dell’Atleta e alla più antica sinagoga attualmente rimasta
a Roma. Le fonti riferiscono che fu fondata dal lessicografo Nathan ben Jechiel
(1035-1106) e andò distrutta a seguito
di un grave incendio, il 28 agosto del 1268.</span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: black; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"> </span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: black; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">L’edificio che si può
vedere oggi presenta una bellissima
facciata medievale, realizzata in
mattoncini, sicuramente restaurata, ma che nulla ha perso del suo fascino originario.<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh78AgoWQGEQoOx0oiA4jhHprBprzOb9dswskKv6xHKddKlY9D_-YnfNXOUI1-2sqaYDCpB3I2lIn0-cJZVwwCOtN7BItO5hkwfALg8MdALhxB_Rrvijg96Qwj7ZYwr2KrA4pwItmzK4rTw/s1600/Trastevere+130.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh78AgoWQGEQoOx0oiA4jhHprBprzOb9dswskKv6xHKddKlY9D_-YnfNXOUI1-2sqaYDCpB3I2lIn0-cJZVwwCOtN7BItO5hkwfALg8MdALhxB_Rrvijg96Qwj7ZYwr2KrA4pwItmzK4rTw/s1600/Trastevere+130.JPG" height="480" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Facciata antica sinagoga</td></tr>
</tbody></table>
</span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: black; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">
Il primo piano, decorato da una loggia ad arcate sostenuta da colonnine marmoree, termina in alto con una
cornice ad archetti ciechi. Dalla strada non è possibile scorgerla, ma pare che
la colonna centrale dell’arcata mostri ancora un’incisione a caratteri ebraici.
</span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: black; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix6S4Z8DgxhL-M4dWjftb2u0tLx0XRXA8wseJeBZIdWyQnB_XhfRg4iKh1hts_RNp5jGFJ6_nYwxSidc237AnP4wZo4obk25aRxZHvu3_0pfPujKqVwrzca9JhgJCNcQDAq85SSSwwhkSx/s1600/al+29+01+2015+408.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix6S4Z8DgxhL-M4dWjftb2u0tLx0XRXA8wseJeBZIdWyQnB_XhfRg4iKh1hts_RNp5jGFJ6_nYwxSidc237AnP4wZo4obk25aRxZHvu3_0pfPujKqVwrzca9JhgJCNcQDAq85SSSwwhkSx/s1600/al+29+01+2015+408.JPG" height="400" width="300" /></a></span></span></div>
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: black; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;">
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><br /></span></div>
Se vi avvicinate alla porta di ingresso, che sia apre sul lato sinistro della
facciata, sarete incuriositi dalla presenza di un’insegna, per fortuna poco invadente, a tal
punto che da lontano non riuscirete neppure a leggerla. Avvicinatevi, facendovi
largo tra le decine di scooter normalmente parcheggiati nei pressi. </span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange; font-family: Times, 'Times New Roman', serif;">Ora potete
leggere: “Spirito Divino”. Questo è il nome dell’osteria attualmente
ospitata al pianterreno dell’antica sinagoga. Direi che è pienamente rispettata
la sacralità del luogo… Anche se lo “spirito” a cui si fa riferimento temo che non
sia esattamente quello santo!</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj8-aR_xQ0k7JZrsRvs9W1ynW8YEwqezg_PaU09Y3XfH3UfqPRFUHh5DOCKnMp27NStK_g1iUEPh_YbyxVMunSaDwW6sx1pEU-r1_PINREfY3fK6bLHoL6ucccpOVrf2u2Ucf7vxhztuOF/s1600/Trastevere+133.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj8-aR_xQ0k7JZrsRvs9W1ynW8YEwqezg_PaU09Y3XfH3UfqPRFUHh5DOCKnMp27NStK_g1iUEPh_YbyxVMunSaDwW6sx1pEU-r1_PINREfY3fK6bLHoL6ucccpOVrf2u2Ucf7vxhztuOF/s1600/Trastevere+133.JPG" height="480" width="640" /></a></span></div>
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;">Nei sotterranei del ristorante, infatti, è stata
allestita una ricca e preziosa cantina, i cui vini accompagnano le gustose portate
della casa. Se chiedete ai gentili proprietari, senza neppure troppa insistenza,
vi condurranno nelle “segrete” ipogee.
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHKbsrYlzWLnCZW0nVoDjas53ESxigkKri-XJiTq4PwgT0pjKI5gtRWT9hIZp-OTHrvHmQNPu_LFlvI78Kevik6865CyplvzNJmHPcVxohZ5KHpaTE31xdokIETwMIkUpdw1OD_yOUO35n/s1600/sina3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHKbsrYlzWLnCZW0nVoDjas53ESxigkKri-XJiTq4PwgT0pjKI5gtRWT9hIZp-OTHrvHmQNPu_LFlvI78Kevik6865CyplvzNJmHPcVxohZ5KHpaTE31xdokIETwMIkUpdw1OD_yOUO35n/s1600/sina3.jpg" height="400" width="323" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cantina del ristorante "Spirito Divino"</td></tr>
</tbody></table>
Qui, ad un livello ancora più basso dell’attuale cantina, scorre una vena d’acqua,
accessibile tramite un pozzo. Piena di fascino l’ipotesi che proprio in questo
contesto fosse collocato l’antico Mikweh, la vasca purificatrice, per il bagno
rituale. Quanta storia nei sotterranei di Roma!</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;">
<br />
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;">
</span><br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwxQUAed-jQIP684RH5QeuYGlImM6xQ4Jsd6Lqveq6RGxkohdEA1yqf2-Vf0DEkTRdyFGG4WIaZXuGuj8Wv6XkwVW7nRcpfCw1GqQauHgkilxopYHAuRrNQVQzkg8fLOPLfBkERi3z4kog/s1600/al+29+01+2015+398.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="background-color: black; color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwxQUAed-jQIP684RH5QeuYGlImM6xQ4Jsd6Lqveq6RGxkohdEA1yqf2-Vf0DEkTRdyFGG4WIaZXuGuj8Wv6XkwVW7nRcpfCw1GqQauHgkilxopYHAuRrNQVQzkg8fLOPLfBkERi3z4kog/s1600/al+29+01+2015+398.JPG" height="640" width="480" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black; color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif; font-size: small;">Vicolo dell'Atleta, Trastevere, Roma</span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-50743365557236716402015-02-10T08:44:00.001-08:002015-02-10T08:44:13.493-08:00Cecilia...una santa bella da Sindrome!<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiITsyYGiarpmhsygL7qCAf4T2jJanqJpLpjMq6jdL90PWJoBP87zx5LRJunvjXmSRzFGL0p8G8oSIntmfEUplh94wEGS9wy9L9ij3JMSbS-p8my4a9oyfY9OSKnieeAZkTnsQKUkMjPrLi/s1600/al+29+01+2015+340.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiITsyYGiarpmhsygL7qCAf4T2jJanqJpLpjMq6jdL90PWJoBP87zx5LRJunvjXmSRzFGL0p8G8oSIntmfEUplh94wEGS9wy9L9ij3JMSbS-p8my4a9oyfY9OSKnieeAZkTnsQKUkMjPrLi/s1600/al+29+01+2015+340.JPG" height="480" width="640" /></span></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;">E’
che Trastevere è sempre Trastevere, non c’è niente da fa’! E’ l’unico rione
dove si respira ancora un relitto di “romanità”. Lo percepisci da quelle belle
frasi in romanesco che ogni tanto ti sfiorano le orecchie, da quell’odore di
fritto che lusinga il tuo naso e che ti fa pregustare carciofi in pastella e
fiori di zucca ripieni, da quelle insegne fuori dai locali, che hanno ancora il
sapore delle “pasquinate”, con il loro tono ironico e graffiante. Una simpatia chiassosa
e “caciarona”, a tratti un po’ amara e melanconica. Il romano è come la sua
città, pieno di sfumature. </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLLfXaUdX6eSJiEKUtddhMLTIWntdcFXbx03-S2YoB1vhlvD0n7HhRIAZ1DNM1EoWfz6aHPj-xlfPfPSQRw0B1U9QDK8H4rNS9PXPRJ2N4dDmb3rjEdPrN2uoL7r6ItQPQa7lgFzL6YCFm/s1600/Trastevere+141.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLLfXaUdX6eSJiEKUtddhMLTIWntdcFXbx03-S2YoB1vhlvD0n7HhRIAZ1DNM1EoWfz6aHPj-xlfPfPSQRw0B1U9QDK8H4rNS9PXPRJ2N4dDmb3rjEdPrN2uoL7r6ItQPQa7lgFzL6YCFm/s1600/Trastevere+141.JPG" height="400" width="300" /></a></span></div>
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;">“Ho deciso di mettermi a dieta, ma ho perso solo
tanto tempo!”, così qualcuno ha scritto con il gesso su una lavagna appesa all’esterno
di una trattoria! Bèh - che dire?! - ti senti subito a casa! Attraverso vie e
vicoli, piazzette che compaiono all’improvviso. Ecco ci sono. Riconosco laggiù
lo slargo della strada e quel palazzetto medievale. Si quello deturpato da
tutti quei tubi che sembrano delle ciminiere. Ogni volta è la stessa domanda:
ma chi gli ha dato il permesso di “violentare” così quella facciata?! Vabbè, non
roviniamoci la giornata. La mia destinazione è sul lato opposto della Piazza.
Oggi il menù ha un'unica portata: Basilica di Santa Cecilia in Trastevere. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMt2LQ3YBP1a5pZfNjzM4i6yhF2zryVL_ifp2SX5XGmJi80PWczFexSSAccEH44VCxJdxnWDxhEv9yyEhw_Y-u5dMWwE7mqkupNmVkakyQR1ybM0ix9_fGg8xnLpaIQ1tpaqmJh9pPrMGH/s1600/al+29+01+2015+418.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMt2LQ3YBP1a5pZfNjzM4i6yhF2zryVL_ifp2SX5XGmJi80PWczFexSSAccEH44VCxJdxnWDxhEv9yyEhw_Y-u5dMWwE7mqkupNmVkakyQR1ybM0ix9_fGg8xnLpaIQ1tpaqmJh9pPrMGH/s1600/al+29+01+2015+418.JPG" height="400" width="300" /></a></span></div>
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;">
Devo
dire, a onor del vero, che l’edificio che ho davanti non ha assolutamente l’aspetto
di una chiesa, si direbbe piuttosto un palazzo, con il suo bel portale,
sicuramente barocco. L’architrave di questa monumentale facciata riporta a
caratteri cubitali il nome del committente, il cardinale Troiano Acquaviva, il
cui stemma fa bella mostra di sé proprio sopra l’arco d’ingresso. Repetita
iuvant! Come recita il Vangelo?! Che la tua mano destra non sappia quello che
fa la sinistra?! Mah! Superato l’arco, si accede ad un delizioso cortile
interno, una piccola oasi di pace e bellezza. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiHUGzXbCKbgxOl60RvCa96ZeDJcXU4UEcnRnUVdEzLy2KzpbN1coIuZ5_7ZXDw6_LnUjKt59IUWyD0kEUUqHXiRf2SU72x4_cIZ1QmtmqbKhdRwCDf060lePQ-RgDivstGkpfCkTu8Iye/s1600/al+29+01+2015+799.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjiHUGzXbCKbgxOl60RvCa96ZeDJcXU4UEcnRnUVdEzLy2KzpbN1coIuZ5_7ZXDw6_LnUjKt59IUWyD0kEUUqHXiRf2SU72x4_cIZ1QmtmqbKhdRwCDf060lePQ-RgDivstGkpfCkTu8Iye/s1600/al+29+01+2015+799.JPG" height="480" width="640" /></a></span></div>
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><div style="text-align: justify;">
Ora ci sta anche meno antipatico
l’involucro esterno, se il suo scopo è ,
a quanto pare, quello di celare e proteggere questo angolo di paradiso. Da
brava archeologa la mia attenzione è immediatamente attratta da un’iscrizione
collocata alla destra del portico. I miei due anni di epigrafia romana saranno
pur serviti a qualcosa.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTFO7ezWiCxGSjpl3DK5wI_VHO2z6mb9HmkWPMR3wdWmz_uwHskv3atXln-7AHabz_EZGpcY02yJxTIpGSx5BFDuiBVCZuruymJMTWojrK6h8ZtKVRqNH7RrtAx3fleJ4DXQv1O9JkCrh0/s1600/al+29+01+2015+812.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTFO7ezWiCxGSjpl3DK5wI_VHO2z6mb9HmkWPMR3wdWmz_uwHskv3atXln-7AHabz_EZGpcY02yJxTIpGSx5BFDuiBVCZuruymJMTWojrK6h8ZtKVRqNH7RrtAx3fleJ4DXQv1O9JkCrh0/s1600/al+29+01+2015+812.JPG" height="640" width="480" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Traduzione più semplice del previsto. E’ un cippo
romano, del periodo di Vespasiano (I sec. d.C.), collocato in origine lungo il
pomerio, il confine della città. Una targa ricorda che è stato ritrovato nelle
vicinanze e qui posto nel 1900. Il cortile ha una forma rettangolare, al centro
c’è una bella fontana, sovrastata da un grande vaso, proveniente di sicuro da
qualche antica <i>domus</i> dei paragi.
Questo spazio verde è racchiuso sui lati da due monasteri: quello di destra,
abitato da suore francescane d’Egitto, ha in parte mantenuto l’aspetto
medievale; quello di sinistra, abitato dalle benedettine, è stato ricostruito
nel XVI secolo. Le ali dei due monasteri sono raccordate al portico, o <i>nartèce,</i> della chiesa, sostenuto da
quattro colonne ioniche. Magnifica la decorazione dell’architrave, risalente al
XII secolo. E’ un mosaico in pasta vitrea policroma, con decorazione floreale e
animali, di gusto veramente raffinato. A destra della facciata barocca svetta
il bel campanile romanico, anch’esso del XII secolo. Questa “contaminazione” di
stili e di epoche non danneggia però l’insieme, anzi direi che la loro fusione risulta
decisamente armoniosa.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF6mKoeWQA9rSiYEjFB1JitD0yids3rPB57ZC7Y7fr46EZK0tOYe8swVra1tubPbfyrPOo4hDk5Q_ZdNyekp2BPyQrkLPBEwnbqZmBFsnZsVN7UE2UYFtZlVEioY4ZuwA7Mi7_yNPm-Pbv/s1600/al+29+01+2015+770.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF6mKoeWQA9rSiYEjFB1JitD0yids3rPB57ZC7Y7fr46EZK0tOYe8swVra1tubPbfyrPOo4hDk5Q_ZdNyekp2BPyQrkLPBEwnbqZmBFsnZsVN7UE2UYFtZlVEioY4ZuwA7Mi7_yNPm-Pbv/s1600/al+29+01+2015+770.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Entro. Si passa per un vestibolo, con le volte
affrescate che immette alla navata centrale della basilica. Un barocco “gentile”,
per nulla ridondante e “aggressivo”. Delizioso quel tono crema con le
rifiniture in oro, pare di stare alla reggia di Versailles! Ben poco rimane
dell’originale basilica di Pasquale I (IX secolo), che doveva essere piuttosto
rigorosa e semplice: grandi arcate, poste sopra le dodici colonne con basi
ioniche e capitelli corinzi, che reggevano dei muri in mattoni. Sopra ciascuna
arcata si aprivano delle finestre con arco a tutto sesto.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ6PnKH7DGnM7x_XEdgL7rBgPcczYHLeLr481Y_BpKkeBoXgUTKarBz7nm_62AS_sbY8d7twaqKGavvnlBGe6PVNyNwrh3AGwCS3za2_G00Bqh7w5KZJfHDVeYhBONt9DFa44HRSh51gN4/s1600/al+29+01+2015+761.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ6PnKH7DGnM7x_XEdgL7rBgPcczYHLeLr481Y_BpKkeBoXgUTKarBz7nm_62AS_sbY8d7twaqKGavvnlBGe6PVNyNwrh3AGwCS3za2_G00Bqh7w5KZJfHDVeYhBONt9DFa44HRSh51gN4/s1600/al+29+01+2015+761.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ora le finestre, del
tutto modificate, si aprono sopra i coretti muniti di grate. Dietro queste
grate, nelle lunghe gallerie, ricavate sopra le navate laterali, le monache
potevano seguire le cerimonie religiose. Ma laggiù, nell’abside dove termina la
navata centrale, qualcosa di antico e lucente già mi attrae. Forse non tutto del
prisco edificio è andato perduto. E sempre là, in fondo, una candida figura, distesa
sotto l’altare, sembra chiamarmi. Vorrei cedere a quel canto di sirena ma sono
costretta a rinviare l’incontro. Si sta facendo tardi, ed ho degli orari da
rispettare. Cominciamo dagli scavi.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAzvmBT7TJdbuAiu4cVUUwfYdBgnsuE1i_fTEhfnmUmGinE8OiPq7r4qkYWeb0IaMbty3Fr6gV06CpKHicKx2upk7aJLQAuwBg251IrumbqcvEcBAKU0xe9JjCB3CFUAmCjVAXb958zY4N/s1600/al+29+01+2015+438.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAzvmBT7TJdbuAiu4cVUUwfYdBgnsuE1i_fTEhfnmUmGinE8OiPq7r4qkYWeb0IaMbty3Fr6gV06CpKHicKx2upk7aJLQAuwBg251IrumbqcvEcBAKU0xe9JjCB3CFUAmCjVAXb958zY4N/s1600/al+29+01+2015+438.JPG" height="300" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Già, perché nei sotterranei della basilica,
si possono vedere resti di edifici di epoca romana. Entro in una stanzetta che
si apre nel fondo della navata, a sinistra dell’ingresso. C’è una suora che mi
accoglie con un sorriso gentile e disponibile. “Sorella, ho fatto un po’ tardi,
oltre agli scavi vorrei assolutamente vedere anche il Giudizio Universale, si
può?! “Può provarci – mi risponde - a
mezzogiorno cominciano a preparare per il pranzo, ma forse, se chiede…”. Mi
piace questo Paese, è possibilista, non esiste niente di assoluto e definitivo,
il tentativo di sovvertire un ordine costituito è comunque legittimo. Una speranza
te la danno sempre!</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5FX00PNMioD436dXS7Ee1b9CnDYgLK5vs-Fy9wCnnx_OlTMNTf4FaVuvQNkWaVwJsExH5tKK3mn8pnRImVbI4Lj__codYuB5t64Vw_KXM_REjTg5po_GtZzyodK7w4SaTIgs3bUMI4Z_K/s1600/al+29+01+2015+471.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5FX00PNMioD436dXS7Ee1b9CnDYgLK5vs-Fy9wCnnx_OlTMNTf4FaVuvQNkWaVwJsExH5tKK3mn8pnRImVbI4Lj__codYuB5t64Vw_KXM_REjTg5po_GtZzyodK7w4SaTIgs3bUMI4Z_K/s1600/al+29+01+2015+471.JPG" height="400" width="300" /></a></div>
<div>
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Di corsa faccio il biglietto e scendo nei sotterranei. Solo
a Roma può bastare una scala per portarti indietro di duemila anni! All’epoca
dell’impero, le mura fatte costruire da Aureliano (III sec.) comprendevano
anche il quartiere posto sulla riva destra del Tevere, <i>Transtiberim</i>, Trastevere. In tutta l’area sorgevano giardini e
ville. La collocazione della zona in un’ansa del fiume, con l’ampia disponibilità
di acqua che questo garantiva, consentiva lo svolgimento di molte attività
artigianali. La <i>Notitia Urbis</i>,
registro topografico compilato in base a documenti della prefettura al tempo di
Costantino (III sec.), parla di mulini, bagni, campi e templi. La disponibilità
di ampi spazi consentì uno sviluppo edilizio a carattere popolare, con la
costruzione di numerosissime abitazioni. Proprio una di queste la tradizione
indica come la casa in cui visse Cecilia e sulle cui fondamenta fu edificata la
basilica.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNW8Vvai-mXMT8bRV5BRR42Ksgeru96zRqVWii0L8-SfB-bFbZDjtEty3tbWkiIeVjpgFYeScnfI1DZV9vbHB9i_z91Q4yjHUevy12TtiN4g4uz4G-RQEVvMbVWPAngMDcH3M3Q6lP5F-g/s1600/al+29+01+2015+536.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNW8Vvai-mXMT8bRV5BRR42Ksgeru96zRqVWii0L8-SfB-bFbZDjtEty3tbWkiIeVjpgFYeScnfI1DZV9vbHB9i_z91Q4yjHUevy12TtiN4g4uz4G-RQEVvMbVWPAngMDcH3M3Q6lP5F-g/s1600/al+29+01+2015+536.JPG" height="400" width="300" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Caratteristico dei primi tempi del Cristianesimo era mettere a
disposizione dei fedeli, per il culto, alcuni locali delle dimore gentilizie (<i>ecclesiae domesticae</i>); questi primi luoghi
di riunione dei fedeli erano denominati <i>Tituli</i>
e si distingevano tra loro per il nome della famiglia che concedeva i locali. Le
prime testimonianze di un <i>Titulus
Caeciliae</i> si hanno già nei secoli V e VI. Gli scavi sotto la basilica non
hanno evidenziato tracce di una precedente chiesa paleocristiana, ma solo
testimonianze di abitazioni. In particolare sono stati riportati alla luce i
resti di una <i>domus</i> repubblicana che,
nella prima metà del II sec. d.C., momento di maggiore espansione demografica
di Trastevere, fu inglobata in un’<i>insula</i>,
un tipo di residenza popolare, a più piani. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2QEfJNKh-IIxa1QdmmPrjv65kqt3M0sXbXKe9XpXbQewAS-SZLvlhD85C3_IshLZz-rL0YP1wR3wLp7mRCe-uLHAmEUajVwBhJwAFYpXGWmhZBfGl1TtY_HQa3RW0o9ZIEGd7AGAi5Z_s/s1600/al+29+01+2015+581.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2QEfJNKh-IIxa1QdmmPrjv65kqt3M0sXbXKe9XpXbQewAS-SZLvlhD85C3_IshLZz-rL0YP1wR3wLp7mRCe-uLHAmEUajVwBhJwAFYpXGWmhZBfGl1TtY_HQa3RW0o9ZIEGd7AGAi5Z_s/s1600/al+29+01+2015+581.JPG" height="400" width="300" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Scendo le scale e mi ritrovo in quello che
doveva essere un atrio o un peristilio, a giudicare almeno dai resti di colonne
addossate alla parete. Restano qua e la frammenti dei pavimenti della <i>domus</i> , decorati a mosaico (<i>opus signinum)</i>, di una certa eleganza e
raffinatezza. Molto particolare la ristrutturazione, di età augustea, di una
stanza, dove furono costruite otto vasche circolari, con rivestimento interno
in laterizi. Forse dei silos destinati alla conservazione del grano.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGBmVxwBtYwLbVKkiFkmDYwX0lko1Dr8Xrt3shAJ3H9fNAUSeHjA2NJiqh1Qj5LVA-M5MQgnT9TK2A-JIwa5LUsWARN44fitIyDg2m2sJRgHyUkd8848qXFNMr_RnJiO7_mtW5yDZ7dqvB/s1600/al+29+01+2015+477.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGBmVxwBtYwLbVKkiFkmDYwX0lko1Dr8Xrt3shAJ3H9fNAUSeHjA2NJiqh1Qj5LVA-M5MQgnT9TK2A-JIwa5LUsWARN44fitIyDg2m2sJRgHyUkd8848qXFNMr_RnJiO7_mtW5yDZ7dqvB/s1600/al+29+01+2015+477.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Continuando lungo il corridoio incontro una stanza dove sono conservati alcuni sarcofagi
e vari frammenti architettonici, evidentemente recuperarti durante gli scavi. Da
questa sorta di lapidario passo in un
ambiente che custodisce ancora i resti dell’atrio dell’<i>insula</i>.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAv47EnidzJGnCych11okTu2rm5V3cU3G-BHiwbkPtLkdS5WORIOPDTaDcG5JQogmaS3dLN5E6rEnNcNPHDI8LbOmdGwz94cdrdTvjzkqB79vEElzLd53MB-18jwcaHqmG6y0hkKr1Cr20/s1600/al+29+01+2015+530.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAv47EnidzJGnCych11okTu2rm5V3cU3G-BHiwbkPtLkdS5WORIOPDTaDcG5JQogmaS3dLN5E6rEnNcNPHDI8LbOmdGwz94cdrdTvjzkqB79vEElzLd53MB-18jwcaHqmG6y0hkKr1Cr20/s1600/al+29+01+2015+530.JPG" height="400" width="300" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Di grande suggestione un piccolo larario: una nicchia,
illuminata, contenente una lastra con bassorilievo raffigurante Minerva, evidentemente
la dea protettrice della casa. Ci sono poi i resti di un impianto termale. E’ proprio qui che la
tradizione colloca l’antico<i> balneum</i>,
dove sarebbe avvenuto il martirio della santa. Alla fine di questo percorso si
giunge alla cripta che conserva le urne con i resti dei martiri.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEx7qZfyW6reIy8sh9JVE2mQj_tWnr6MnDEReZZa1WhAjUxXF-YgKqJ0aCx6QPyyJbuRn4Rh8tJPmks4CVhQoQeB2Mw5GeUX75MDYGn0yW7BpfBCTvbV1QnJgS3Qyj7xeWVCN6FTZWu5V2/s1600/santa+cecilia4.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEx7qZfyW6reIy8sh9JVE2mQj_tWnr6MnDEReZZa1WhAjUxXF-YgKqJ0aCx6QPyyJbuRn4Rh8tJPmks4CVhQoQeB2Mw5GeUX75MDYGn0yW7BpfBCTvbV1QnJgS3Qyj7xeWVCN6FTZWu5V2/s1600/santa+cecilia4.JPG" height="424" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
L’aspetto
odierno, in stile neobizantino, risale agli inizi del Novecento. E mentre, con
aria sognante, sto ancora appesa alle grate del cancello di questo ambiente,
sfolgorante di argenti, marmi e smalti dai mille colori, all’improvviso ricordo l’avvertimento della
suora. Se iniziano a mangiare mi gioco uno dei cicli pittorici più straordinari
di Roma.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigDKkMpBxSKTuRgQmFH-DEr-BSCD99e7EAHd4fRdr-BQEnguriRNxYKMCIwr3GzlBLEVyD_x6b1k35lxpqKJOQsuZUzn5FLSDKc5QOyBcdoM1eBXJQGuyUCHs-wEmt1RWA2NGf_qZFit5C/s1600/santa+cecilia2.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigDKkMpBxSKTuRgQmFH-DEr-BSCD99e7EAHd4fRdr-BQEnguriRNxYKMCIwr3GzlBLEVyD_x6b1k35lxpqKJOQsuZUzn5FLSDKc5QOyBcdoM1eBXJQGuyUCHs-wEmt1RWA2NGf_qZFit5C/s1600/santa+cecilia2.JPG" height="300" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ripercorro a ritroso tutte le stanze. Passo svelto, quasi di corsa e
dentro di me ripeto come pungolo: “E’ tardi, è tardi!”, come il Bianconiglio di
“Alice nel Paese delle Meraviglie”. Risalgo le scale. “Arrivederci, sorella! Allora
ci provo?!” Annuisce e allarga le braccia. “Provi. Appena esce, trova il
campanello alla sua destra”. Ripasso davanti all’altare, uno sguardo ancora
alla Santa :“Non preoccuparti, torno!” Sono fuori. L’odore di soffritto che
viene da sopra mi fa pensare che sia già avviata la fase del pranzo. Suono al
citofono. Devo dare il meglio di me per sperare di convincerli a farmi entrare.
“Buongiorno. So che è tardi e che è già ora di pranzo, ma mi sono attardata un
po’ troppo in basilica. Se potete fare un’eccezione, vengo da lontano…”. Dall’altra
parte mi giunge un rassegnato “Va bene!” , che suona per me come un coro di
angeli! Mi aprono. Entro. Una ragazza con in
braccio una bimba mi dice che devo pagare a lei. Fatto. Ora arriva una
suora, piccina piccina e con un’andatura un po’ dondolante. Silenziosa mi fa
cenno di seguirla. Che strana atmosfera, un po’ surreale. Ma vuoi vedere che a
forza di rievocare il Bianconiglio… Entriamo in un ascensore. Cerco di fare un
po’ di conversazione, scusandomi ancora per la visita fuori orario. La mia
compagna di ascensione mi da poca retta, chissà quante ne avrà sentite di scuse
come le mie. Usciamo dall’ascensore e saliamo ancora qualche gradino. E alla
fine eccolo, il Giudizio Universale di Pietro Cavallini!</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4_Dft-wKt87bAWmfiAHRqbQy7l7E15jJX1RvJqq1JXk5iUuVu6rdDe0zq9MOuCmwIdyqSHwHXH_ts4pScXbBubt1bJcyBcitNbVtt__02_UfNlCzA1BAYZoPKBWDfS6L0UXJ9DOvVAlTG/s1600/al+29+01+2015+650.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4_Dft-wKt87bAWmfiAHRqbQy7l7E15jJX1RvJqq1JXk5iUuVu6rdDe0zq9MOuCmwIdyqSHwHXH_ts4pScXbBubt1bJcyBcitNbVtt__02_UfNlCzA1BAYZoPKBWDfS6L0UXJ9DOvVAlTG/s1600/al+29+01+2015+650.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ti lascia senza parole
e senza fiato. Ora ci troviamo in quella che una volta era la controfacciata
della chiesa. Nel Cinquecento venne creato un piano rialzato, per la costruzione
del coro delle monache e l’affresco rimase nascosto dietro. Restò scoperta solo
la figura della Vergine, che pare allontanasse, come per miracolo, qualsiasi
mobile, ogni qual volta si tentasse di metterglielo davanti. L’ opera fu
riscoperta solo agli inizi del Novecento e venne immediatamente sottoposta ad
accurato restauro e procedimento conservativo.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCuGxc9sy-bgStSSpZ-8ex7wln9sGk4sZblewBCY1Cf6XpgO-AYx8JmChl76U4BcS2I_45ZFWTFyk23fsiC5sPW5euFi22BqmyCbHkcZCLxHwztbOHCLAz6jt9usdKp8nbovT7zJlpfNfh/s1600/santa+cecilia11.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCuGxc9sy-bgStSSpZ-8ex7wln9sGk4sZblewBCY1Cf6XpgO-AYx8JmChl76U4BcS2I_45ZFWTFyk23fsiC5sPW5euFi22BqmyCbHkcZCLxHwztbOHCLAz6jt9usdKp8nbovT7zJlpfNfh/s1600/santa+cecilia11.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Inizio a fare qualche foto ma
vengo immediatamente redarguita dalla mia ospite. “Ma non vede che ci sono ovunque
cartelli e segnalazioni che fanno divieto di fotografare?!”. “Mi scusi, sono
così presa dalla bellezza dell’affresco che non riesco a vedere quello che c’è
intorno”. La mia affermazione deve averla colpita. Il “cerbero” accenna un
sorriso. “Sa, è per proteggerli”. Non è proprio così, penso tra me. Senza flash
una foto è assolutamente innocua. Però ho capito di avere aperto una piccola
breccia. Devo approfittarne. Faccio qualche domanda. Lei mi risponde e si
scioglie un po’. Chiedo di andare al di là dei sedili del coro, per vedere
ancora più da vicino quella meraviglia. Acconsente. Scatto, non vista, alcune
foto. Oh, si sa, il fine giustifica i mezzi!</div>
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilMrPEu3apf9jBvdYQKX7B9LF6DRt8IRcejbcTjQhotoSfsuU_ERop_Y3NAbVvZUMBbqldgQRDOSet49Vsdm5sgAgGr2gEauPFPP2rF77u3V4r4PJzYwQCZYy4moRwBaeI-MtH_31pS8ga/s1600/santa+cecilia23.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilMrPEu3apf9jBvdYQKX7B9LF6DRt8IRcejbcTjQhotoSfsuU_ERop_Y3NAbVvZUMBbqldgQRDOSet49Vsdm5sgAgGr2gEauPFPP2rF77u3V4r4PJzYwQCZYy4moRwBaeI-MtH_31pS8ga/s1600/santa+cecilia23.jpg" height="426" width="640" /></a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"> Ora riesco anche a vedere meglio la parte più bassa
dell’affresco. Angeli con la tromba chiamano a raccolta i beati e i dannati,
mentre al centro spicca la Croce con i simboli della passione. Alzo gli occhi,
e incontro uno sguardo che mi folgora. E’ la figura del Cristo. Che sia
arrabbiato per via delle foto?! E’ rappresentato in trono, nella mandorla e
circondato da angeli. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj2INt_r_bb8RljIDF2v2KBzFOmzOEW4sny8WJVA2JKBu31gHyEF2djtCQb843ouduMcOieBhl7u5eqRXYyZU5Js-W40GKEQl8Mv1xySO8WDluPBLPoVTZmnMvyAGT8QMbJeFlKaLSGxZH/s1600/santa+cecilia29.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj2INt_r_bb8RljIDF2v2KBzFOmzOEW4sny8WJVA2JKBu31gHyEF2djtCQb843ouduMcOieBhl7u5eqRXYyZU5Js-W40GKEQl8Mv1xySO8WDluPBLPoVTZmnMvyAGT8QMbJeFlKaLSGxZH/s1600/santa+cecilia29.jpg" height="426" width="640" /></a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;">
La Madonna alla sua sinistra e Giovanni Battista a
destra. Seguono gli apostoli, sei per parte, seduti su scranni come in un coro,
con gli sguardi rivolti verso il Cristo. Chiude l’affresco, sul lato sinistro,
un’Annunciazione, su quello opposto, ciò che rimane del Sogno di Giacobbe e
dell’Inganno di Isacco. </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgL7EiJH9CJnUNGmIhAiRBPP3yBWXcNjkucrNDbODXBTcCo3ncJMb5kcTtPYGwtADWIFLdq5Yi9zEYkWg6w9eqJpPbAaQLECcJglbduL544Zm5-88RIIgjxiqQFcdIh5SVqrYoXjUedaqkF/s1600/al+29+01+2015+648.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgL7EiJH9CJnUNGmIhAiRBPP3yBWXcNjkucrNDbODXBTcCo3ncJMb5kcTtPYGwtADWIFLdq5Yi9zEYkWg6w9eqJpPbAaQLECcJglbduL544Zm5-88RIIgjxiqQFcdIh5SVqrYoXjUedaqkF/s1600/al+29+01+2015+648.JPG" height="400" width="300" /></a></span></div>
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><div>
<span style="color: orange; font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
E pensare che una volta gli affreschi del Cavallini
decoravano tutta la chiesa. Dell’opera di questo grande e rivoluzionario
artista, attivo tra la fine del Duecento e la prima metà del secolo successivo,
restano ormai pochissime testimonianze e per questo ancora più preziose. Possiamo
dire che con Pietro Cavallini e Giotto
abbia inizio la nuova arte occidentale, ormai europea. La pittura bizantina aveva
creato delle icone da adorare, quindi delle figure umane astratte. Il Cavallini
invece riscopre l’arte antica e con essa la visione prospettica ed il carattere
dei volti. E poi c’è l’uso del chiaroscuro, che da solidità e spessore alle
figure. Che colori incredibili ha questo affresco! I rossi e gli azzurri si
alternano con le sfumature che addolciscono l’insieme. Le piume degli angeli
hanno colori che forse esistono solo in cielo. E questi volti preannunciano già
una bellezza che non è eresia artistica definire rinascimentale.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzAdg99gMTgQgXeZg22obZ3vX3SoeiKUdgWUzAjPvJsQ94eKCBgw72k-wToJEXvDEOVQak_F0mPPl4f_wwbXxv6AODsaV8U_GldOP1SW8D3zE3VOuhmd2N4eumnL3u6qnWOF4IllCsVNiN/s1600/santa+cecilia28.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzAdg99gMTgQgXeZg22obZ3vX3SoeiKUdgWUzAjPvJsQ94eKCBgw72k-wToJEXvDEOVQak_F0mPPl4f_wwbXxv6AODsaV8U_GldOP1SW8D3zE3VOuhmd2N4eumnL3u6qnWOF4IllCsVNiN/s1600/santa+cecilia28.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
“Vogliamo
andare?!” Poof! Di colpo la bolla in cui stavo fluttuando si rompe e torno
sulla terra. “Certo, sorella!” . Dovrà anche mangiare, la poverina! E poi io ho
un appuntamento, che rimando da tutta la mattinata. Scendo. Chiudo il portone
dietro di me. Rientro in basilica. Questa volta il mio passo è spedito e punta
verso l’altare. Man mano che mi avvicino la scorgo, in quella sua suggestiva
posa, non casuale.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEzLvT7Y70HOsxX0tAzi6bjmDS27uAvcXu1iZQnZKtG7a_eb2Ol6-tQzhbuqeR_eYMk1VB7hRP_7meBAI4evJknWgU96L7uQk8e1vvUohWOfuRLxSKrYzLh9GsyK9K7kMXPnYFBYfsOpMA/s1600/al+29+01+2015+680.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEzLvT7Y70HOsxX0tAzi6bjmDS27uAvcXu1iZQnZKtG7a_eb2Ol6-tQzhbuqeR_eYMk1VB7hRP_7meBAI4evJknWgU96L7uQk8e1vvUohWOfuRLxSKrYzLh9GsyK9K7kMXPnYFBYfsOpMA/s1600/al+29+01+2015+680.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Era di nobile famiglia, Cecilia. Dopo le nozze dichiarò allo
sposo la sua fede cristiana e lo persuase ad accettare il voto di castità da
lei professato. Anche Valeriano ed il fratello Tiburzio si convertirono e
furono battezzati da papa Urbano. Per la loro fede saranno uccisi, intorno all’anno
230 dell’era cristiana. Anche Cecilia fu condannata a morte. Sarebbe dovuta
morire soffocata dai vapori nel calidario della sua casa.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2SmxfYUJuxNnk1AWt9zC3LvjfKb-agPdjoR0e2tYMa48TDj1CKa38X9avJgb5YX0KVThxwUo01C0ndS_64t8w4C9gJz1FzxaUwng9XfLHhd23vvm29gJKAoWkTeOAegAFH1Bett9SUwkH/s1600/al+29+01+2015+672.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2SmxfYUJuxNnk1AWt9zC3LvjfKb-agPdjoR0e2tYMa48TDj1CKa38X9avJgb5YX0KVThxwUo01C0ndS_64t8w4C9gJz1FzxaUwng9XfLHhd23vvm29gJKAoWkTeOAegAFH1Bett9SUwkH/s1600/al+29+01+2015+672.JPG" height="300" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma un angelo,
recandole il necessario refrigerio, la salvò da quel supplizio. Condannata alla
decapitazione, sopravvisse ai tre colpi inferti dal carnefice e poiché la legge
vietava di infliggere un quarto colpo, fu lasciata agonizzante per tre giorni sul
pavimento della casa, prima che spirasse. Fu sepolta, assieme ai suoi parenti,
nei pressi della via Appia, nel cimitero di Protestato. La leggenda vuole che,
in sogno o durante una celebrazione in San Pietro, Pasquale I (817-824) abbia avuto la visione
della santa che gli rivelava il luogo della sua sepoltura. Il papa fece allora recuperare
quel corpo per trasportarlo nella chiesa di S. Cecilia, sorta nel frattempo sul
luogo del suo martirio e rese splendida l’antica costruzione.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgH2zCah_2aaR46NDgpVoeQdLrwY0EwkIWR7P6NcXNrD4BPBNLbRkkqmcWulX7j9e9rNO6zadb6neWSAl1MgJQQ_l4ygYTlccmpaW53nLwHgiIS-IlG2f36HNYmapBg6h0MgbM9q8wCTDOz/s1600/santa+cecilia9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgH2zCah_2aaR46NDgpVoeQdLrwY0EwkIWR7P6NcXNrD4BPBNLbRkkqmcWulX7j9e9rNO6zadb6neWSAl1MgJQQ_l4ygYTlccmpaW53nLwHgiIS-IlG2f36HNYmapBg6h0MgbM9q8wCTDOz/s1600/santa+cecilia9.jpg" height="384" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma la storia non
finisce qui. Nel 1599, il cardinale Sfodrati, nel corso di importanti restauri
alla chiesa, fece riesumare il corpo della santa, per valutarne lo stato di
conservazione. Questo fu rinvenuto, ancora in perfetto stato, in una cassa di
cipresso, contenuta a sua volta entro un’urna di marmo “con la veste di seta
intarsiata con fili d’oro, scalza, con un velo intorno alli capelli, giacendo con la faccia
rivolta in terra, con li segni del sangue e di tre ferite sul collo”.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg49n8GeVIR093549mxDcr3ObhvfnqTovIukEKXAZb3IXu4sw5y5jF-jDeg2R21g2dlQydAyCh2-8eN3jfkWGpuPJ0Z5N5IBh_QYOqfZDBTxXWfUzd59GaOs-biPhHqasKWKwzMdiQDeyci/s1600/santa+cecilia10.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg49n8GeVIR093549mxDcr3ObhvfnqTovIukEKXAZb3IXu4sw5y5jF-jDeg2R21g2dlQydAyCh2-8eN3jfkWGpuPJ0Z5N5IBh_QYOqfZDBTxXWfUzd59GaOs-biPhHqasKWKwzMdiQDeyci/s1600/santa+cecilia10.JPG" height="300" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il corpo,
esposto per un mese alla venerazione dei fedeli, venne poi sepolto nella cripta,
all’interno di una sfarzosa cassa d’argento. Fu in questa occasione che venne
commissionata a Stefano Maderno la celebre statua marmorea della santa,
riprodotta nella medesima posizione in cui fu ritrovata: una posa naturale,
come di chi sta dormendo profondamente, le braccia tese in avanti, le mani
semiaperte che indicano simbolicamente il mistero della Trinità, la faccia
rivolta a terra, i capelli sparsi e sul collo il segno delle ferite.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-H66cHwJsJF1feaINDs7NCD0nubo2oN1IszBNUPUkvNtAVdyI1eJruQbdbmhEk5c2AEKSXbwDoYZDNkGwhsrIVquJ13HKkAkQFNssYa0xR8i-Br1wcoyZKKiMAo6Aw7BfLwFqC802XxwR/s1600/santa+cecilia7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-H66cHwJsJF1feaINDs7NCD0nubo2oN1IszBNUPUkvNtAVdyI1eJruQbdbmhEk5c2AEKSXbwDoYZDNkGwhsrIVquJ13HKkAkQFNssYa0xR8i-Br1wcoyZKKiMAo6Aw7BfLwFqC802XxwR/s1600/santa+cecilia7.jpg" height="332" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
L’artista,
sebbene molto giovane e di poca esperienza, seppe ricompensare il committente
con un’opera di straordinaria bellezza. Il Maderno scelse per la scultura un
unico blocco di marmo greco, proveniente dal monte Pario, la cui luminosità
viene esaltata, per contrasto, dalla nicchia in marmo nero in cui è collocata.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfuyFLPGk-YB4-1OQjZHDhbareOtJJI4Zor9sSUH8ltCLAJjnZpX-TgdotFRzJI2A5qDj1lBcxNwHU5fwRDPWhKJ1m56F97jk63BxxLuWD5_HWHjbjHQQpSJh5ruSalXBr4fwyGDKFA0Hs/s1600/al+29+01+2015+735.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfuyFLPGk-YB4-1OQjZHDhbareOtJJI4Zor9sSUH8ltCLAJjnZpX-TgdotFRzJI2A5qDj1lBcxNwHU5fwRDPWhKJ1m56F97jk63BxxLuWD5_HWHjbjHQQpSJh5ruSalXBr4fwyGDKFA0Hs/s1600/al+29+01+2015+735.JPG" height="300" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ed eccola qui, davanti a me. Un basso cancello ci divide. Non resisto. Devo
andarle più vicino. E’ ora di pranzo e sicuramente non ci sarà nessuno a rimproverarmi.
Apro il cancelletto. “Sono arrivata alla fine, hai visto?!”. E intanto guardo
incantata le graziose e colorate lampade liberty che decorano il suo sepolcro.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZWqmusnNod0s6ohIg5t86GsZ_Nw9I6dUTh7BGWew7zN17dEbOWG6CD0cHWH0sTsq6d2ukV2zJtW8qWG0onkSw17BEX6mKzVtzsrheErY9Qh_RmHSmRk1neyeEye5__CaadOTG591sNU0Q/s1600/al+29+01+2015+750.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZWqmusnNod0s6ohIg5t86GsZ_Nw9I6dUTh7BGWew7zN17dEbOWG6CD0cHWH0sTsq6d2ukV2zJtW8qWG0onkSw17BEX6mKzVtzsrheErY9Qh_RmHSmRk1neyeEye5__CaadOTG591sNU0Q/s1600/al+29+01+2015+750.JPG" height="300" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Questa è la parte della basilica che conserva ancora i capolavori più antichi.
Sopra la statua della santa si trova l’altare, coronato dal prezioso ciborio di
Arnolfo di Cambio, della fine del Duecento e più in alto ancora il mosaico
absidale, del sec. IX, voluto da Pasquale I.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIAa_duv2aGM2XGQy9sWhiecGuvxN_dh57Mct7cdYxc-huHhEH6usTuFbB5rjywU53v_NoAK1Wu6Uu0CIDhkU24LLb-fXnZyTyT4WVmC6c0NSRcmD7TBlE47Z7Lh_WB9bE34PmWuFqgnXK/s1600/al+29+01+2015+701.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIAa_duv2aGM2XGQy9sWhiecGuvxN_dh57Mct7cdYxc-huHhEH6usTuFbB5rjywU53v_NoAK1Wu6Uu0CIDhkU24LLb-fXnZyTyT4WVmC6c0NSRcmD7TBlE47Z7Lh_WB9bE34PmWuFqgnXK/s1600/al+29+01+2015+701.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
In esso si ripropone lo schema a
sette figure, presente a Roma sia in Santa Prassede che in Santa Maria in
Domnica (detta della Navicella), entrambe ricostruite dallo stesso pontefice. Al
centro il Cristo che riceve la corona dalla mano del Padre. All’estrema
sinistra Pasquale I ( con il nimbo quadrato dei viventi e con in mano il
modello della chiesa), presentato da S. Cecilia che gli tiene una mano sulla
spalla. All’estrema destra S. Valeriano e S. Agata con le mani coperte in segno
di umiltà; S. Valeriano è presente in quanto martire e sposo di S. Cecilia,
mentre S. Agata ricorda il monastero a lei dedicato, sorto vicino alla basilica.
Nell’abside ci sono dei lavori in corso.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7naK_1fmI0uwy4HEqcmCs763SFEimKzbvk_maCAWS8W8c0zo4mJb6sfudQFqolr_b0ga03_k7XKk5Uo6HxqhAREHb0OGcX02mxhZLOJ-0LExnZCfKYhVHWCMMZw8q6H97Ne8ofW7Kwnc5/s1600/al+29+01+2015+724.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7naK_1fmI0uwy4HEqcmCs763SFEimKzbvk_maCAWS8W8c0zo4mJb6sfudQFqolr_b0ga03_k7XKk5Uo6HxqhAREHb0OGcX02mxhZLOJ-0LExnZCfKYhVHWCMMZw8q6H97Ne8ofW7Kwnc5/s1600/al+29+01+2015+724.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
C’è una scala usata per accedere ai
ponteggi. Paola, non si fa! E mentre lo dico già salgo i pioli, per ammirare più
da presso uno dei mosaici più antichi e preziosi di Roma. Per i divieti non
rispettati passerò per uno di quei “santi” portali che ti assicurano l’indulgenza
plenaria. A Roma ce n’è un’infinità! Prima di uscire torno per un saluto a
Cecilia. Fuori c’è un sole splendido.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvL1_Q3TBJJMUTKAddGrjchmtOCIuYBznkbzio-vQTKSvLay1KgOCb5-zTuwQTitprBAjPYNr_oAmys2J8lFwVMCZdGMTRXQteEwQx3tFvPT9lArINmY7JKNorBmJQAGJ-x7KkXY1CDxUV/s1600/al+29+01+2015+768.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvL1_Q3TBJJMUTKAddGrjchmtOCIuYBznkbzio-vQTKSvLay1KgOCb5-zTuwQTitprBAjPYNr_oAmys2J8lFwVMCZdGMTRXQteEwQx3tFvPT9lArINmY7JKNorBmJQAGJ-x7KkXY1CDxUV/s1600/al+29+01+2015+768.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il cortile ora è anche più bello, c'è una luce ideale. Scatto qualche foto. Mi siedo sul bordo della fontana, per un
ultimo sguardo. Cosa avrebbe detto Stendhal?! “<i>Uscendo da Santa Cecilia avrete un battito del cuore, la vita sarà
inaridita, camminerete temendo di cadere”.</i> Non v’è dubbio! Ho la sindrome!</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUQ56M0W38PTDnllrp-u1ZoUxl2Gta2DwTzgXVF7r4bCcAFqzw5DFmMe7fVjyLDScJW6A7I9uWmIOSnQ29gjbcF0Ym4VWMSu-b62WE3njICpmXSsb01Bm5P3Zy-2SkZkfWDUtzPEmEAnT9/s1600/al+29+01+2015+782.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUQ56M0W38PTDnllrp-u1ZoUxl2Gta2DwTzgXVF7r4bCcAFqzw5DFmMe7fVjyLDScJW6A7I9uWmIOSnQ29gjbcF0Ym4VWMSu-b62WE3njICpmXSsb01Bm5P3Zy-2SkZkfWDUtzPEmEAnT9/s1600/al+29+01+2015+782.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
</span><br />
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-16405204430264354902015-02-05T01:40:00.001-08:002015-02-05T01:40:08.022-08:00Mi chiamo Velia...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh33KERxfmN17JfFWWCzLKguJwOHJlDyn-jzpO9ZQkECxJ45_ZqjhNH6e3JYuf74FAv8c5q2uQqh9d3MqLusli4h9uE8UeQioayY3L8W9mu3_bbMCxpvQltgqbs8OiqOZv8KCut7H6wPcD_/s1600/velia7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh33KERxfmN17JfFWWCzLKguJwOHJlDyn-jzpO9ZQkECxJ45_ZqjhNH6e3JYuf74FAv8c5q2uQqh9d3MqLusli4h9uE8UeQioayY3L8W9mu3_bbMCxpvQltgqbs8OiqOZv8KCut7H6wPcD_/s1600/velia7.jpg" height="480" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Tarquinia, Necropoli di Monterozzi, Tomba dell'Orco (IV sec. a.C.)</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">E’ nota in tutto il mondo
come “La Fanciulla Velca”. Il suo squisito ritratto è considerato uno dei
capolavori dell’arte antica ed è ritenuto il frammento più “classico” di
tutta la pittura funeraria etrusca. Si chiamava Velia, Velia Spurinna. Era
nipote di Velthur il Grande, che aveva comandato due eserciti etruschi all’assedio
di Siracusa e di Ravnthu Thefrinai; era sorella di Avle, l’eroe tarquiniese che
affrontò Roma in campo aperto e la vinse. Sposò Arnth Vecha, appartenente ad
una aristocratica famiglia di magistrati, di rango così alto che avevano il
diritto di essere scortati dai littori, con i fasci di verghe e l’ascia bipenne
che, prima a Tarquinia e poi a Roma, furono il simbolo del massimo potere.<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGnBBrlC1TbtpOgDLX-vku9k1B6MDgw1xTX1-DqM0kP9KFEnkAdZ3cyBKfFB7aYpmt-vLd9m3UTr7V7qUUKObjKiunikeUur0TmMr0O9rLCDnD4ATjTdXk0wpkhggZAF8tyORfXmBRpmpy/s1600/velia9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGnBBrlC1TbtpOgDLX-vku9k1B6MDgw1xTX1-DqM0kP9KFEnkAdZ3cyBKfFB7aYpmt-vLd9m3UTr7V7qUUKObjKiunikeUur0TmMr0O9rLCDnD4ATjTdXk0wpkhggZAF8tyORfXmBRpmpy/s1600/velia9.jpg" height="400" width="380" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black; color: orange;">Tarquinia, Tomba degli Scudi (IV sec. a.C), Larth Velcha con la moglie Velia</span></td></tr>
</tbody></table>
</span></span><span style="background-color: black; color: orange;">Dei
Velcha conosciamo anche l’aspetto, perché molti di essi furono dipinti nelle
pareti della loro grande Tomba degli Scudi, che prende il nome dalle armi
raffigurate in uno dei suoi affreschi. Qui, tra gli altri, appaiono anche i
genitori di Arnth, che, adagiati sul letto conviviale, davanti ad una tavola
imbandita, si scambiano l‘uovo dell’eterna fertilità, mentre una giovane
ancella muove per loro un ventaglio di foglie e di piume. Arnth e suo fratello
Vel, avvolti in caldi mantelli, stanno invece in piedi vicino ad una porta.</span></div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnh-z0gM9RG-A7CpAR565GbU8BrYlR2g1iodDXSaXhwtq7GNyDgu071kW7rrsMZnHVKNTDkQXzBE9k0-wvpPOZ-9-7uN6C817iBhFzdyUxSx7rEE9PFh42qNx7AUhj12W2O8X1DWnVgGfF/s1600/velia8.jpg" height="438" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="640" /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Tarquinia, Tomba dell'Orco (IV sec. a.C), la coppia infernale, Ade e Persefone</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnh-z0gM9RG-A7CpAR565GbU8BrYlR2g1iodDXSaXhwtq7GNyDgu071kW7rrsMZnHVKNTDkQXzBE9k0-wvpPOZ-9-7uN6C817iBhFzdyUxSx7rEE9PFh42qNx7AUhj12W2O8X1DWnVgGfF/s1600/velia8.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"></span></a></div>
<span style="background-color: black;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Velia, sposando, assunse dai Velcha il nome con il quale è nota in tutto il
mondo. Eppure portava in sé così impresse la grazia e la dignità degli Spurinna
che questi, straziati dalla sua morte, forse precoce, la vollero dipinta nella
loro Tomba dell’Orco. Ora, basta scendere i ripidi scalini di questo regale
sepolcro, fare pochi passi e cercare con gli occhi: improvvisamente la
fanciulla ci appare in un piccolo affresco sospeso in un mare grigio e
indistinto di colori, consunti dai millenni.</span></span></div>
<span style="background-color: black;">
</span>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZFS6X9_f1kQDQaWqxmPKz7IufGk7Z9VKcrv5Uci0xobb48SHtvZ-XdNlk7cUBEY0PtA1j0lzw_k8awUGeJZlCmwpxT61rVzZDmoM1qVA9D87DjZ2hd1ZNKV2Jz1eVzZG1JGHtvMB6sU8m/s1600/velia6.jpg" height="400" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="370" /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Velia Velcha, Tomba dell'Orco (IV sec. a.C.)</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZFS6X9_f1kQDQaWqxmPKz7IufGk7Z9VKcrv5Uci0xobb48SHtvZ-XdNlk7cUBEY0PtA1j0lzw_k8awUGeJZlCmwpxT61rVzZDmoM1qVA9D87DjZ2hd1ZNKV2Jz1eVzZG1JGHtvMB6sU8m/s1600/velia6.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"></span></span></a></div>
<span style="background-color: black;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Si presenta di profilo, quel suo famoso profilo netto come una scultura che, reso con grande realismo ma stemperato nella dolcezza dei particolari, ancora suscita stupore e costituisce l’immagine più nota dell’iconografia etrusca. La ragazza veste una morbida tunica e un mantello bordato di rosso. Indossa gli ornamenti preziosissimi ma semplici degni del suo rango: orecchini a grappolo, collare di ambra, la corona di foglie di alloro sulla chioma. I capelli castani sono in parte trattenuti alla nuca da una elegante reticella, in parte ricadono in morbidi boccoli ai lati del volto. Che è assorto. Il naso è dritto, di linea greca. Le labbra sono piene e sensuali ed evocano perduti contatti d’amore. Perciò si piegano in un sorriso doloroso quasi che il richiamare le gioie della vita appena trascorsa procuri ancora alla ragazza un rimpianto insostenibile. Gli occhi invece guardano lontano e sembrano già aver trovato nei misteri della morte i motivi per accettare senza dolore tutti i distacchi.</span></span></div>
<span style="background-color: black;">
</span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVrHOUbcZk8YogK711SU6KcluHsQxIXozUkeDcwUEkPEDAoccyITPHuN5d0kXzpRsGSCyCA4x9GFCsr6jUQB4jbtTWPMDkQQe17_A7jwclk-zuVIeUPYLubTNvkl5uhmWVV9cKefeV0Grb/s1600/velia3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><span style="clear: left; color: orange; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVrHOUbcZk8YogK711SU6KcluHsQxIXozUkeDcwUEkPEDAoccyITPHuN5d0kXzpRsGSCyCA4x9GFCsr6jUQB4jbtTWPMDkQQe17_A7jwclk-zuVIeUPYLubTNvkl5uhmWVV9cKefeV0Grb/s1600/velia3.jpg" height="400" width="355" /></span><span style="background-color: black;"></span></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<span style="background-color: black;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Come un’ombra paurosa sta dietro di
lei una creatura dalle ali gigantesche. Ha i capelli pieni di serpi, le
orecchie di animale e lo sguardo che lampeggia rosso sull’orribile naso e becco
da avvoltoio. E’ Charun, il traghettatore delle anime nel loro ultimo oscuro viaggio
nell’Ade, che brandisce il pesante martello con il quale spegneva la vita dei mortali,
chiudendo il chiavistello della porta dell’Ade, al di là della quale non c’era
più speranza di ritorno. Ma questa volta il demone etrusco ha perduto, perché
la fanciulla dei Velcha ancora oggi, nonostante i millenni, continua ad incantare
e sedurre, sospesa tra la vita che non vuole andarsene e la morte che ancora
non vince.</span></span></div>
<span style="background-color: black;">
</span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiea9AUA-7lvGL55HFlpVpDl8JjLB1vzi51zHy4LKP_vhKzvKoVvs0mnRbACiKK4uGfw3kYsKbV_r23LcEa0aeRiLhzHpHeaV1H3zdM_XDx-kjKeWmsonopmQt2uXKx-VorBF90IjmQXyN_/s1600/velia.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiea9AUA-7lvGL55HFlpVpDl8JjLB1vzi51zHy4LKP_vhKzvKoVvs0mnRbACiKK4uGfw3kYsKbV_r23LcEa0aeRiLhzHpHeaV1H3zdM_XDx-kjKeWmsonopmQt2uXKx-VorBF90IjmQXyN_/s1600/velia.jpg" height="532" width="640" /></span></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<o:p></o:p>Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-42637025728553084362015-02-04T14:35:00.000-08:002015-02-04T14:39:13.994-08:00Quella "visione" che cambiò la storia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2Ju9FN_DZvRUimcQ0MIci78GKhAwQ_cqFvoHwOnf1fdWFDzJ9un8pQvCeK_T2mxIOUGoB3US1ws2f9kllxo-OhVpD-2zlMyP_O_pkfXTOKFD5DDMQ4k1U5ayf0_KlIlwepDLSaIkzs2zg/s1600/cos5.png" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2Ju9FN_DZvRUimcQ0MIci78GKhAwQ_cqFvoHwOnf1fdWFDzJ9un8pQvCeK_T2mxIOUGoB3US1ws2f9kllxo-OhVpD-2zlMyP_O_pkfXTOKFD5DDMQ4k1U5ayf0_KlIlwepDLSaIkzs2zg/s1600/cos5.png" height="468" width="640" /></span></a></div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 18pt; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; vertical-align: baseline;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;">Ci
sono battaglie che segnano la storia. La battaglia di Ponte Milvio, combattuta
il 28 ottobre del 312, è tra queste. 1700 anni fa l’esercito di Costantino
incrociò l’armata di Massenzio a un passo da Roma e il mondo che ne uscì non fu
come prima.</span><span class="apple-converted-space" style="line-height: 18pt;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 1pt none windowtext; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; padding: 0cm;"> Gli antefatti sono noti.</span></span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;"> E se non lo sono, ve li racconto io.
Alla morte di Costanzo Cloro, il padre
di Costantino, il sofisticato meccanismo della tetrarchia inventato da
Diocleziano (un governo a quattro, due augusti e due cesari, regolato dalla
successione per cooptazione) va in frantumi. È ingegneria istituzionale
fragile, che entra subito in crisi di fronte alle ambizioni dinastiche dei
figli dei tetrarchi e all’ingerenza degli eserciti nella proclamazione degli
imperatori. La guerra civile sarà lunga, quasi una ventina d’anni.</span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt;"></span></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt;">
</span></span></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt;"><br /></span></span></span></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLdkcr6JKbtInzsqI__yKOjM8qcoAOvmkNmPZ9Sj_vxzLu19zkg5pHbO5vVs1tLsJ7MP_jWaJsWxdXmkePuCVhXSnqVaFhFHfy5cP18LcCanqpbvgBjPkYppcnqGu1LnIB7tSuBzGpyFTN/s1600/cos4.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLdkcr6JKbtInzsqI__yKOjM8qcoAOvmkNmPZ9Sj_vxzLu19zkg5pHbO5vVs1tLsJ7MP_jWaJsWxdXmkePuCVhXSnqVaFhFHfy5cP18LcCanqpbvgBjPkYppcnqGu1LnIB7tSuBzGpyFTN/s1600/cos4.jpg" height="363" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Acrolito di Costantino, Musei Capitolini, Roma</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 18pt;">Ma il fulcro
sarà lo scontro tra Costantino e Massenzio, l’usurpatore. Oddio, abusivo in
fondo lo era anche Costantino, acclamato come augusto dalle truppe britanniche
a York. Ma la sua discesa in campo sarà legittimata dai bruschi rivolgimenti di
potere nelle convulse fasi iniziali. E comunque sia, Costantino nel 312 si
trova alle porte di Roma, sulla Flaminia, per la scontro fatale. In dubbio è
anche l’esatto campo di battaglia. Alcune fonti indicano ponte Milvio, altre Saxa
rubra.</span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEit5zf0oTmulXt7m_d72nLF_v5WIWJZ6IZCf2S3sTJ1T12oqutd68yOlrSoahbMj7tykW9aGJudDh0mbLU0fgVNgqeW4xPFOFStIgXDlrSmd7JzjdscvPhyphenhyphenOBMg9CBdqndEcjZC9N5R95oI/s1600/ponte+milvio+sole+e+nuvole.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEit5zf0oTmulXt7m_d72nLF_v5WIWJZ6IZCf2S3sTJ1T12oqutd68yOlrSoahbMj7tykW9aGJudDh0mbLU0fgVNgqeW4xPFOFStIgXDlrSmd7JzjdscvPhyphenhyphenOBMg9CBdqndEcjZC9N5R95oI/s1600/ponte+milvio+sole+e+nuvole.jpg" height="426" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ponte Milvio, Roma</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibHNIhLGCiHd_2Sl7iCfBDNNWmoBXKZkHJApAkieNkbQGTCjaVfdwoPfyk0ASxUCshvVQazAmPIZGXTrUqCY_-kz5osadsNE9hMu_ZlFw7bPCx9atEylA80sd2yKfZxiqejNEwWsh9OHnQ/s1600/arco+mlaborghetto2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibHNIhLGCiHd_2Sl7iCfBDNNWmoBXKZkHJApAkieNkbQGTCjaVfdwoPfyk0ASxUCshvVQazAmPIZGXTrUqCY_-kz5osadsNE9hMu_ZlFw7bPCx9atEylA80sd2yKfZxiqejNEwWsh9OHnQ/s1600/arco+mlaborghetto2.jpg" height="480" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Casale presso Malborghetto, XIII miglio della via Flaminia</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 18pt;">È verosimile, come attestato da un arco quadrifronte del IV secolo
inglobato ora in un casale, che Costantino si sia accampato a Malborghetto, al
XIII miglio della via Flaminia, una quindicina di chilometri a nord di
Roma. Massenzio nel frattempo aveva fatto abbattere il ponte in calcestruzzo
costruendone accanto uno di barche, una
trappola per l’esercito nemico che in realtà gli si ritorcerà contro. </span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkvI-UqSvuV26mCgti7-UEFmfRxyJhXJ1aKivqY4gnmABa3Eh_GijU5RIFkgiTVJjWjkHdLnpr_9X9pat8q3aJyhkVBfc367dvGW0j8KEz0Ge23O4Kiy1_csOG5ydpGB61U-_VOYi_1hIs/s1600/Arco_Malborghetto_3D.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkvI-UqSvuV26mCgti7-UEFmfRxyJhXJ1aKivqY4gnmABa3Eh_GijU5RIFkgiTVJjWjkHdLnpr_9X9pat8q3aJyhkVBfc367dvGW0j8KEz0Ge23O4Kiy1_csOG5ydpGB61U-_VOYi_1hIs/s1600/Arco_Malborghetto_3D.jpg" height="358" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ricostruzione dell'arco di Malborghetto</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-size: 14pt; line-height: 18pt;">Ma la
mossa sorprendente è che il 28 ottobre le legioni di Massenzio attraversano il
fiume schierandosi sulla riva destra. Anziché acconciarsi all’assedio,
Massenzio cerca lo scontro aperto. Una strategia avventata e in qualche modo
inspiegabile. Un paio di contatti violenti, poi la battaglia decisiva,
probabilmente nella piana tra Prima Porta e Saxa Rubra. Costantino, come di
consueto, fiacca le ali del nemico con sortite della cavalleria gallica</span><strong style="line-height: 18pt;"><span style="border: 1pt none windowtext; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; padding: 0cm;"> </span></strong><span class="apple-converted-space" style="line-height: 18pt;"><b><span style="border: 1pt none windowtext; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; padding: 0cm;"> </span></b></span><span style="font-size: 14pt; line-height: 18pt;">e poi sfonda al centro imprigionando l’esercito di
Massenzio nella sacca dell’ansa tiberina. La guarnigione romana ripiega verso
ponte Milvio, in rotta totale. E a ponte Milvio, a ridosso del Tevere, si
completa il massacro. I soli a resistere sono i pretoriani, gli altri cercano
scampo fuggendo sul precario ponte di tavole che si sfalda sotto il peso. E’ la
fine. Massenzio morirà annegato.</span></div>
</span><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgErG7k9KLl0mbOa2JWRNK55s3g6fqKnh6Ikwvf-pSCAthMdQ58vz5yt1ckzYLNJXAasmqZdIuznz4-0ev1NU-P2v-qG76CtV1P6wGl1eToaB9XfEnOvObk6uhdl6K_BeN3F4ZphFcP2Xh7/s1600/cos6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgErG7k9KLl0mbOa2JWRNK55s3g6fqKnh6Ikwvf-pSCAthMdQ58vz5yt1ckzYLNJXAasmqZdIuznz4-0ev1NU-P2v-qG76CtV1P6wGl1eToaB9XfEnOvObk6uhdl6K_BeN3F4ZphFcP2Xh7/s1600/cos6.jpg" height="268" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Battaglia di Ponte Milvio, scuola di Raffaaello (Giulio Romano), Sala di COstantino , Stanze Vaticane</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;">Sulla battaglia di Ponte Milvio, sulla scia
del racconto agiografico di Eusebio, si costruirà la leggenda di Costantino
come imperatore cristiano.<span class="apple-converted-space"> </span></span><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;">Eusebio di Cesarea
(265-340), uno dei padri della chiesa, stimato amico dell’imperatore
Costantino, vescovo di Cesarea, nel riferire gli avvenimenti subito precedenti
la battaglia intrapresa contro Massenzio, nei pressi di Ponte Milvio, racconta
che Costantino, devoto al <i>summus deus</i>,
a cui lo aveva religiosamente introdotto suo padre Costanzo Cloro, si rivolse
proprio a questa divinità, perché gli si manifestasse e gli portasse aiuto
nella giusta causa contro l’usurpatore. </span></div>
</span><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 14.0pt;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrBeT1_rfQ7COgPG_-COAZqF9QBLx-D_mUPL70K0Xik6cJ95r9oo4qErl_V8yUnHp97isleyohnXrFEaFgP4bnbEhlJLHEDFfID9WMhyrytvhpTVPvTX2xLvhpT_o1hF64lN7iVxj2x2HT/s1600/cos+giulio+romano2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrBeT1_rfQ7COgPG_-COAZqF9QBLx-D_mUPL70K0Xik6cJ95r9oo4qErl_V8yUnHp97isleyohnXrFEaFgP4bnbEhlJLHEDFfID9WMhyrytvhpTVPvTX2xLvhpT_o1hF64lN7iVxj2x2HT/s1600/cos+giulio+romano2.jpg" height="258" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">"In hoc signo vinces", Giulio Romano, Sala di Costantino, Stanze Vaticane</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;">Quindi l’imperatore, insieme al suo
esercito, vide sul fare del tramonto “</span><i style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;">al
di sopra del sole, come segno di vittoria, una
croce luminosa”</i><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;"> e la scritta </span><i style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;">“con
questo segno vincerai”</i><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;"> ( </span><i style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;">in hoc
signum vinces).</i><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;"> La notte Cristo stesso comparve a Costantino in sogno,
chiedendogli di apporre quel segno sulle armi dei soldati e di portarlo con sé,
a protezione sua e dei suoi. Ne derivò il Labaro, il vessillo imperiale fatto
realizzare da Costantino, costituito da un’asta verticale sormontata dal
cristogramma entro una corona d’oro e da un braccio da cui pendeva un drappo di
porpora quadrato, sopra al quale stavano apposte, con andamento verticale, le
immagini dell’imperatore e dei suoi figli.</span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVObsLGFpWCaRozeFVOd_hZnveWm-xzj8JtT3p7CfzDYrYUe5_l-OxG2pHyXIjHYE7NXwk4Ljp6NbBeKocCQL066XDEq0aXemLyGSo7nw6ZuluwJ26d_rfmL04xFJQgsiul70HUVObAukY/s1600/Solido+in+oro+con+l'imperatore%2Bche%2Bimpugna%2Bil%2Blabaro%2Bcol%2BChrismos.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVObsLGFpWCaRozeFVOd_hZnveWm-xzj8JtT3p7CfzDYrYUe5_l-OxG2pHyXIjHYE7NXwk4Ljp6NbBeKocCQL066XDEq0aXemLyGSo7nw6ZuluwJ26d_rfmL04xFJQgsiul70HUVObAukY/s1600/Solido+in+oro+con+l'imperatore%2Bche%2Bimpugna%2Bil%2Blabaro%2Bcol%2BChrismos.jpg" height="320" width="317" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Solido in oro con Costantino che impugna il labaro con il Chrismos</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;">A questo punto furono fondamentali
gli atti compiuti da Costantino il giorno successivo alla vittoria - riportata,
è bene ricordarlo, su un esercito molto più numeroso di quello di Costantino,
cui per altro quei luoghi erano del
tutto sconosciuti – momento destinato da sempre al trionfo del vincitore,
secondo l’uso plurisecolare romano. </span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj84xY80Wr1lDf1M4yz3O38Z80wxaKhVxA-N2hdV6SZPD7t9wNSF6ksyyqdt_52JMHsAGj5tR9U4f_DsJxXBSEnGtrq3fzmtMSXus2uqOIWaQc6u9g_KMemLZ4Mj52Kufa_GLbeFRjBYW3n/s1600/450px-Musei_Capitolini-testa_bronzea_di_Costantino-antmoose.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj84xY80Wr1lDf1M4yz3O38Z80wxaKhVxA-N2hdV6SZPD7t9wNSF6ksyyqdt_52JMHsAGj5tR9U4f_DsJxXBSEnGtrq3fzmtMSXus2uqOIWaQc6u9g_KMemLZ4Mj52Kufa_GLbeFRjBYW3n/s1600/450px-Musei_Capitolini-testa_bronzea_di_Costantino-antmoose.jpg" height="400" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Testa bronzea di Costantino, Musei Capitolini, Roma</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;">Eusebio descrive il solenne ingresso
dell’imperatore a Roma, riferendo i momenti salienti, compreso quello capitale
del discorso dai </span><i style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;">Rostra</i><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;"> , la tribuna
posta nel Foro Romano. Eusebio sottolinea la mancata ascesa di Costantino al
Campidoglio, sede del tempio di Giove Capitolino, luogo sacro per antonomasia
alle sorti di Roma. Nel rifiutare tale omaggio al dio custode del destino
dell’impero, evitando i sacrifici di ringraziamento, dovuti dal rituale,
Costantino riconosce evidentemente ad un’altra divinità la vittoria conseguita
a Ponte Milvio e inaugura con ciò, tra lo scandalo del senato e del popolo
romano, un altro cerimoniale trionfale, l’</span><i style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;">adventus</i><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;">,
da allora in poi seguito da tutti gli imperatori cristiani. Fu il punto di non
ritorno verso il Cristianesimo.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6MJJjDu0ft4naogppShEWIh4SXNHA63lGBZrQgptTfqwyE3Z8qKWMDab1hqJ_NuYGEdDYaV_FDANdzeQn9iUvxwYvroYd7sYDIVVfpg3-1c95ykMzHVcGWzqNQY4O9iOvG3iNx1_rACpw/s1600/cos2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6MJJjDu0ft4naogppShEWIh4SXNHA63lGBZrQgptTfqwyE3Z8qKWMDab1hqJ_NuYGEdDYaV_FDANdzeQn9iUvxwYvroYd7sYDIVVfpg3-1c95ykMzHVcGWzqNQY4O9iOvG3iNx1_rACpw/s1600/cos2.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
</span><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt;"><o:p></o:p></span></span></span><br />
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-74545307397854636982015-02-03T06:04:00.000-08:002015-02-05T09:09:25.001-08:00Una "preghiera" nel cuore di Trastevere<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGgFiFeWa_Yk4ugd5C9Y8JXVnBUimsk5MMvoMsnsK_ATyxi18BeBTsZNah1XxJC0IRaLHNxl1B0RvDE9Bk8ENrjrIk0iui5aSjStIt7BL9jF8hVBXIkYXlHOjy6oLxIEswY58qetwahz53/s1600/Trastevere+082.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGgFiFeWa_Yk4ugd5C9Y8JXVnBUimsk5MMvoMsnsK_ATyxi18BeBTsZNah1XxJC0IRaLHNxl1B0RvDE9Bk8ENrjrIk0iui5aSjStIt7BL9jF8hVBXIkYXlHOjy6oLxIEswY58qetwahz53/s1600/Trastevere+082.JPG" height="480" width="640" /></span></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">C'è un luogo
speciale a Roma, nel cuore del rione Trastevere.Un minuscolo tesoro artistico
medievale. E' la chiesa di S. Benedetto in Piscinula, la cui porta si apre al
civico 40 dell'omonima piazza. Due le versioni riferibili al toponimo. La prima
lo fa derivare da un antico mercato del pesce che esisteva in questa contrada.
La seconda, invece, fa riferimento ad impianti termali , di cui ora non vi è
più traccia, ma che sarebbero stati visibili, nei pressi della chiesa, almeno
fino al XVIII secolo. </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0USdAA3mgcX0K-Bf5XMUaQulpXKVhMIc7Gu3h1ADgXpBSvNsvGfYJmD1frzVnkA37TfcdK5xyIA8vCKK5oBF5YSu76cyzjsuIdFNfc9tf37E5hK9EFYUT_30T3s142I6zwQhmHq4lMVns/s1600/bene.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0USdAA3mgcX0K-Bf5XMUaQulpXKVhMIc7Gu3h1ADgXpBSvNsvGfYJmD1frzVnkA37TfcdK5xyIA8vCKK5oBF5YSu76cyzjsuIdFNfc9tf37E5hK9EFYUT_30T3s142I6zwQhmHq4lMVns/s1600/bene.jpg" height="400" width="300" /></span></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">La facciata esterna, neoclassica, potrebbe essere davvero
fuorviante e tenere alla larga chi dell'arte dell'Ottocento non è proprio un
cultore. Ma tra i tetti un minuscolo campanile, sicuramente romanico, ci appare
come una piccola stella cometa, ad indicare che lì sotto potrebbe esserci
qualcosa di veramente prezioso. Questo grazioso campanile, tutto realizzato in
laterizi, con due bifore e colonnina centrale in facciata, possiede ben due
primati. E' il più piccolo di Roma e la sua campana è la più antica di tutta la
città. Datata al 1069, riuscì, miracolosamente, a scampare alle orde di Roberto
il Guiscardo, che appena 15 anni dopo, "affamate" del bronzo delle
campane, presero tutte quelle che trovarono.<span class="apple-converted-space"> </span>Direi che a questo punto possiamo anche entrare. E se è vero che il
buongiorno si vede dal mattino, la visita si preannuncia davvero molto
interessante.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-8qE5S47evtjUsQkUq-FRtrQgfSiohEdfM8sx5DBDBiDPvTu0SZI684LeOkXu-UPhX7XaogF0ZZzgYHv65FwHJcQ0daq8gof0eLYqLw63IBSP1oyMULb7TWcf4qK-fx8UGxQckqsT5n9d/s1600/al+29+01+2015+346.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-8qE5S47evtjUsQkUq-FRtrQgfSiohEdfM8sx5DBDBiDPvTu0SZI684LeOkXu-UPhX7XaogF0ZZzgYHv65FwHJcQ0daq8gof0eLYqLw63IBSP1oyMULb7TWcf4qK-fx8UGxQckqsT5n9d/s1600/al+29+01+2015+346.JPG" height="400" width="300" /></span></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Non siamo ancora nella chiesa, ma all'interno di una sorta di
vestibolo, forse in origine un portico. Alla nostra sinistra, un bel portale
cosmatesco, oggi chiuso con un cancelletto, deve aver rappresentato il primo
accesso all'oratorio di San Benedetto. Secondo la tradizione, infatti, la
chiesa sorge sulle rovine della<span class="apple-converted-space"> </span><i>domus Aniciorum</i> (casa degli Anici). Gli Anici furono una
nobile ed antichissima famiglia romana, alla quale sarebbe appartenuto anche
San Benedetto da Norcia, e proprio presso la loro abitazione il Santo avrebbe
trovato ospitalità durante il suo soggiorno nell'Urbe, per motivi di studio
(fine V secolo). Al di là del cancello e del telo rosso, che impedisce la vista
dell'interno, si trova quindi il nucleo più antico e più sacro del
complesso. A questo punto la curiosità di vederlo ci spinge ad entrare nella
chiesa.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidREhzwB7FMKmIK_t0ecHHa3Q_EZzQt11qMfQcd5nEfXQhl-4Ro8UgL6x0hmCrc2Kf-OxzxOk4xpwo0QaiuMYrq2ggr2ublwKOFUFna8AxL-HUN0BidowW3cW8WxacbVw3FUKypGE036tb/s1600/Trastevere+086.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidREhzwB7FMKmIK_t0ecHHa3Q_EZzQt11qMfQcd5nEfXQhl-4Ro8UgL6x0hmCrc2Kf-OxzxOk4xpwo0QaiuMYrq2ggr2ublwKOFUFna8AxL-HUN0BidowW3cW8WxacbVw3FUKypGE036tb/s1600/Trastevere+086.JPG" height="480" width="640" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Una basilica in miniatura! Così definirei l'apparizione oltre il
portale. C'è tutto l'apparato decorativo di un grande complesso cultuale, solo
di dimensioni ridotte. Innanzitutto colpisce l'atmosfera intima e familiare.
C'è un via vai continuo di fedeli, che entrano, si fermano, magari solo il
tempo di una preghiera o per accendere una candela o per mandare un bacio ad
una delle immagini sacre che decorano la chiesa. Si ha l'impressione di qualcosa
di vivo e pulsante. Si ha l'idea che la chiesa si sia fatta così piccolina e
discreta proprio per essere più accessibile agli uomini.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix5lYbwQv4gm1TN_FvQo9ZpU9jL6cYrUwIAYq_rYiVYCADDRRfigOQdTuBWHKZ7VFQvkoS9tTYyR8tNawDxYhOjrE18NRynfRIige0evnUOD-RFWsH1zyvNpXoVLVtIr7UFPGHaopCWlhp/s1600/Trastevere+126.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix5lYbwQv4gm1TN_FvQo9ZpU9jL6cYrUwIAYq_rYiVYCADDRRfigOQdTuBWHKZ7VFQvkoS9tTYyR8tNawDxYhOjrE18NRynfRIige0evnUOD-RFWsH1zyvNpXoVLVtIr7UFPGHaopCWlhp/s1600/Trastevere+126.JPG" height="300" width="400" /></span></span></a></div>
<div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">L'attenzione è subito
attratta dal bellissimo pavimento cosmatesco, il cui impatto, su un ambiente
così ridotto, è fortissimo. Risalente alla fine del XII secolo, pare che sia
l'unico<span class="apple-converted-space"> </span><i>opus tessellatum,</i> attribuibile alla ben nota famiglia di
marmorari romani, mai restaurato, e quindi giunto sino a noi nel suo stato
originario. Così come i Cosmati l'hanno fatto, ci verrebbe da dire!</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTapucj6MxZHZp6EIqZZSx-wtqPzHtuBYDIxmom62L0DPrIFKrsGTlkhgjLZ-6kI-ilIVrkoBrxOjsgzju6oSYh96VpsHJO-tsMbVvkSTjJrg5sct0jLkm00bATYatt-Whi_AP8Cp1WY3J/s1600/al+29+01+2015+355.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTapucj6MxZHZp6EIqZZSx-wtqPzHtuBYDIxmom62L0DPrIFKrsGTlkhgjLZ-6kI-ilIVrkoBrxOjsgzju6oSYh96VpsHJO-tsMbVvkSTjJrg5sct0jLkm00bATYatt-Whi_AP8Cp1WY3J/s1600/al+29+01+2015+355.JPG" height="480" width="640" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">In realtà,
osservando bene il pavimento, gli interventi di restauro appaiono ben visibili,
ma sicuramente l'opera non ha subito grandi stravolgimenti, e, quantomeno,
appare nella sua collocazione primaria,<span class="apple-converted-space"> </span><i>in situ,<span class="apple-converted-space"> </span></i>come direbbe un uomo di cultura. Appena staccati, con una certa difficoltà, gli occhi
dal pavimento, ci accorgiamo che anche la chiesa ha conservato l'impianto
medievale.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWT9cGUvhboDL4TJKv0sGF2jofRuiOXxcOPeqFm-zgu_egmVUzWc6RcBn3WFeF3AKiwyOMyv0xGRIfqAeYidYKlsdxJoZjWI3hJekXg8_z8KaAyx8D1AocnXn5JUDFv1o0gQZz4m1hG0BH/s1600/Trastevere+112.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWT9cGUvhboDL4TJKv0sGF2jofRuiOXxcOPeqFm-zgu_egmVUzWc6RcBn3WFeF3AKiwyOMyv0xGRIfqAeYidYKlsdxJoZjWI3hJekXg8_z8KaAyx8D1AocnXn5JUDFv1o0gQZz4m1hG0BH/s1600/Trastevere+112.JPG" height="480" width="640" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">E' divisa in tre piccole navate irregolari, sottolineate da otto
splendide colonne di spoglio, in granito grigio e cipollino, sovrastate da
capitelli antichi, anch'essi di recupero e di varie epoche. Facendo un giro
intorno si scoprono qua e là dei piccoli capolavori.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlTmnaX2tkQhUc4jXgCYp6s_5KFSHkx7bnA02TMKEwSLvd88bJlQ80tjknVz03J3hKhIha4zDSANizBTiMlSJjF_HANxxGoL38vMCyPU5IJO9FCEEq4kxKAi3EtcOTERYkT0J2HVg4gBia/s1600/Trastevere+110.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlTmnaX2tkQhUc4jXgCYp6s_5KFSHkx7bnA02TMKEwSLvd88bJlQ80tjknVz03J3hKhIha4zDSANizBTiMlSJjF_HANxxGoL38vMCyPU5IJO9FCEEq4kxKAi3EtcOTERYkT0J2HVg4gBia/s1600/Trastevere+110.JPG" height="480" width="640" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Molto bella, nell'abside
della chiesa, sopra l'altare, la Madonna con Bambino, sicuramente trecentesca.
Sotto di lei, il<span class="apple-converted-space"> </span><i>genius loci</i> , San Benedetto, con il Pastorale ed
il libro della Regola aperto. La pagina ha un messaggio per noi... <i>Ausculta, o fili, praecepta magistri et inclina aurem cordis tui</i> ( Ascolta, o figlio, gli insegnamenti del maestro e volgi
ad essi l'orecchio del tuo cuore). Chissà in quanti, passati di qua, nei
secoli, lo hanno letto! L'immagine del Santo, su tavola, è sicuramente molto
antica, anche se restaurata. Incuriosisce, sulla destra dell'abside, una
particolare rappresentazione iconografica.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxpa6BQoCIrYpIBz7JZo4Je0tRhV7Bh5W9SPkJ8PaKcAth7psrPHdCwZZ4J0SgHvFFzmzGc6N3D6Hawf8j57cte4VyT6PlFSShuEp2Syr4z-1ebLNmrQPqt3bm-eLCKQm9uS6rShLRhu2s/s1600/Trastevere+108.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxpa6BQoCIrYpIBz7JZo4Je0tRhV7Bh5W9SPkJ8PaKcAth7psrPHdCwZZ4J0SgHvFFzmzGc6N3D6Hawf8j57cte4VyT6PlFSShuEp2Syr4z-1ebLNmrQPqt3bm-eLCKQm9uS6rShLRhu2s/s1600/Trastevere+108.JPG" height="400" width="300" /></span></span></a></div>
<div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">E' una cosiddetta
"Metterza" (terza in ordine di importanza), con la figura di
Sant'Anna, la madre di Maria, in posizione di risalto e in atteggiamento
protettivo verso la figlia e Gesù.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8irsEYebBw5TsKavmfAXEC8GpYjmqY_lVQpyi3bNBjsv1YjCAW1FQ7dpWmDE62pgtDW8L_nvLf36Uyv0RFwOd3NdWAD7hmITYRMjdyC8a4I4YddnFRiUi-M5lf8Hsv_JkTUSfLdx-DOd2/s1600/Trastevere+117.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8irsEYebBw5TsKavmfAXEC8GpYjmqY_lVQpyi3bNBjsv1YjCAW1FQ7dpWmDE62pgtDW8L_nvLf36Uyv0RFwOd3NdWAD7hmITYRMjdyC8a4I4YddnFRiUi-M5lf8Hsv_JkTUSfLdx-DOd2/s1600/Trastevere+117.JPG" height="400" width="300" /></span></span></a></div>
<div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Ecco San Benedetto in un altro affresco, della
fine del XIII secolo, collocato, di recente, nella navata di destra,
posizionato invece, prima del restauro, nel portico. Ed ora, dopo aver girato
in senso orario intorno alla chiesa, eccoci di nuovo giunti all'uscita. Ma
prima di varcarne la soglia, ci attende la visita al<span class="apple-converted-space"> </span><i>sancta sanctorum</i>.<span class="apple-converted-space"> </span><i>Dulcis in fundo</i>, dicevano gli antichi. Entriamo quindi
nell'oratorio, il cui ingresso si apre immediatamente alla destra di chi, come
noi, sta per uscire. </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYQWTZbRIbm7BYbjuajx40cRPmyqL-QbxVjcXbfejtlcB5ggUN-S1yMYAd-o5eXddrSwF8vjIRA3dTowEla5aSPPWvzKyXDvqjn61ifwCkS2v-q64U9L-hThqMhaiTYfYFEn-hgGQ5ILnI/s1600/Trastevere+094.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYQWTZbRIbm7BYbjuajx40cRPmyqL-QbxVjcXbfejtlcB5ggUN-S1yMYAd-o5eXddrSwF8vjIRA3dTowEla5aSPPWvzKyXDvqjn61ifwCkS2v-q64U9L-hThqMhaiTYfYFEn-hgGQ5ILnI/s1600/Trastevere+094.JPG" height="480" width="640" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">La tradizione e qualche lacerto architettonico lo
fanno risalire all'VIII secolo. E' intorno a questo luogo che sarebbe stata poi
costruita la chiesa romanica. Quanta suggestione in un così piccolo spazio! Sul
pavimento un lacerto di opera cosmatesca, quasi sicuramente proveniente dal
"tappeto" marmoreo della chiesa, che mostra, infatti, delle lacune.
Solo poche tracce del mosaico che decorava la volta a crociera.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrRpA0dpdjG-z49X3eVXkkAxNmvjsOuJXqjgR5C2Gd2tQVMJRl7OKdSZUW8YfDXvapp-ToNGssjgdDsLQxeGVJaS5lLYV0X6UWZTmPZ4NzgKqlhmfPrYMEglo-wRreWfEqVnwkANXIYuqb/s1600/Trastevere+095.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrRpA0dpdjG-z49X3eVXkkAxNmvjsOuJXqjgR5C2Gd2tQVMJRl7OKdSZUW8YfDXvapp-ToNGssjgdDsLQxeGVJaS5lLYV0X6UWZTmPZ4NzgKqlhmfPrYMEglo-wRreWfEqVnwkANXIYuqb/s1600/Trastevere+095.JPG" height="300" width="400" /></span></span></a></div>
<div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Sopra il
piccolo altare, la delicata immagine trecentesca della Madonna della
Misericordia. Si capisce che in origine era un affresco, ricollocato poi su
tela. Neppure quella pesante corona dorata, che qualche artista barocco deve
avergli dipinto in testa, riesce a intaccarne il fascino. E' davanti a lei che
la tradizione popolare ha sempre visto il Santo in preghiera, e qui avrebbe
ricevuto la chiamata a fondare l'ordine.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeHuOjxl8qz0SUI8FkExUlbccxXDAwWml4zGdO1RRZcGTUh8paqPZ1QVfBZmFTAmBOIfSCqFzAkcfZbAbB9yOxpTlYtHxbScSY4k-1BYJ0YUBgKjpyohIE4WRPlFVlBl4Vv44rfOlyNzrV/s1600/al+29+01+2015+371.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeHuOjxl8qz0SUI8FkExUlbccxXDAwWml4zGdO1RRZcGTUh8paqPZ1QVfBZmFTAmBOIfSCqFzAkcfZbAbB9yOxpTlYtHxbScSY4k-1BYJ0YUBgKjpyohIE4WRPlFVlBl4Vv44rfOlyNzrV/s1600/al+29+01+2015+371.JPG" height="400" width="300" /></span></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Poco importa se venne dipinta otto
secoli dopo, e neppure ha importanza se quella angusta cella, praticamente uno
stretto corridoio, che si apre su un lato della cappella, sia davvero il luogo
dove San Benedetto si ritirava in meditazione e in preghiera. La fede, la
sacralità, la suggestione hanno origine in dinamiche che non si lasciano
minimamente influenzare da quella che si chiama verità storica. Si esce da
questo luogo con una grande pace e armonia interiore. In fondo non è questo che
si chiede ad ogni forma di preghiera?! </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKPso4djxgqihdk2DGKd0xjrDmlDmNtz3D9NuTiwMUNx-G9wsK6sykbOqs_OkLM4kqRmJAiG1ATjvZi1vm6hoZim0riFautRcFiwwNa0WK3WOsq-U4OguhgvCGcmx9461cYf4hy2KOIZ9I/s1600/al+29+01+2015+349.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKPso4djxgqihdk2DGKd0xjrDmlDmNtz3D9NuTiwMUNx-G9wsK6sykbOqs_OkLM4kqRmJAiG1ATjvZi1vm6hoZim0riFautRcFiwwNa0WK3WOsq-U4OguhgvCGcmx9461cYf4hy2KOIZ9I/s1600/al+29+01+2015+349.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-10310783055438617972015-02-02T10:21:00.000-08:002015-02-02T13:30:45.829-08:00Dalle "stalle" alle stelle! Palazzo Farnese a Caprarola (Vt)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-7Po9q8Po_berfCmJP7sqI1a3V8xjWBfuzKLeMneVh1ZzTgCidJ8yJIXtcK6_nRpZFcatcMO343UMg2joRhVDJVgDmqUKL69yS-T0zyRUcNS-unUFklt5NaX-YwEU1NmiRY0oPiZmIAed/s1600/al+19+gennaio+2015+985.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-7Po9q8Po_berfCmJP7sqI1a3V8xjWBfuzKLeMneVh1ZzTgCidJ8yJIXtcK6_nRpZFcatcMO343UMg2joRhVDJVgDmqUKL69yS-T0zyRUcNS-unUFklt5NaX-YwEU1NmiRY0oPiZmIAed/s1600/al+19+gennaio+2015+985.JPG" height="480" width="640" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Il toponimo non dovrebbe creare grandi problemi di interpretazione, impostato com'è su "capra" e "harola" (stalla). E' verosimile perciò che il luogo fosse abitato, in tempi passati, da caprari. La storia del borgo è intimamente legata a quella del fastoso palazzo che venne eretto a partire dagli inizi del Cinquecento. Di fronte a questa magnificenza del tardo manierismo italiano, che ha cambiato il volto del paese, finiscono con l'assumere scarsa rilevanza tutte le vicende precedenti. </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmfCLehIJwhTCK68Ru2v8IG6A0-f71oxvaSYzr-ZgTpcpj-lIgNTcbHnuium4mAO7xr0l6s5lFoHMX07rLnksHcQjxtcIBUU2POuM5gPPejU4iUK1x9hXI1A4qWeOaHYHHlSDK49JRsUz9/s1600/al+19+gennaio+2015+578.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmfCLehIJwhTCK68Ru2v8IG6A0-f71oxvaSYzr-ZgTpcpj-lIgNTcbHnuium4mAO7xr0l6s5lFoHMX07rLnksHcQjxtcIBUU2POuM5gPPejU4iUK1x9hXI1A4qWeOaHYHHlSDK49JRsUz9/s1600/al+19+gennaio+2015+578.JPG" height="480" width="640" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">E quindi ci conviene fare un lungo salto cronologico, per arrivare direttamente alla metà del XVI secolo, quando prese l'avvio una radicale trasformazione del sito, a trent'anni di distanza da un primo intervento di Paolo III, che aveva iniziato la costruzione di una rocca pentagonale su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane. A completare l'opera, rimasta interrotta per le mutate condizioni politiche del tempo, fu chiamato un altro architetto della corte pontificia, Jacopo Barozzi da Vignola, che, per conto del cardinale nipote Alessandro, mise mano ad un progetto costruttivo e decorativo veramente ambizioso e che che fu portato avanti per tre decenni.</span></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Il palazzo, che avrebbe dovuto consacrare la potenza e la gloria della famiglia Farnese, venne eretto sulle basi del primitivo pentagono del Sangallo. L'impresa rientrava nelle manifestazioni di magnificenza che il secolo imponeva ai grandi personaggi e doveva rappresentare il prestigio di una casata di rango europeo, i cui legami di parentela con i grandi dell'epoca arrivavano perfino all'imperatore CarloV e al re di Francia Enrico II. Il ciclo delle decorazioni, realizzato sulle indicazioni letterarie di "esperti" autorevoli, tra cui Annibal Caro, costituisce una delle più importanti opere pittoriche dell'epoca.</span></span></div>
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</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">I lavori di decorazione, terminati nel 1583, portarono la firma di un nutrito stuolo di artisti, tra cui i fratelli Taddeo e Federico Zuccari, il Bertoja, Raffaellino da Reggio, Giovanni Antonio da Varese a Antonio Tempesti. Il risultato fu una dimora principesca che interpreta in ogni dettaglio la vita di corte, affollata da artisti, letterati, uomini d'arte e di cultura, familiari, servitori, tutti inseriti in una gerarchia rigorosa,e magistralmente inserita nell'opera costruttiva.</span></span></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
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<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"> I servizi del piano interrato sono celati agli occhi dei nobili, per non turbare la solennità architettonica dei piani superiori. Al piano rialzato si dispongono, intorno al cortile circolare, la "Sala delle guardie" e quelle di rappresentanza. Il piano nobile, cui si accede da una scala elicoidale di rara eleganza, capolavoro del Vignola, è destinato al signore, mentre i due piani superiori sono occupati dalla corte, con gli appartamenti dei cavalieri e degli staffieri. Tra le stanze del piano nobile ve ne sono alcune che non temono il confronto con quelle delle più belle dimore della stessa Roma.</span></span></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr85vKJyKVNgU7zZrEOC9sDDJqwmZ4H5HDef0bdExqBv8BZ7BIK2dNr6klzOG3DqiAvkjpkYcBUBwTr0izh6Dq4VVFLLoqVXH98jxVNHy_EBs6gciCmjazr8zHDDqmvZn29MsaD34UCA2F/s1600/al+19+gennaio+2015+757.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr85vKJyKVNgU7zZrEOC9sDDJqwmZ4H5HDef0bdExqBv8BZ7BIK2dNr6klzOG3DqiAvkjpkYcBUBwTr0izh6Dq4VVFLLoqVXH98jxVNHy_EBs6gciCmjazr8zHDDqmvZn29MsaD34UCA2F/s1600/al+19+gennaio+2015+757.JPG" height="640" width="480" /></a></div>
<span style="background-color: black; text-align: justify;"><span style="color: orange;">Incanta la "Sala dei Fasti di Ercole", decorata da una grande fontana rustica in mosaico, stucco e concrezioni calcaree, con putti in marmo che gettano acqua in una vasca di giallo antico; la stanza prende il nome dalla decorazione pittorica del soffitto, dove sono rappresentate le fatiche di Ercole e la leggenda della creazione del lago di Vico.</span></span><br />
<span style="background-color: black; text-align: justify;"><span style="color: orange;"></span></span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUK99c4ZBHNRa01yP4zOBmCD8Vt1F0DEu8iB8GniggsnVodf9uwX0jAnnVzXv0lyrjbHcRFvkEGyL5uc48j_OGVbfHZ4p3OQzftB5-NN8TdrLBSIEHhPTwjZNhI8yDJ5o6smS_Nw4HKyPf/s1600/20150116_105439.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUK99c4ZBHNRa01yP4zOBmCD8Vt1F0DEu8iB8GniggsnVodf9uwX0jAnnVzXv0lyrjbHcRFvkEGyL5uc48j_OGVbfHZ4p3OQzftB5-NN8TdrLBSIEHhPTwjZNhI8yDJ5o6smS_Nw4HKyPf/s1600/20150116_105439.jpg" height="480" width="640" /></span></a></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Esaltante la "Sala dei Fasti Farnesiani", uno degli ambienti più ricchi del palazzo, decorato con grandi riquadri affrescati, che celebrano gli avvenimenti di maggior rilievo legati alla figura del Cardinale Alessandro Farnese. Ecco là Alessando, Ottavio Farnese e Carlo V contro i Luterani.Qui c'è Paolo III che nomina il figlio Pier Luigi imperatore dell'esercito pontificio, più oltre è lo stesso pontefice che nomina il nipote Orazio prefetto di Roma. E ancora, Giulio III dona ad Alessandro Farnese il ducato di Parma, mentre Paolo III, nella parete d'ingresso, unisce in matrimonio Ottavio Farnese e Margherita d'Austria. Viene proprio da esclamare, ma che famiglia! E non finisce qui.</span></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHGGRp3jXvOKPqnMjCn7NFPJd2c_ko3n7aKrIiMBiPp3jOLGlj77ndgr0h3z9dklJUHP3CC3T39QmXMFL2FIIgxDnFl3Nmlm-dtkJTNw5iRARfTYWVci50oKwvtyk5pf_39lt5qrfqclkk/s1600/al+19+gennaio+2015+815.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHGGRp3jXvOKPqnMjCn7NFPJd2c_ko3n7aKrIiMBiPp3jOLGlj77ndgr0h3z9dklJUHP3CC3T39QmXMFL2FIIgxDnFl3Nmlm-dtkJTNw5iRARfTYWVci50oKwvtyk5pf_39lt5qrfqclkk/s1600/al+19+gennaio+2015+815.JPG" height="300" width="400" /></span></span></a></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"> Nella successiva "Sala del Concilio di Trento", i grandi riquadri, che sembrano ispirarsi al Raffaello delle Stanze Vaticane, illustrano i maggiori episodi del pontificato di Paolo III, tra cui la convocazione del Concilio. Ma qui si fa davvero la storia! Da capogiro la "Camera dell'Aurora", e non è solo un modo di dire. Sarete costretti a stare a lungo con il capo all'insù, per ammirare sulla volta l'Allegoria della Notte. </span></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWfiokPOI3AGT_hFwjZz6Z4PUFnDDChWM3lgB4FbB9uPrEIoewiL_0UhkIvbmxsBKmRfC7wIJ5Stk3lPLUDHnKP5ydKS3Mjsc3MiuoHVF2suEgNpWcfbR1xeqCveTs05oMAplvrObWpZOv/s1600/al+19+gennaio+2015+897.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWfiokPOI3AGT_hFwjZz6Z4PUFnDDChWM3lgB4FbB9uPrEIoewiL_0UhkIvbmxsBKmRfC7wIJ5Stk3lPLUDHnKP5ydKS3Mjsc3MiuoHVF2suEgNpWcfbR1xeqCveTs05oMAplvrObWpZOv/s1600/al+19+gennaio+2015+897.JPG" height="480" width="640" /></span></a></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Nella "Sala del Mappamondo" l'elemento di maggior rilievo è rappresentato dalle carte geografiche dipinte sulle pareti, con i quattro continenti allora conosciuti. Manca infatti l'Australia che sarebbe stata scoperta solo in seguito. </span></span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiF2e8018kWtWQQ83WG843BIj6nvcdAJvCf9sRk5BUibY_SEQIj_Jz16WCfoGmuHFySxfjBrbkWJwzeL_d1YGYYSgThgV9-kGgKH5WRKVvhZfbAyU_l0CG-2z9IV76BfOZVCYU1b6soietH/s1600/20150116_110646.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiF2e8018kWtWQQ83WG843BIj6nvcdAJvCf9sRk5BUibY_SEQIj_Jz16WCfoGmuHFySxfjBrbkWJwzeL_d1YGYYSgThgV9-kGgKH5WRKVvhZfbAyU_l0CG-2z9IV76BfOZVCYU1b6soietH/s1600/20150116_110646.jpg" height="480" width="640" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Sul soffitto campeggia un grandioso sistema planetario con le costellazioni dello zodiaco. E qui conviene sdraiarsi direttamente a terra, per goderne a pieno della sua straordinarietà, senza arrecare ulteriore nocumento alla cervicale, già provata dal soffitto delle stanze precedenti. </span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibw0a-nfuSwnRyV6OhRRory17x4Q3vBbsXiVkx-bMjjAlettjNzwwU0ABf_12iqnleVTdAAei4i81LvR149dhi_wTATZtGknjS3_xDFMczpbQy_zHKWLaDaZFISvf3XBPGj82O1UW6I4lv/s1600/IMG-20150116-WA0013.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibw0a-nfuSwnRyV6OhRRory17x4Q3vBbsXiVkx-bMjjAlettjNzwwU0ABf_12iqnleVTdAAei4i81LvR149dhi_wTATZtGknjS3_xDFMczpbQy_zHKWLaDaZFISvf3XBPGj82O1UW6I4lv/s1600/IMG-20150116-WA0013.jpeg" height="386" width="640" /></a></span></span></div>
</div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"> E quando pensate che ormai tutto sia compiuto e che anche la bellezza abbia un limite e un confine, arriverà, imprevisto, a stupirvi il magnifico parco-giardino, che si apre al di là della Camera dei Giudizi. Sulla destra, superato il cancello e attraversato il parco, si raggiunge la prima terrazza del giardino, prospiciente la Palazzina del Piacere. Nomina sunt omina!</span></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoktu5cHcbirPlheoGEJFlB_Dtk6p7mkyWQoKayMYD5IgrPVmP1qLv6TA7E3oRVkiDOxmBRjHMrvhCCf011PgSOYzmF1dCM-OmcLTml4BQp7ybpOg5gR6L2OU8pZ2Jnet9L9DEuXFZNx0T/s1600/al+19+gennaio+2015+1078.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoktu5cHcbirPlheoGEJFlB_Dtk6p7mkyWQoKayMYD5IgrPVmP1qLv6TA7E3oRVkiDOxmBRjHMrvhCCf011PgSOYzmF1dCM-OmcLTml4BQp7ybpOg5gR6L2OU8pZ2Jnet9L9DEuXFZNx0T/s1600/al+19+gennaio+2015+1078.JPG" height="300" width="400" /></span></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">L'ingresso a questa zona monumentale è presidiato da due mezze figure sorrette da un piedistallo; al centro la Fontana del Giglio; ai lati si dispongono due padiglioni decorati a mosaico rustico, che preparano l'accesso ad una scala divisa da una catena d'acqua, detta dei Delfini, terminante in una grande conchiglia. Nella seconda terrazza si innalza mestosa la Fontana dei Fiumi, con due giganti che simboleggiano il Tigri e l'Eufrate. Ai lati, due rampe simmetriche conducono al piano, circondato da 28 statue di Cariatidi, che sembrano abbracciare la Palazzina del Piacere, elegante costruzione con cortile e loggia, decorate con pregevoli affreschi.</span></span></div>
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</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">A questo punto conviene sedersi sui gradini della Palazzina e immaginare un fresca serata di primavera, con il parco illuminato da centinaia di torce e candele e come sottofondo il gorgoglìo dell'acqua che fuoriesce dalle cannelle...</span></span></div>
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<span style="color: orange;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoG4RcAhuvbwcg9fkbdqIWNmNUjBpst5sqxjqhhyphenhyphen5dLijFV0wde2BoGZh5rHUYF-6rZBVIdLC63YKCQ0lRSgylRX5WACkUx1AeygdcMt_Bx5kA1Ej3x_C9SkcHBOPaq6w_JCrXylWG0cjf/s1600/al+19+gennaio+2015+657.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoG4RcAhuvbwcg9fkbdqIWNmNUjBpst5sqxjqhhyphenhyphen5dLijFV0wde2BoGZh5rHUYF-6rZBVIdLC63YKCQ0lRSgylRX5WACkUx1AeygdcMt_Bx5kA1Ej3x_C9SkcHBOPaq6w_JCrXylWG0cjf/s1600/al+19+gennaio+2015+657.JPG" height="640" width="502" /></a></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGV2egWWWzfcvVSdbVvsnXRw-UQZrm1bWu0FdSW34cRk-yuFGkjhBOAl3EzjAuYqDyx1EqDDdfZGrOr6vVRlZM5BErMbaCpHCMankTVnScNyDBJp8yTmwTPCEq86ZkzWpFdvd2Re8PjfRm/s1600/IMG-20150116-WA0025.jpeg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"></span></a></div>
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Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-39372331018423246952015-02-02T03:10:00.000-08:002015-02-02T04:05:31.086-08:00E' quello di Fabricio il ponte più antico del mondo?!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSKeLkGTJ_ymFsIPTJcRGiP-S10_S6DNzuTTv37EEjdqD7f-XF8SZAtYCjov0qRAuIA4m0HMr2CxzSwE0g1fciXollp88DWZGZCWid7Z0pjJcQqIBtOHsg9_FK-91TnUtEKdF2VcKNF1L-/s1600/al+29+01+2015+124.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSKeLkGTJ_ymFsIPTJcRGiP-S10_S6DNzuTTv37EEjdqD7f-XF8SZAtYCjov0qRAuIA4m0HMr2CxzSwE0g1fciXollp88DWZGZCWid7Z0pjJcQqIBtOHsg9_FK-91TnUtEKdF2VcKNF1L-/s1600/al+29+01+2015+124.JPG" height="480" width="640" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">Vi siete mai chiesti qual'è il ponte più antico di Roma?! Di solito si fa riferimento al Ponte Milvio, che esisteva già nel II sec. a.C.. In realtà le fonti ci tramandano che il primo ponte costruito per collegare le sponde del Tevere fu il Sublicio, il cui rifacimento in legno risalirebbe all'epoca di Anco Marzio, sul finire del VII sec. a.C. Furono proprio le travi in legno usate, dette <i>sublicae, </i>a dargli il nome. Bisogna considerare </span><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">però che tali opere concepite in origine in legno, furono fatte più volte ricostruire, in tutto o in parte. Ponte Milvio , per esempio, fu fatto parzialmente saltare da Garibaldi, nel 1849, per ostacolare l'avanzata delle truppe francesi.</span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaOw52rSllj5YlFRTkcP8TaKpCiSOf_HxXcrXi0IfI-UlRuVKNQmcieJZASGZGK7QP-EB4FnMY8pISLsR6QIW5I6MfMoF7h3FbpKbUFmSGIBX9Vbe2LzopAcLY8utLm3m4aa4vw7j8E6gY/s1600/fa3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaOw52rSllj5YlFRTkcP8TaKpCiSOf_HxXcrXi0IfI-UlRuVKNQmcieJZASGZGK7QP-EB4FnMY8pISLsR6QIW5I6MfMoF7h3FbpKbUFmSGIBX9Vbe2LzopAcLY8utLm3m4aa4vw7j8E6gY/s1600/fa3.jpg" height="179" width="320" /></span></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">Il ponte Fabricio invece, che è uno dei due ponti che collegano Roma con l'isola Tiberina, esiste, ma sopratutto "resiste", integro, da più di 2000 anni. Fu edificato nel 62 a.C., al posto di uno precedente in legno. Si può ben dire, quindi, che fra i ponti che si sono mantenuti nella loro struttura originaria, è il più antico di Roma e forse del mondo! </span><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">Il ponte Fabricio deve il suo nome a Lucio Fabricio, il curatore romano delle strade, il cui nome ancora campeggia sulle arcate. </span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: orange;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6qfa5bDzd1Md6Yj-IiWY4flHedvya7DGG0v40-tMaJ0b6Ys7tPQFRa7Hd55GwlLeI4wOQ4h5wSUdqjU0m2_UxdlDoSOpB34_s8kwuwD6DGfnKqm7LmEKc24C45PI6nprS3tVkvxoNTkgy/s1600/al+29+01+2015+163.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6qfa5bDzd1Md6Yj-IiWY4flHedvya7DGG0v40-tMaJ0b6Ys7tPQFRa7Hd55GwlLeI4wOQ4h5wSUdqjU0m2_UxdlDoSOpB34_s8kwuwD6DGfnKqm7LmEKc24C45PI6nprS3tVkvxoNTkgy/s1600/al+29+01+2015+163.JPG" height="300" width="400" /></a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: orange;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">Bisogna sapere che l'attraversamento del Tevere, fino in tempi relativamente recenti, non era cosa così banale come oggi: i ponti non erano molti, e le piene ricorrenti del fiume mettevano a dura prova la stabilità di quei pochi. </span><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">La gestione e il mantenimento dei ponti era quindi un compito di vitale importanza strategica e coloro che se ne occupavano, nella Roma antica, erano personalità illustri e rispettatissime. Essi si investivano spesso anche di un potere sacro e operavano le ritualità necessarie ad ottenere il favore degli dèi. Oggi ne abbiamo traccia nella stessa parola "pontefice", che deriverebbe da <i>pontem facere</i>: il pontefice era il "costruttore di ponti"! </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: orange;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLSsf8gSGPJyQNXSL7oPDWoQ7jWXcsMK67Gce80vkShALT0sEr0xfre_TXMuQ_g_5RURoTKcDS7L_UGJ1Wf7wItVYgaO2eYYIk2O_JWlhPACSOsj4KWDAu0ndyb55R8rzTw-Tk9agdOCmD/s1600/al+29+01+2015+155.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLSsf8gSGPJyQNXSL7oPDWoQ7jWXcsMK67Gce80vkShALT0sEr0xfre_TXMuQ_g_5RURoTKcDS7L_UGJ1Wf7wItVYgaO2eYYIk2O_JWlhPACSOsj4KWDAu0ndyb55R8rzTw-Tk9agdOCmD/s1600/al+29+01+2015+155.JPG" height="480" width="640" /></a></span></span></div>
<span style="color: orange;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: orange;"><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">Niente di più ovvio perciò che il Fabricio abbia voluto con tanta enfasi tramandare ai posteri il suo impegno per la costruzione dell'opera, facendo apporre, su entrambi i lati delle due arcate principali, quattro iscrizioni con lo stesso testo, </span><i style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">L(ucius) Fabricius C(ai) f(ilius), </i><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">che, in qualità di magistrato responsabile delle strade,</span><i style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;"> cur(ator) viar(um), </i><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">ne curò la costruzione (</span><i style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">faciundum coeravit)</i><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">; lo stesso Fabricio (</span><i style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">eidemque</i><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">) provvide al collaudo della struttura (</span><i style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">probaverit</i><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;">), come ricorda un'altra epigrafe incisa anche in questo caso su entrambi i lati del ponte, al di sopra dell'arco di piena;</span></span></div>
<span style="color: orange;">
<span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8tWLBLqOWfuNpcqQS2my28IVI2zO1Rky3FB1Dqa4GW3jLYZqmXc8Fm9qFboK4pTlZHPWEWdl-9D-IxzqO9qIYJMMK1yJhvUt2zKLrPxu2WF8p29HPwaad3p_HhloMPWpj8Liy_-n7r9T8/s1600/fa2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8tWLBLqOWfuNpcqQS2my28IVI2zO1Rky3FB1Dqa4GW3jLYZqmXc8Fm9qFboK4pTlZHPWEWdl-9D-IxzqO9qIYJMMK1yJhvUt2zKLrPxu2WF8p29HPwaad3p_HhloMPWpj8Liy_-n7r9T8/s1600/fa2.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;">in seguito, dopo le piene degli anni 23 e 22 a.C., e i conseguenti restauri, furono aggiunte sull'arcata più vicina alla sponda del Tevere, altre due iscrizioni, al di sotto delle precedenti, con i nomi dei consoli in carica nel 21 a.C., Quinto Lepido e Marco Lollio, che, per decisione del senato, <i>ex s(enatus) c(onsulto)</i>, ripeterono il collaudo (<i>probaverunt)</i>. </span><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;">Per i romani il ponte Fabricio è anche noto come il "ponte quattro capi", e questo a causa di una leggenda, che vale la pena raccontare. </span><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;">Si dice che verso la fine del 1500, quando Sisto V decise di far restaurare il nostro ponte, assegnò tale compito a quattro architetti.</span></div>
</span><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDqDfeA1l_gLM8vGUwdipttG5uOL0JAwzGQ4wa8jiBFSB_pBVAArXmlpJOhPlpPA6Yi7JtMKET3xG_bZHqhFZxSR9EOxpY1WFYXsaPj1DIbLTEXUI9L-KWoGNMTHLtn_T0gNOCm-El6Lgx/s1600/al+29+01+2015+190.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDqDfeA1l_gLM8vGUwdipttG5uOL0JAwzGQ4wa8jiBFSB_pBVAArXmlpJOhPlpPA6Yi7JtMKET3xG_bZHqhFZxSR9EOxpY1WFYXsaPj1DIbLTEXUI9L-KWoGNMTHLtn_T0gNOCm-El6Lgx/s1600/al+29+01+2015+190.JPG" height="240" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;">Essi, nell'arco del periodo necessario a svolgere l'incarico assegnatogli, diedero prova di grande scandalo a causa dei loro continui litigi per futili motivi e della perenne discordia che li animava. </span><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;">Sisto V </span><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;"> attese pazientemente che i lavori di restauro giungessero al termine, quindi catturò i quattro architetti e li fece giustiziare proprio lì, sullo stesso ponte che essi si erano affaccendati a restaurare. </span><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;">A titolo di monito, secondo la leggenda, Sisto V fece collocare sul ponte Fabricio due sculture, che rappresentano i volti dei quattro architetti, sculture che sono ancora oggi visibili. </span><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif;">Ciascuna delle 4 teste rivolta sdegnosamente le spalle alle altre tre, nonostante facciano parte di un'unica statua: e così quegli architetti che in discordia sono stati nella vita, ora sono condannati per l'eternità a condividere lo stesso spazio! Si tratta nella realtà di due bellissime erme, forse in origine realizzate in Grecia, databili al IV sec. a.C. e probabilmente destinate a decorare l'ingresso di un qualche contesto sacro dell'antica Roma. Ogni erma presenta alcune delle teste con i tratti cancellati. Un'ipotesi suggestiva è che durante i riti di culto i devoti ne accarezzassero il volto, atto che doveva essere evidentemente considerato di buon augurio. Per la serie "non è vero ma ci credo", passando sul ponte, io una toccatina gliela darei!</span></div>
</span><span style="font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.600000381469727px;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8ppc1Gz9LB5qq32hMdK1AVQnJw24fIaIMi2K6UmKEdqNi_C83PBXcRuBjlv2r-FOaelD89K6RY9k4S2ZSbsTNNorgQAS1BL7pJ2oUjjgQhkpOYdoUpERzm6K2dhfQl5cMsHmmAL6PAUFm/s1600/al+29+01+2015+173.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8ppc1Gz9LB5qq32hMdK1AVQnJw24fIaIMi2K6UmKEdqNi_C83PBXcRuBjlv2r-FOaelD89K6RY9k4S2ZSbsTNNorgQAS1BL7pJ2oUjjgQhkpOYdoUpERzm6K2dhfQl5cMsHmmAL6PAUFm/s1600/al+29+01+2015+173.JPG" height="480" width="640" /></a></div>
</span></span>Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-18824103490445154732015-02-02T01:05:00.001-08:002015-02-02T13:57:38.904-08:00Mai toccare le spoglie di un martire! Vi costerà una Badia!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwAb-b0aTEFnjJlrBxXzweZaqA2unW3esUzT4VQH6mSykl8jQPTTsffw4O7TJ6ohx1aJeENKldd9dZVoYqCzjJ7b-fg9NDHHd2YLqoVG-9Q-zbJ6-IdjEB5__H77hJfgLrGH6AAizq-7ob/s1600/abba2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwAb-b0aTEFnjJlrBxXzweZaqA2unW3esUzT4VQH6mSykl8jQPTTsffw4O7TJ6ohx1aJeENKldd9dZVoYqCzjJ7b-fg9NDHHd2YLqoVG-9Q-zbJ6-IdjEB5__H77hJfgLrGH6AAizq-7ob/s1600/abba2.jpg" height="400" width="367" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">L’Abbazia dei Santi Severo e Martirio, comunemente denominata “la Badia”, si trova in prossimità di Orvieto. Venne costruita, alla fine del VI secolo, intorno alla primitiva Chiesa di San Silvestro per volontà della nobile longobarda Rotruda. La leggenda narra che, alla sua morte, il corpo di San Severo venne condotto a Orvieto e che Rotruda, intenzionata a impossessarsene, toccò il feretro. La sua mano vi rimase imprigionata e, per liberarla, dovette promettere la fondazione dell’abbazia e una degna sepoltura alle spoglie di San Severo Monaco, a cui vennero successivamente affiancate quelle del suo discepolo, San Martirio. Il riferimento è una data scolpita sul capitello a sinistra presso l’altare maggiore. </span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_wL3i9r91L_Yk6XXlrAe7FyDE88TWDWzP0RnEWJXa1mDnCqAkmODWjiJslZ37zwSAnHYYpUyE4wkMkfoTqiODlMT6p3Nw7HLfb0grZHyloU6h9eOw0RZh8PWVsFcQSuTyk86hf1NT6yHl/s1600/abba.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_wL3i9r91L_Yk6XXlrAe7FyDE88TWDWzP0RnEWJXa1mDnCqAkmODWjiJslZ37zwSAnHYYpUyE4wkMkfoTqiODlMT6p3Nw7HLfb0grZHyloU6h9eOw0RZh8PWVsFcQSuTyk86hf1NT6yHl/s1600/abba.jpg" height="426" width="640" /></span></a></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Storicamente il complesso
monastico, di origine alto medioevale (VII-VIII secolo), appartenne all’Ordine
di San Benedetto fino al 1221, anno in cui i benedettini furono allontanati da
Orvieto da papa Onorio III per essersi ribellati al vescovo della città. Dopo
il 1226 nel complesso si insediarono i premostratensi. </span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjWjOtKL17nDvecnftTf_dEsJ1RgIzYA6N816dUrUf2Bdm7xIXkYy9wKYPRJOtNkzUnfYePzyWty2KNNLqSJFOVuJJoF9uqxv0i3oGuEdTQNQCxx3_1sKr1RBKCJMbIXPnXcqBJsSwzAPd/s1600/abba3.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjWjOtKL17nDvecnftTf_dEsJ1RgIzYA6N816dUrUf2Bdm7xIXkYy9wKYPRJOtNkzUnfYePzyWty2KNNLqSJFOVuJJoF9uqxv0i3oGuEdTQNQCxx3_1sKr1RBKCJMbIXPnXcqBJsSwzAPd/s1600/abba3.jpg" height="256" width="400" /></span></span></a></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Furono loro ad
aggiungere un grande refettorio, il chiostro e l’aula capitolare alla struttura
originaria, che comprendeva la chiesa, la torre dodecagonale e il monastero, e
a dare al complesso la struttura architettonica attuale, organizzata intorno a
due diversi cortili.La contessa Matilde, che arricchì l’istituzione di beni e
privilegi, fece costruire nel 1103 la torre campanaria poligonale alla quale,
nel XIII secolo, fu aggiunto un secondo corpo posto sopra il livello delle
finestre. Nel XV secolo papa Martino V sostituì i monaci premostratensi con gli
olivetani.Successivamente, nel 1442, Eugenio IV concesse l’abbazia in commenda
al cardinale Barbo.L’Abbazia è molto affascinante sia per la sua maestosità che
per la bellezza delle sue architetture, nonchè la raffinatezza dei pavimenti
cosmateschi di straordinaria fattura.Non lasciatevi stoppare dall'insegna che
indica l'hotel e il ristorante: oggi trasformata in un'elegante struttura
ricettiva di qualità, la Badia si può infatti visitare liberamente nella parte
che non è stata adibita a servizi, che comprende l'antica torre e diverse
evidenze dell'antico complesso medievale.</span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggoSW1Jdg3jXVzIu02jnkQRSstFDC56_FQfdFzUXobN8PZ6QV7SzBKRfOSunbJ3Wdz389Md0f2URN3t-h5Auqqqq2S3lc9lTWM0mnuAiF9MOfFyP6pgp-Irm6ztTC82L1EaZiA89mBGTsb/s1600/abba3.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggoSW1Jdg3jXVzIu02jnkQRSstFDC56_FQfdFzUXobN8PZ6QV7SzBKRfOSunbJ3Wdz389Md0f2URN3t-h5Auqqqq2S3lc9lTWM0mnuAiF9MOfFyP6pgp-Irm6ztTC82L1EaZiA89mBGTsb/s1600/abba3.jpg" height="424" width="640" /></span></a></div>
</div>
<br />
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-53064307094942728422015-02-01T15:23:00.000-08:002015-02-01T15:23:12.459-08:00Tutti gli uomini di Giulia!<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDsb6Y9TOcK-kEh0okZzNZw6-0onk2hfzO1uWW2_JK0PsJcqIYTsjDaNwip_NR6uJBCQYTG0-_uYd4eC0ctFPUqTDyFtAxCP18aEL6Wi1quNkTrzHfrFjJzB62853yraDNQgTxw9mIX4MR/s1600/Busto+di+augusto+roma+museo+capitolini+sala+degli+imperatori.gif" imageanchor="1" style="background-color: black; clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDsb6Y9TOcK-kEh0okZzNZw6-0onk2hfzO1uWW2_JK0PsJcqIYTsjDaNwip_NR6uJBCQYTG0-_uYd4eC0ctFPUqTDyFtAxCP18aEL6Wi1quNkTrzHfrFjJzB62853yraDNQgTxw9mIX4MR/s1600/Busto+di+augusto+roma+museo+capitolini+sala+degli+imperatori.gif" height="400" width="300" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Ritratto di Augusto, Musei Capitolini, Roma</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Nata dall'unione tra Augusto e Scribonia, Giulia Maggiore fu un personaggio chiave negli anni del nascente impero. Fu l'unica figlia di sangue di Augusto e della sua seconda moglie, ripudiata, secondo le fonti, proprio nel giorno della nascita della figlia. E se il buongiorno si vede dal mattino! Fin da giovanissima, Giulia divenne una pedina fondamentale nelle strategie matrimoniali del padre, con l'impero, infatti, all'elemento femminile della <i>domus Augusta</i> fu attribuito un essenziale ruolo dinastico. Racconta lo scrittore latino Macrobio che Augusto avrebbe confidato ad alcuni amici di avere due figlie <i>delicatae</i>, che amava molto e di cui si doveva occupare, la <i>res publica</i> e Giulia.</span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoFJOxZEHt3Lj1YtBqm-clww5TyrtWXB6irV2f-LhDgDAliUfs_Rq45CbnNA3G7-RsHSwZ2w8KSnOtA77J9VjqL_9QOqY-2EzZR5h09c_UAvA0xuP0ZOM1gIe0ycVBjERjsadN6TW1uuWk/s1600/Ritratto+di+Marco+Claudio+Marcello,+Musei+Capitolini,+Sala+del+Galata,+Palazzo+Nuovo+Roma.JPG" imageanchor="1" style="background-color: black; clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoFJOxZEHt3Lj1YtBqm-clww5TyrtWXB6irV2f-LhDgDAliUfs_Rq45CbnNA3G7-RsHSwZ2w8KSnOtA77J9VjqL_9QOqY-2EzZR5h09c_UAvA0xuP0ZOM1gIe0ycVBjERjsadN6TW1uuWk/s1600/Ritratto+di+Marco+Claudio+Marcello,+Musei+Capitolini,+Sala+del+Galata,+Palazzo+Nuovo+Roma.JPG" height="400" width="292" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Ritratto di Marcello, Musei Capitolini, Roma</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">La poverina dovette assai presto iniziare la sua interminabile serie di legami non proprio sentimentali. Nel 37 a.C., quando Antonio e Ottaviano si erano riavvicinati con l'accordo di Taranto, furono fidanzati i rispettivi figli, Marco Antonio Antillo e Giulia appunto, che aveva appena due anni! </span></span><span style="background-color: black; color: orange;">Con il tempo le cose non migliorarono. Il primo designato da Augusto alla propria successione fu il figlio di primo letto della sorella Ottavia, Marco Claudio Marcello. Tale scelta dinastica fu sottolineata e rafforzata anche dal matrimonio tra i due cugini, celebrato nel 25 a.C. A giudicare dai ritratti che ci sono giunti del giovane e aitante Marcello, questa volta a Giulia non era andata proprio male. Ma non durò a lungo. Marcello, morì, prematuramente nel 23 a.C., senza lasciare figli. Fu allora la volta di Marco Vipsanio Agrippa, che Giulia sposò alla fine del 21 a.C. Fedele collaboratore del padre, più anziano di lei, ma ancora molto "attivo": nei dieci anni scarsi di matrimonio con Agrippa nacquero ben cinque figli! Tre maschi, Caio Cesare, Lucio Cesare e Agrippa Postumo, e due femmine, Giulia Minore e Agrippina Maggiore. </span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy_FR7f2z5YxJPyRYJGC6Wo_6P9X8UNqIT0ae3eUrKd0SvoazDUd74Nga_9G-CTv8taXE1YF1yDK26s5G5CQBmW9aIssCsecfgpML1u-iScE5q8y5Z5qBd5oXjLExNuIfmLJlwJca_W43q/s1600/ara.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy_FR7f2z5YxJPyRYJGC6Wo_6P9X8UNqIT0ae3eUrKd0SvoazDUd74Nga_9G-CTv8taXE1YF1yDK26s5G5CQBmW9aIssCsecfgpML1u-iScE5q8y5Z5qBd5oXjLExNuIfmLJlwJca_W43q/s1600/ara.jpg" height="331" width="640" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Roma, Ara Pacis. Particolare della scena di processione con al centro Agrippa ( <i>velato capite</i>) il piccolo Caio e Giulia</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Dopo la morte di Agrippa, nel 12 a.C., Giulia fu costretta a sposare un riluttante Tiberio, a sua volta obbligato a divorziare dall'amata moglie Vipsania Agrippina, figlia di primo letto dello stesso Agrippa. Altro che Beautiful! Comunque in breve tempo i rapporti tra i due divennero a tal punto conflittuali che Tiberio decise di ritirasi a Rodi. </span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvyoY-cXlCy5Qxkm6EzleixXStziAXlSAYOX56YUTE_U6Wq8CJNkdCcIZUT-JFQ8kRT3HtVoMOQgJ6vBuDJht9iSAjnWZfxyVkjawyjMqSspf-knql5_a_3o-us7znC-z9uwOTVSlFY6XX/s1600/tiberio+busto+museo+archeologico+regionale+palermo.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvyoY-cXlCy5Qxkm6EzleixXStziAXlSAYOX56YUTE_U6Wq8CJNkdCcIZUT-JFQ8kRT3HtVoMOQgJ6vBuDJht9iSAjnWZfxyVkjawyjMqSspf-knql5_a_3o-us7znC-z9uwOTVSlFY6XX/s1600/tiberio+busto+museo+archeologico+regionale+palermo.jpg" height="320" width="245" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Busto di Tiberio, Museo Archeologico, </span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Ed ecco la ciliegina sulla torta: nel 2 a.C. Giulia viene incriminata per il suo stile di vita scandaloso, in un pubblico processo che si svolse in senato. Sostenne l'accusa nientepopodimenoché il suo stesso padre, con una dura lettera inviata al senato. Tra i capi di imputazione c'erano quelli di condurre una vita sregolata, sfrenata da un punto di vista sessuale e di avere incoronato con fiori la statua di Marsia nel Foro, simbolo delle libertà cittadine. Direi che oggi le avrebbero dato tutte le attenuanti! Sicuramente dietro queste infamanti accuse c'era il solito motivo politico. Pare che Giulia appoggiasse una rinata fazione antoniniana, che si ispirava alla politica di Cesare, decisa ad imprimere alla monarchia una svolta più autocratica, fondata sul modello ellenistico orientale, basata sul consenso del popolo e dei militari. Mentre Tiberio, sostenuto da Augusto, era visto come l'esponente filosenatorio e quindi conservatore e tradizionalista.</span></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTwayicHQblBrCqGKsfQnKFQ5ppEvzq732_qDhgjsNneH0F9mL_y65w_Fwt5U-oKWOxmhuuEkDRw30EzGhUDt_PihxmuuSPuXdrkk35hLQIM_eZtkNxpkopTdaryNn2coRjbqiKYMY6FQf/s1600/Rappresentazione+di+Giulia+in+esilio+a+Ventotene,%5B1%5D+da+un+dipinto+di+Pavel+Svedomsky..jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTwayicHQblBrCqGKsfQnKFQ5ppEvzq732_qDhgjsNneH0F9mL_y65w_Fwt5U-oKWOxmhuuEkDRw30EzGhUDt_PihxmuuSPuXdrkk35hLQIM_eZtkNxpkopTdaryNn2coRjbqiKYMY6FQf/s1600/Rappresentazione+di+Giulia+in+esilio+a+Ventotene,%5B1%5D+da+un+dipinto+di+Pavel+Svedomsky..jpg" height="400" width="188" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Giulia in esilio, Pavel Svedomsky</span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">E' importante sottolineare che Giulia fu accusata di essere l'amante di Iullo Antonio, figlio di Fulvia e Antonio, allevato, dopo la morte del padre, da Ottavia, sorella di Augusto e vedova di Antonio. Questi antichi romani davvero non si annoiavano! Alla fine Giulia fu giudicata colpevole di adulterio, e relegata <i style="text-align: justify;">in insulam</i><span style="text-align: justify;"> ( fu mandata a </span><i style="text-align: justify;">Pandataria </i><span style="text-align: justify;">, oggi Ventotene) sulla base della legislazione fortemente voluta da Augusto in materia di diritto familiare, la </span><i style="text-align: justify;">lex Iulia de adulteriis coercendis, </i><span style="text-align: justify;">fatta approvare poco prima. Fu accompagnata dalla madre Scribonia, che volle condividerne l'esilio. Iullo Antonio venne giustiziato. Il nome di Giulia Maggiore fu cancellato dalle dediche poste a Roma, in Italia e in tutte le provincie dell'impero, cioè subì quella che viene definita </span><i style="text-align: justify;">damnatio memoriae,</i><span style="text-align: justify;"> tanto che oggi abbiamo rarissime effigi che la ritraggono. Un documento eccezionale è rappresentato dai rilievi dell'Ara Pacis, dove nella processione di dedica dell'altare, alla quale partecipano i membri più importanti della famiglia imperiale, lei è rappresentata al seguito del marito Agrippa, e tra loro il piccolo Caio Cesare. Un ritratto dolce e sereno che stride con le vicende pubbliche e private della figlia del più grande imperatore della storia di Roma.</span></span></span></div>
Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-48429882037840418872015-02-01T10:27:00.001-08:002015-02-02T13:53:54.026-08:00Lo sapevate che la prima Chiesa di Roma fu edificata per vendetta?! La storia dei Castra Nova.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs6US1xPsUFilFgbIhEKffAgv-qhMihtMc_6gtMMuxXrIIHaNZjPjTNUJYKThAjjL69qncHtAVg0Uoe9Oopc9lsjBnKpkG1q8661T4fmMZjzhd_w3uULRpQoEvXjjdRgf7EKli0a51CePg/s1600/castra+nova.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgs6US1xPsUFilFgbIhEKffAgv-qhMihtMc_6gtMMuxXrIIHaNZjPjTNUJYKThAjjL69qncHtAVg0Uoe9Oopc9lsjBnKpkG1q8661T4fmMZjzhd_w3uULRpQoEvXjjdRgf7EKli0a51CePg/s1600/castra+nova.jpg" height="400" width="300" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;">Per raccontare la storia dei sotterranei della Basilica di San Giovanni in Laterano, occorre fare un salto indietro nel tempo, a quando l’area del Laterano era stata scelta dall’imperatore Settimio Severo (II-III secolo d.C.) per erigere i suoi «Castra nova equitum singularium», ossia la caserma dei cavalieri scelti. Il nuovo accampamento si rese necessario a seguito dall'aumento delle dimensioni della guardia di cavalleria, passata da 1500 a 2000 unità. </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;">Dai sotterranei dell’area della basilica riaffiora oggi un complesso monumentale di oltre cinquemila metri quadrati, in cui sono stati identificati addirittura i «principia» dell'accampamento, ossia la palazzina di comando della caserma, ma anche l’«aedes principiorum», cioè il sacrario delle insegne e delle bandiere col suo apparato decorativo. Si è potuto ricostruire, così, l’intero complesso militare, compreso il collegamento strategico con l’impianto termale sotto il Battistero.</span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;">Ne viene fuori, una delle caserme più imponenti dell’impero che ospitava almeno un migliaio di soldati.</span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="color: orange; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqdYPpMjmz4PX3E20l9EuJMQLnogSx3NHwv6KVaOG3SdrUfLl_FHjkttRnyVHp6ALejJMwAU8BuGKlax9R36g9ZTdw-cfbdCCUPRIYQj5iwythkECylDIrY072HD0nzgICV3j1ju1nZct9/s1600/castranova2.jpg" height="480" width="640" /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">La scoperta archeologica è frutto di un lavoro d’équipe italo-inglese, formata da Paolo Liverani, Ian Haynes, Salvatore Piro e Giandomenico Spinola, forte della sinergia con l’Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturale del Cnr e i Musei Vaticani. <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;"> Le indagini effettuate hanno rivelato che la caserma era molto più vasta della Basilica. Si estendeva dalla linea delle Mura Aureliane fino allo spazio del Palazzo Lateranense. Gli alloggiamenti dei soldati si articolavano su due piani. Oltre la cabina di comando si apriva la piazza d’armi per le esercitazioni. Le terme sotto il Battistero, dell’epoca di Settimio Severo, erano di servizio per la caserma.</span></span></span></div>
<span style="background-color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;"><span style="color: orange;"></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="background-color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;"><span style="color: orange;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhd6o1LgJCuVdnIxJTF-OH3JF_izVkZ348VilHnEjp_Tc9nFYgoCJqeH1SVoU39e_6lcRmpgXOZfNA0rB98Hos5sGilVnBEIvUJ8wZ_DfdvUXpo_nBDjWAHBZ69h4Ra15SxqFJ1lkFcpWaY/s1600/castranova5.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhd6o1LgJCuVdnIxJTF-OH3JF_izVkZ348VilHnEjp_Tc9nFYgoCJqeH1SVoU39e_6lcRmpgXOZfNA0rB98Hos5sGilVnBEIvUJ8wZ_DfdvUXpo_nBDjWAHBZ69h4Ra15SxqFJ1lkFcpWaY/s1600/castranova5.jpg" height="300" width="400" /></a></span></span></div>
<span style="background-color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;"><span style="color: orange;">
</span></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;"><span style="color: orange;">La zona su cui venne edificata la caserma era precedentemente occupata da case private (domus Lateranorum).Tra le testimonianze più antiche del complesso sotterraneo, infatti, si segnala la presenza di un caseggiato del I sec. d.C. Si ritiene che fosse proprietà della nobile e potente famiglia dei Laterani. Un suo esponente, Sesto Laterano, partecipò, senza successo, alla congiura dei Pisoni, ordita contro Nerone, e subì per questo la condanna a morte e la confisca dei beni da parte dell'imperatore.</span></span></div>
<span style="background-color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;"><span style="color: orange;">
</span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="background-color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;"><span style="color: orange;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGek7-AKWTmcesGb5UzbgpTOgSsMsapA4GygF6fXYfWtR3fMlGH0HmdGGv_7wsoJub2ZeDnuKD1uwdmsOPiezGgbeqniMqhqvWor3cgfRDyi6hGhLhDMZXc9iLo0iQLc7X9mdsl0A0Ieow/s1600/castranova4.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGek7-AKWTmcesGb5UzbgpTOgSsMsapA4GygF6fXYfWtR3fMlGH0HmdGGv_7wsoJub2ZeDnuKD1uwdmsOPiezGgbeqniMqhqvWor3cgfRDyi6hGhLhDMZXc9iLo0iQLc7X9mdsl0A0Ieow/s1600/castranova4.jpg" height="480" width="640" /></a></span></span></div>
<span style="background-color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;"><span style="color: orange;">
</span></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;"><span style="color: orange;"><br /></span></span>
<span style="background-color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;"><span style="color: orange;"><br /></span></span><br />
<span style="background-color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;"><span style="color: orange;"><br /></span></span>
<span style="background-color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;"><span style="color: orange;"><br /></span></span>
<span style="background-color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;"><span style="color: orange;"><br /></span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcKVAm1mR_rQ2hNRuHJb9GLQyyYjp6PPkj1cJgleI4S4-O3jt3NBwHJTg2qjkevCEFWM5f6QS9O_4DcYJnC1lsfQfJPl7TdS51FJKyYhWLJCwfeyceTP421lOKgijmbXzcZ-87UnqD4O8w/s1600/castranova6.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcKVAm1mR_rQ2hNRuHJb9GLQyyYjp6PPkj1cJgleI4S4-O3jt3NBwHJTg2qjkevCEFWM5f6QS9O_4DcYJnC1lsfQfJPl7TdS51FJKyYhWLJCwfeyceTP421lOKgijmbXzcZ-87UnqD4O8w/s1600/castranova6.jpg" height="400" width="300" /></a></div>
<span style="background-color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;"><span style="color: orange;">Successivamente i terreni confiscati furono restituiti ai Laterani da Settimio Severo, che vi aveva eretto, appunto, nei pressi i Castra Nova.Quando l'imperatore Costantino sposò nel 307 la sua seconda moglie, Fausta, sorella di Massenzio, i terreni dei Laterani vennero, per dote, in suo possesso. Dopo la Battaglia di Ponte Milvio (312 d.C), in cui le truppe di Costantino sconfissero quelle di Massenzio, con il quale si era schierato anche il corpo di guardia imperiale a cavallo, per rappresaglia la caserma venne rasa al suolo. </span></span><span style="background-color: black; color: orange; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;">Successivamente alla promulgazione dell'Editto di Milano, del 313 d.C., Costantino donò il terreno, ormai libero, al papa e lui stesso vi fece erigere la prima basilica cristiana a Roma, dedicandola al Salvatore, che solo in seguito sarà dedicata anche a San Giovanni. San Giovanni in Laterano, con il suo titolo di Sacrosanta Cattedrale Papale Arcibasilica Maggiore del Santissimo Salvatore, e non San Pietro, che è "solo" una basilica cimiteriale, è madre e capo di tutte le chiese della Città e del Mondo!</span></div>
<span style="background-color: black; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 20px;"><span style="color: orange;">
</span></span>
<br />
<ol data-ved="0CIYBEP8X" style="border: 0px; font-family: arial, sans-serif; line-height: 16.1200008392334px; margin: 0px; padding: 0px;">
<li class="_DJe mod" data-md="50" data-ved="0CJYBEJApMBE" style="border: 0px; clear: none; line-height: 1.24; list-style: none; margin: 0px; padding: 0px 15px;"><div class="_cgc kno-fb-ctx" data-hveid="151" data-ved="0CJcBEM4gKAAwEQ" style="margin: 10px 0px 13px; overflow: hidden;">
<div class="kno-rdesc" style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
</li>
</ol>
Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-11296503217832578982015-02-01T06:33:00.001-08:002015-02-01T16:45:37.788-08:00Il Teatro di Marcello<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6iF8liEBP0XurwWWdBLqjYXc1qFk-8-tEUuZ3AKBZFkSyNNLN6hhNiaeIvl-A9fQpVuPKFmzrFfNyQVSgsQf66W7RSPNfhF-9EbMBf5U6VjYMG4QzHPNP_p-j7xfJq6ftBrSACaNLmCcI/s1600/marce2.png" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6iF8liEBP0XurwWWdBLqjYXc1qFk-8-tEUuZ3AKBZFkSyNNLN6hhNiaeIvl-A9fQpVuPKFmzrFfNyQVSgsQf66W7RSPNfhF-9EbMBf5U6VjYMG4QzHPNP_p-j7xfJq6ftBrSACaNLmCcI/s1600/marce2.png" height="418" width="640" /></span></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">La
costruzione del Teatro di Marcello, iniziata nel 46 a.C. da Giulio Cesare, fu
portata a termine dall’imperatore Augusto, che volle dedicare l’edificio al
nipote Marco Claudio Marcello, figlio della sorella Ottavia. Sposo di Giulia,
figlia di Augusto, Marcello, che era quindi nipote e genero dell’imperatore,
che vedeva in lui il suo possibile successore, a soli 19 anni (21 a.C.), muore in
circostanze misteriose a Baia. Una sua statua d’oro fu posta nel teatro durante
la fastosa cerimonia di inaugurazione. Il teatro, restaurato prima da
Vespasiano (I sec. d.C.) e poi da Settimio Severo (III sec. d.C.), era
probabilmente ancora in funzione nel V secolo.</span></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXyd7IAzdkIdX4fpIthSA29nvRLBnvb1HP8hyphenhyphen5QtARWHxrfx92_j-IRSCPalxzfyCo22wN0qPMTpnWvLRp1VbUrLw-C9w1N3-J6VmwQFpnbDcwlTJ1V2-_-0t57WKuK61vJlRjWrJPlvhI/s1600/marce15.png" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXyd7IAzdkIdX4fpIthSA29nvRLBnvb1HP8hyphenhyphen5QtARWHxrfx92_j-IRSCPalxzfyCo22wN0qPMTpnWvLRp1VbUrLw-C9w1N3-J6VmwQFpnbDcwlTJ1V2-_-0t57WKuK61vJlRjWrJPlvhI/s1600/marce15.png" height="180" width="320" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Ipotesi ricostruttiva del teatro </span></span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"> Esempio grandioso di
architettura romana, il Teatro di Marcello campeggia ancora tra le costruzioni
dell’attuale situazione urbana, circondato da un’area archeologica, dove si
possono osservare, in deposito sul prato, pregevoli frammenti marmorei, che
rievocano gli antichi fasti.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiffi2U7HyZd1BnJ3JwNJpg_SYWX87ECC9LpJMJ75brs6SomViDtPQ1DIiB9aLLBLx2Yt_7x5vJoHPaOtzxxhF0VsMAxEVKy7d7FaCuetQm2SWu_-8FY9DdkRkRZtZzDuV2n7TQSkH8P3qS/s1600/marce11.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiffi2U7HyZd1BnJ3JwNJpg_SYWX87ECC9LpJMJ75brs6SomViDtPQ1DIiB9aLLBLx2Yt_7x5vJoHPaOtzxxhF0VsMAxEVKy7d7FaCuetQm2SWu_-8FY9DdkRkRZtZzDuV2n7TQSkH8P3qS/s1600/marce11.jpg" height="320" width="279" /></span></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Sono perlopiù resti di fregi che, a dispetto delle
mutilazioni e dell’estraneità al contesto originario, si lasciano comunque
ammirare nella loro incontaminata bellezza. Dei tre teatri stabili del Campo Marzio (gli altri due erano quelli di Statilio Tauro e di Balbo) quello di Marcello è
il meglio conservato e l’unico ancora leggibile nella sua struttura unitaria. Innalzato su una grande platea di calcestruzzo, sotto la quale una palificata
di rovere comprimeva il terreno argilloso, fu costruito con tre ordini
architettonici: dorico, ionico e corinzio. Era stato realizzato secondo i dettami vitruviani con una cavea
semicircolare divisa in settori, orchestra semicircolare, portico in alto a
chiudere la cavea, la scena con le tre porte e fondali. Si calcola una capienza
di circa quattordicimila spettatori.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdecMji7gh9UYitx3pHKmtucmcx7XJ_7c7GrtaNXBLlN5KJwcUCCy1q6otpTYcXp4KIOJvStGU8kgzKX9HF6C7bsAMQ1ZQDyKqYYKTyPUBfF7bJ0Q-xqH8Vgg613TTS4K0FK-yDRmvVAtr/s1600/marce9.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdecMji7gh9UYitx3pHKmtucmcx7XJ_7c7GrtaNXBLlN5KJwcUCCy1q6otpTYcXp4KIOJvStGU8kgzKX9HF6C7bsAMQ1ZQDyKqYYKTyPUBfF7bJ0Q-xqH8Vgg613TTS4K0FK-yDRmvVAtr/s1600/marce9.jpg" height="297" width="400" /></span></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">La facciata esterna della cavea,
realizzata in travertino, conserva parte del primo ordine dorico e del secondo
in stile ionico. Del terzo ordine non resta traccia ma doveva terminare con un
attico chiuso, decorato da paraste corinzie, delle quali si sono conservati
alcuni frammenti. Il deambulacro interno e i muri radiali sono in opera
quadrata di tufo per i primi dieci metri, mentre nella parte più interna sono
in opera cementizia con un rivestimento in reticolato di tufo. Gli unici
elementi decorativi della facciata erano delle maschere teatrali, scolpite a
tutto tondo e di enormi dimensioni, in marmo bianco, prevalentemente lunense.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8ksFavsWAG6090sf_cG7pYYK-F7PaPuOAYNb2SgoYjDDdzJFsOu0-QniGRMHeEcY8KBZlTulRYonK4ey9mdqlyUr-ZLO0GBGk8wkaVxABmsox95FgSvcE8GGu-PZIyvRxjlt9VN8MPWBU/s1600/marce19.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8ksFavsWAG6090sf_cG7pYYK-F7PaPuOAYNb2SgoYjDDdzJFsOu0-QniGRMHeEcY8KBZlTulRYonK4ey9mdqlyUr-ZLO0GBGk8wkaVxABmsox95FgSvcE8GGu-PZIyvRxjlt9VN8MPWBU/s1600/marce19.jpg" height="400" width="336" /></span></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Recuperate
in frammenti durante gli scavi degli anni Trenta, esse riproducono, in
dimensioni molto maggiori del vero, le maschere che gli attori indossavano
durante le rappresentazioni sceniche, caratterizzate da tratti fortemente
accentuati ed espressivi, oltre che da una bocca smisurata che fungeva anche da
cassa di risonanza. Originariamente erano fissate alla chiave d’arco del primo
e del secondo ordine, mediante perni di ferro. Alcune di queste maschere, dopo
il restauro, sono state collocate in esposizione permanente presso il foyer del
Teatro Argentina, dove continuano a svolgere la loro funzione decorativa e ad
impressionare il pubblico. Il Teatro presenta una struttura chiara nella parte
utilizzata fin dal X-XI secolo come fondamenta della roccaforte delle famiglie
che si avvicendarono al dominio della zona circostante, prossima al guado del
Tevere presso l’isola Tiberina.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="color: orange; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQLf-g9Q-BacNfTUUTSKi8L14mFVmNrEXbayindzkf6zmVh9NI1j7-pdiASs30KcFpF0dBIJqrbMYqreP8EK1dIqVo6IYyesa6mJQwdo-dGwggcIKgsaLEab6wD1vU0kgNfaBAuRh4j67q/s1600/marce10.jpg" height="475" width="640" /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Intorno all’anno 1000, la famiglia dei
Pierleoni stabilì la propria dimora-castello sulle rovine del teatro e, nel XIV
secolo, un esponente dei Savelli, subentrato ai Pierleoni, eseguì i primi
lavori di restauro, che si concretizzarono, come ancora oggi si può vedere, con
la trasformazione nel XVI secolo dell’antica dimora in palazzo residenziale ad
opera di Baldassarre Peruzzi, che rispettò le strutture antiche. Alla morte del
principe Giulio Savelli, ultimo discendente della famiglia, il palazzo fu
acquistato dalla famiglia Orsini che lo ampliò e restaurò.<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzsBjqypVYPux0truIwRtLjNap6tYrDBw5jdujMD1TL4oUalZ-zuzHsBM0XOYU2_NWlV_pp4cZaRvID_5T8OD5LmB34ZX0ghYzDO9dzBIT-I9uHkU8KUCTxPR3owXr9yDi_BBTiSGUijmh/s1600/marce.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzsBjqypVYPux0truIwRtLjNap6tYrDBw5jdujMD1TL4oUalZ-zuzHsBM0XOYU2_NWlV_pp4cZaRvID_5T8OD5LmB34ZX0ghYzDO9dzBIT-I9uHkU8KUCTxPR3owXr9yDi_BBTiSGUijmh/s1600/marce.jpg" height="484" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Botteghe nei fornici del Teatro prima dei restauri degli anni Trenta</td></tr>
</tbody></table>
</span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">
</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdxGFvJgw56z7OALal5vC2awuncRjLUrQ_PWmYu1FoPXb3UXZuHlbNJ6SbjVW7DvgnuwUUWk9s7-ReSvd8qf254XSLZK_HxXO3xeqtYNDNVHkYxo8tNkD5Au_NU_54T97VtirGwurVCVPS/s1600/marce8.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdxGFvJgw56z7OALal5vC2awuncRjLUrQ_PWmYu1FoPXb3UXZuHlbNJ6SbjVW7DvgnuwUUWk9s7-ReSvd8qf254XSLZK_HxXO3xeqtYNDNVHkYxo8tNkD5Au_NU_54T97VtirGwurVCVPS/s1600/marce8.jpg" height="400" width="266" /></span></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;">Negli anni Trenta
del XIX secolo il teatro, divenuto proprietà del Comune di Roma, che aveva
acquistato dalla duchessa di Sermoneta la parte del piano terreno, adibita a
carbonaie e magazzini, fu liberato dalle costruzioni adiacenti e furono così
riportate alla luce le antiche strutture, risarcendo le murature con lo stesso
parametro ma in sottosquadro. La Commissione di Storia ed Arte antica,
responsabile dei lavori di restauro e consolidamento del Teatro, autorizzò la
costruzione di tutte le murature necessarie, pareti, pilastri e sottarchi,
approvando anche la realizzazione degli speroni, indispensabili per dare
solidità al complesso del monumento e del Palazzo Orsini che continuava a
insistervi sopra. Il grande contrafforte occidentale del teatro fu realizzato
utilizzando la pietra sperone di Montecompatri, che rispondeva alle esigenze
fondamentali di stabilità, ma non a quelle estetiche, poiché si tratta di una
pietra di colore scuro del tutto estranea ai numerosi materiali utilizzati nel
Teatro e nei monumenti adiacenti, e quindi fortemente impattante sul contesto
ricostruttivo.</span></span><span style="background-color: black; color: orange;">Non
ci resta ora che immaginare le migliaia di spettatori, in attesa che lo
spettacolo abbia inizio, riparati dal </span><i style="background-color: black; color: orange;">velarium</i><span style="background-color: black; color: orange;">,
e circondati da quell’atmosfera magica e surreale che il grande scrittore
Lucrezio ha saputo con grande suggestione poetica descriverci e tramandarci...</span><br />
<span style="background-color: black; color: orange;">… </span><i style="background-color: black; color: orange;">e generalmente fanno questo i velari purpurei e color di ruggine, quando tesi sui grandi teatri, oscillano e fluttuano, spiegati ovunque tra pali e travi. Qui colorano sotto di loro il pubblico delle gradinate e tutto il fasto delle scena e tutte le immagini de’ padri, delle madri e degli dei, e li costringono a fluttuare nei loro colori. E quanto più le pareti del teatro sono chiuse intorno, tanto più ciò che è dentro, soffuso di grazia, ride nella raccolta luce del giorno.” </i><span style="background-color: black; color: orange;">(Lucrezio, </span><i style="background-color: black; color: orange;">De Rerum Nat.</i><span style="background-color: black; color: orange;">, IV, 75)</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbaKXXFcVZQbckapI-nRb8_k0YchpoKTj1NGlMQ7tAd_V1kQplrTFv3SHWxJiWTND3ubMSnrss2Afw_9xZdp-z0Xx94OgtjuDUe4s6CNXl9xTRO0v5WDo0MC3Vc1C9Sp8JAlwtytgMk2nL/s1600/marce21.jpg" imageanchor="1" style="background-color: black; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbaKXXFcVZQbckapI-nRb8_k0YchpoKTj1NGlMQ7tAd_V1kQplrTFv3SHWxJiWTND3ubMSnrss2Afw_9xZdp-z0Xx94OgtjuDUe4s6CNXl9xTRO0v5WDo0MC3Vc1C9Sp8JAlwtytgMk2nL/s1600/marce21.jpg" height="356" width="640" /></span></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<o:p></o:p>Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9016121003090299892.post-17532561818245409832015-01-31T14:23:00.002-08:002015-02-01T23:53:28.858-08:00Santa Passera...la chiesa più maliziosa di Roma!<div style="font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13.63636302947998px; line-height: 17.563634872436523px; margin-bottom: 6px;">
<i class="_4-k1 img sp_Ny7nGpFGJ9H sx_103282" style="background-image: url(https://fbstatic-a.akamaihd.net/rsrc.php/v2/yV/r/ETDpa2zM-CX.png); background-position: -576px -406px; background-size: 690px 442px; display: inline-block; height: 16px; vertical-align: -3px; width: 16px;"><u style="background-color: black; left: -999999px; position: absolute;"><span style="color: orange;">Santa PassreEmoticon tongue</span></u></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWJ35JHWgE-6Hpf-2xohA4YV0LdwCn-iCttfCfJVPevBz0NA6688LzYMviMX-HGauMd8r48LS275E_QYtUh0edGzwC-nLxns1OHOdZZM0iDUSKgl_Bu7Z0sdmQaflBAl0ARzJoPp2ulcP1/s1600/passe5.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"></span></span></a></div>
<div style="font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13.63636302947998px; line-height: 17.563634872436523px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5ilr_XcqjPAPwsFh3Y9RNtZBGRCgqaf5QrIWaJ4YJaGaEVAmYBf4GD5jV3ku6bzEz6vIQdQDMSbr_s8iNZFF-07PrzorbhQN2lb8ULqW_aUj06LKr8JvwwA7YTqqWwU9g8K_9loi-RzPG/s1600/passe5.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5ilr_XcqjPAPwsFh3Y9RNtZBGRCgqaf5QrIWaJ4YJaGaEVAmYBf4GD5jV3ku6bzEz6vIQdQDMSbr_s8iNZFF-07PrzorbhQN2lb8ULqW_aUj06LKr8JvwwA7YTqqWwU9g8K_9loi-RzPG/s1600/passe5.jpg" height="300" width="400" /></a></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><span style="font-size: 13.63636302947998px;">Santa Passera e' una nota di poesia nel quartiere Portuense di Roma, nel vicolo omonimo, tra la via Magliana e la riva destra del fiume Tevere, nel punto dove questo descrive un'ansa di fronte alla basilica di San Paolo fuori le mura. </span></span></span><br />
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><span style="font-size: 13.63636302947998px;"><br /></span></span></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBE15hbT3ywcF_kNpZhJkrTBftYQ-nPgWp4RmuItkb3JqS2efFa6G6Pxk2Us6JsCnvza_q2NgOhh7hJ41HfGJbUsqIenRw30LsXRSjnF9hMw8_DMqyjVT3mzVvlZG1xJXg9mKgolenmPrq/s1600/IMG_6640.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBE15hbT3ywcF_kNpZhJkrTBftYQ-nPgWp4RmuItkb3JqS2efFa6G6Pxk2Us6JsCnvza_q2NgOhh7hJ41HfGJbUsqIenRw30LsXRSjnF9hMw8_DMqyjVT3mzVvlZG1xJXg9mKgolenmPrq/s1600/IMG_6640.JPG" height="300" width="400" /></a></div>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><span style="font-size: 13.63636302947998px;"><br /></span></span></span>
<span style="background-color: black;"><span style="color: orange;"><span style="font-size: 13.63636302947998px;">Sull'origine del nome, Passera, santa che non è mai esistita nel cristianesimo </span><span style="font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13.63636302947998px; line-height: 17.563634872436523px;">l'ipotesi più probabile è che esso derivi dal titolo Ab</span><span class="text_exposed_show" style="display: inline; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13.63636302947998px; line-height: 17.563634872436523px;">bàs Cyrus ("padre Ciro"), da cui il nome Abbaciro: dalla storpiatura popolare di questo termine sarebbero derivati Appaciro, Appàcero, Pàcero, Pàcera e infine Passera. </span></span></span><span style="background-color: black; color: orange; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 17.563634872436523px;">Secondo la tradizione, essa fu costruita nel luogo in cui, agli inizi del V secolo, i resti di due santi alessandrini, Ciro e Giovanni, giunsero a Roma per essere trasferiti in qualche contesto cultuale della città. E invece rimasero qui!</span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmyh_p1DlhkoTgTAKWGYro04RjsBiYAjD15RVBldmCq6Spwnqdb61Mth8oxLoNam7KKciJqMDjz7IKac_kGJ1beU8LZSLmrDD7_HeuMuPMqVFgcVMzyBBjJi5saxmn1eiLY9ZAsmAcVpfw/s1600/IMG_6640.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; display: inline !important; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><span style="background-color: black; color: orange;"></span></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 13.63636302947998px; line-height: 17.563634872436523px; margin-bottom: 6px; margin-top: 6px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="background-color: black; color: orange; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisdLonMcD0lOkLD8AAuGht-ibDLDLWOrdiHmnep4BzvzgoHWqDGnMqH6DOXuTei_13sjzldmL7Z-v6RNSnxR8wetmCgFHxsrP3gGt-gBIWhKw1QoJuE0ApoT5n83L-mdhR3YHFPg26D-6-/s1600/passe4.jpg" height="480" width="640" /></span></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz8CMkrZ5rsEFPFV6SjGC2V2dyNJaPNV97mPr9wwzhOlX-4GZE4fVUydR6t40HR7p-1kx82aa6on4bvL0bUEfloUWgBIft-cVMQXDI_Uu_rWY0tzGy2lR5Lzbm5kh2_QSAgBUVjZt0D6un/s1600/passe.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="background-color: black; color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz8CMkrZ5rsEFPFV6SjGC2V2dyNJaPNV97mPr9wwzhOlX-4GZE4fVUydR6t40HR7p-1kx82aa6on4bvL0bUEfloUWgBIft-cVMQXDI_Uu_rWY0tzGy2lR5Lzbm5kh2_QSAgBUVjZt0D6un/s1600/passe.jpg" height="400" width="300" /></span></a></div>
<div>
<span style="background-color: black; color: orange;"><br /></span></div>
<div>
<span style="background-color: black; color: orange;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: black; color: orange;">Il complesso di<span class="highlightNode" style="border-bottom-color: rgba(88, 144, 255, 0.298039); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; padding: 0px 1px;">Santa Passera</span> è composto di tre piani sovrapposti: al livello più basso si trova un ambiente ipogeo, identificato con una tomba di epoca romana, di cui restano ancora alcuni brandelli degli originali affreschi (III sec. d.C.); sopra la tomba fu poi costruito un oratorio, nel V secolo, e infine, sopra di questo, l'attuale chiesa, che risale al XIV secolo. Vi si dice messa ogni domenica alle 11.00, oppure è possibile visitarla contattando la vicina chiesa del Santo Volto di Gesù, da cui dipende. Direi di non farvela scappare...se il doppiosenso non fosse in agguato! </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpdwi9-oivKz8e7NHwQZmclm9s4wOfcrb8rVfYnA7nZWbHeD39hd_WkUVboOkRoLlyCUVPeiHvCVsefw5s0Wqr0l7ufEjKAnOIKNVlA9fKbR4TgOxiVjNq64Rz4vk7R7cr6zgKACiPQIul/s1600/passe3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="background-color: black; color: orange;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpdwi9-oivKz8e7NHwQZmclm9s4wOfcrb8rVfYnA7nZWbHeD39hd_WkUVboOkRoLlyCUVPeiHvCVsefw5s0Wqr0l7ufEjKAnOIKNVlA9fKbR4TgOxiVjNq64Rz4vk7R7cr6zgKACiPQIul/s1600/passe3.jpg" height="516" width="640" /></span></a></div>
<i class="_4-k1 img sp_Ny7nGpFGJ9H sx_1242c6" style="background-image: url(https://fbstatic-a.akamaihd.net/rsrc.php/v2/yV/r/ETDpa2zM-CX.png); background-position: -306px -406px; background-repeat: no-repeat; background-size: 690px 442px; display: inline-block; height: 16px; vertical-align: -3px; width: 16px;"><u style="left: -999999px; position: absolute;"><span style="background-color: black; color: orange;">Emoticon grin</span></u></i><br />
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Ramthahttp://www.blogger.com/profile/16463981273180031138noreply@blogger.com4